Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Quel serpentone umano
che ci lascia sgomenti

di Piero Innocenti

E' impressionante e lascia sgomenti il serpentone umano che si snoda lungo i paesi di quella che era, anzi, è la cosiddetta rotta balcanica, battuta, per lo più, dai trafficanti di droghe. Un lungo e silenzioso corteo di donne, uomini, vecchi e bambini che, sballottolati da un confine all'altro, si dirigono verso il nord dell'Europa, alla ricerca di un luogo dove poter (soprav)vivere, sotto lo sguardo ravvicinato di poliziotti a cavallo e quello, dall'alto, di elicotteri e droni.

Questo flusso ininterrotto di migranti, in gran parte di siriani e iracheni, in fuga dalle guerre nei loro paesi, è la rappresentazione drammatica di una parte di mondo che si sta sgretolando. Sotto gli occhi e l'immobilismo vergognoso, esasperante e ipocrita dei paesi cosiddetti civili. Sono servite a ben poco le riunioni e gli alti vertici dei capi di governo e dei ministri dell'interno dei paesi dell'UE, che si sono tenute, innanzi all'emergenza delle migrazioni, in quest'ultimo anno, con le promesse solenni di aprire le frontiere e di ricollocare in altri paesi alcune migliaia di profughi soccorsi e accolti nel nostro paese e in Grecia.

Impegni non mantenuti, menzogne, atteggiamenti razzisti e di chiusura completa, calpestando norme e principi ispirati alla solidarietà e all'accoglienza, che sono (erano) uno dei pilastri portanti della Unione Europea. Dunque, se in questi primi dieci mesi del 2015 il flusso migratorio che ha riguardato l'Italia è andato diminuendo (siamo, al 29 ottobre, a quasi 140mila, compresi i 226 migranti soccorsi in mare, ieri, dalla nave di Medici senza Frontiere) c'è da chiedersi se questo calo ( nello stesso periodo del 2014 erano stati 152.330), non sia attribuibile al "tappo" messo in mare, in gran parte del Mediterraneo centrale e innanzi alle coste libiche, dal nostro paese e dall'UE, da parte dell'agenzia Frontex (operazione Tritone, ancora in atto) e con Eunavfor Med (operazione antiscafisti a guida italiana).
Infatti, dalla Libia, ne sono partiti 124.803 quest'anno contro i 130.126 dello stesso periodo del 2014. Il dispositivo aeronavale di Tritone è di tutto rispetto: dodici navi, due elicotteri e quattro aerei (vi partecipano l'Italia, la Croazia, la Spagna, Norvegia, Portogallo, Malta) il cui compito principale è il controllo della frontiera marittima. Altre navi, un sommergibile e droni della nostra Marina Militare e di altri paesi dell'UE, tra cui Spagna e Inghilterra, hanno inoltre il compito primario, secondo la direttiva adottata dall'UE, di individuare e bloccare gli scafisti e di distruggere le imbarcazioni usate nel traffico di persone. Relativamente a quest'ultimo punto, e sino ad oggi, non risulta alcuno scafista arrestato dal personale di Eunavfor Med, né alcuna imbarcazione di trafficanti bloccata. I 478 scafisti arrestati nel 2015 per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, in maggioranza egiziani (153), poi, tunisini (67), gambiani (49) e senegalesi (46), sono il frutto di attività di indagine, svolta a terra, dalla Polizia di Stato.

Nel contempo, per le imbarcazioni usate dai trafficanti, sul totale di quest'anno di 932, 105 sono affondate dopo i soccorsi, 732 sono state lasciate alla deriva, 57 sequestrate; una soltanto è stata recuperata dagli scafisti, mentre, per le rimanenti 37, non si hanno informazioni di dettaglio e risultano negli atti "non rinvenute”. C'è da pensare che oggi il blocco sia più stringente che in passato e, quindi, sia preferibile la rotta che porta verso la Turchia e da lì in Grecia e lungo i Balcani. Territori sempre più difficili da percorrere, con muri e barriere di filo spinato che vengono costruiti con grande celerità, ma che, comunque, non fermeranno questi popoli in movimento. E mentre scriviamo, dall' esame del bollettino giornaliero di Eurosur, leggiamo di altri 6.413 stranieri entrati in Croazia dalla Serbia, di 2.869 sbarcati nell'isola greca di Lesvos, di 1.841 a Chios e 494 a Kos. Qualcuno alla fine capirà che non serve a nulla mettere "tappi" per controllare le migrazioni che non si arresteranno ma saranno solamente deviate verso altre rotte.

(© 9Colonne - citare la fonte)