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direttore Paolo Pagliaro

Firenze: il sacro
da Van Gogh
a Chagall

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Firenze: il sacro <br> da Van Gogh <br> a Chagall

FIRENZE: IL SACRO DA VAN GOGH A CHAGALL

Fino al 24 gennaio Palazzo Strozzi a Firenze ospita “Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana”, un’eccezionale mostra dedicata alla riflessione sul rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento attraverso oltre cento opere di importantissimi artisti italiani, tra cui Domenico Morelli, Gaetano Previati, Felice Casorati, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova, e internazionali come Vincent van Gogh, Jean-François Millet, Edvard Munch, Pablo Picasso, Max Ernst, Georges Rouault, Henri Matisse. Grandi protagonisti della mostra sono capolavori come l’Angelus di Millet, la Pietà di Vincent van Gogh, la Crocifissione di Renato Guttuso e la Crocifissione bianca di Marc Chagall, l’opera d’arte più amata da papa Francesco. L’esposizione nasce da una collaborazione della Fondazione Palazzo Strozzi con l'Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, l’Arcidiocesi di Firenze e i Musei Vaticani e si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione del quinto Convegno Ecclesiale Nazionale tenutosi a Firenze.

 

 

BOLTANSKI E LA MEMORIA DI TORINO

Fini al 31 gennaio la Fondazione Merz presenta, per la prima volta a Torino, un progetto site-specific inedito del 71enne artista parigino Christian Boltanski, tra i più grandi interpreti della nostra contemporaneità, pensato in relazione alla storia sociale e culturale della città. La mostra “Dopo” si sviluppa nell’intero spazio della Fondazione ed è concepita come un’istallazione totale, un unico racconto corale capace di parlare alla memoria collettiva ed individuale, inanellare passato e presente, sollecitare promesse disattese, ricongiungere la storia alla vita di ciascuno. A questo scopo Boltanski costruisce archivi, muove ombre nello spazio, riporta alla superficie ricordi dimenticati attraverso volti e occhi di sconosciuti che affiorano da fotografie recuperate, costruisce scenari di abiti per non disperdere i racconti dei singoli, indaga il caso, sfida con ironia la caducità delle cose e propone l’arte della durata.

 

 

 

BERGAMO, I 100 ANNI DEL SUPREMATISMO

Fino al 17 gennaio la Gamec - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita una retrospettiva dedicata a Kazimir Malevic (Kiev, 1878-San Pietroburgo, 1935), figura centrale e insostituibile dell'arte moderna, che ha attraversato uno dei periodi storico-artistici più intensi del Novecento. La mostra, unica nel suo genere per completezza e per l’accurata indagine storico-critica e prodotta in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, presenta circa 70 opere, accanto a un nutrito corpus di lavori di importanti esponenti russi, appartenenti ai movimenti artistici di inizio Novecento, oltre a documenti e filmati. L’iniziativa si tiene a cento anni dalla nascita del Suprematismo, la più radicale tra le avanguardie storiche del Novecento di cui Malevic è stato fondatore, leader, e maggiore interprete. Il museo bergamasco celebra quest'importante ricorrenza, in coincidenza con l'appuntamento della Fondazione Beyeler di Basilea che proporrà la ricostruzione della sala suprematista del 1915. Per la prima volta in Italia, una grande sala accoglierà la riedizione de La Vittoria sul Sole, prima opera totale di musica, arte, poesia e teatro, creata da Malevic con Michail Matjusin e AleksejKrucenych, nella quale sono visibili i germi del Suprematismo, con un primo accenno al Quadrato nero. L’opera, rappresentata una sola volta nel 1913, è stata filologicamente ricomposta sui disegni originali di Malevic - presenti in mostra - sulla musica e sui testi ritrovati negli archivi, dove erano stati sepolti durante gli anni del regime, e sulle poche immagini fotografiche esistenti.

 

MONZA, “BELLISSIMA” ALTA MODA

Dopo la tappa a Roma, al Maxxi, la grande mostra “Bellissima” dedicata all’alta moda italiana, approda fino al 10 gennaio alla Villa Reale di Monza in forma rinnovata e con una sezione nuova dedicata ai tessuti, allestita grazie al sostegno di Ice e del ministero dello Sviluppo Economico. “Bellissima” si pone come uno dei principali eventi collegati alla Fashion Week di settembre dell’Expo di Milano. Presentati alcuni dei maggiori “capolavori” dell’alta moda dal dopoguerra al 1968, provenienti da prestigiose collezioni. Gli abiti da sera e da giorno realizzati da autori come Renato Balestra, Delia Biagiotti, Roberto Capucci, Gigliola Curiel, Fendi, Forquet, Fernanda Gattinoni, Pino Lancetti, Emilio Pucci, Fausto Sarli, Mila Schon, Valentino e le sorelle Fontana, rivivono attraverso una coreografia di manichini La Rosa e ricostruiscono una galassia di voci spesso caratterizzate da rapporti molto stretti con il mondo dell’arte e del cinema. A completare la selezione di abiti, ci sono accessori, cappelli, bijoux e ricami. Inoltre è esposta una eccezionale selezione di gioielli di Bulgari, tra cui le iconiche creazioni di serpenti in oro e smalti policromi, uno spettacolare sautoir fine anni ‘60 il cui pendente è realizzato con uno smeraldo intagliato di circa 300 carati e una collana degli anni ‘50 in platino e favolosi rubini. La relazione tra moda italiana e arti figurative è testimoniata da alcune opere di artisti come Accardi, Alviani, Burri, Campigli, Capogrossi, Fontana e Scheggi. Lungo il percorso espositivo sono presentate foto tratte dagli archivi di Federico Garolla, Johnny Moncada, Ugo Mulas, e filmati di Rai Teche e dell’Istituto Luce. Proiettato un video realizzato montando gli spezzoni più significativi dei film di registi come Antonioni, Rossellini e Fellini, che negli anni della Hollywood sul Tevere hanno accompagnato la moda e l’evoluzione del gusto. Una selezione di riviste, pubblicazioni ed altri documenti completa la rassegna.

 

 

TORINO: OMAGGIO AL DIVISIONISMO

Il Museo Accorsi-Ometto di Torino presenta, fino al 10 gennaio, la mostra “Divisionismo tra Torino e Milano” che intende esplorare, attraverso 46 opere, i percorsi del Divisionismo partendo dall’epicentro della pittura divisa italiana: il Piemonte e la Lombardia. Il Divisionismo, che ebbe il suo varo ufficiale con la Prima Triennale di Milano del 1891 e si protrasse fino a tutti gli anni Venti del Novecento, è stato un movimento fondamentale per la vita artistica e per la cultura italiana. L’importanza dello studio della luce e il ricorso ai colori puri, stesi in tessiture a puntini e filamenti, erano gli elementi che tracciavano la reazione al realismo in direzione simbolista e socio-umanitaria. La mostra concentra l’attenzione sui protagonisti consacrati della “pittura divisa”, di origine o formazione piemontese e lombarda, protagonisti emblematici della sperimentazione pittorica luminosa: Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Vittore Grubicy de Dragon, Emilio Longoni, Matteo Olivero, Carlo Fornara, Giovanni Sottocornola, Cesare Maggi, Achille Tominetti, Andrea Tavernier, Giovanni Battista Ciolina, Giuseppe Cominetti, Angelo Barabino. All’ingresso del secolo nuovo, accanto ai maestri ormai storicizzati, si affiancano pittori di più giovane generazione, affascinati dalla pittura di Segantini e di Previati, e che crearono le basi per la futura poetica incentrata sulla luce e sul movimento: i futuri Futuristi, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Leonardo Dudreville, promettenti autori legati per nascita o per formazione alla storia artistica piemontese e lombarda del tempo.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)