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direttore Paolo Pagliaro

L’industria della cultura
può trainare la ripresa

L’industria della cultura <br> può trainare la ripresa

di Paolo Pagliaro

(21 gennaio 2016) E’ raro che scenda in sciopero o che le pagine economiche se ne occupino, eppure l’industria della cultura e della creatività occupa in Italia quasi un milione di persone e fattura 40 miliardi di euro, che diventano 47 se si calcolano i ricavi legati alla vendita di smartphone, tv, pc e tablet. Un fatturato dunque più alto di quello dell’industria delle telecomunicazioni e solo di poco inferiore a quello dell’industria automobilistica.

Dal punto di vista dell’occupazione, l’industria della cultura offre più posti di lavoro rispetto a settori quali l’industria alimentare e il lusso, collocati molto più in alto in termini di ricavi.

240 mila persone lavorano nel settore delle arti visive; 160 mila in quello della musica, 150 mila si dividono tra sale, teatri e altri luoghi di spettacolo. L’editoria libraria ha 140 mila addetti, altri 100 mila lavorano nei quotidiani e nei periodici, che si aggiungono ai 100 mila nelle tv e nelle radio. Ha 95 mila occupati il settore della pubblicità e 75 mila quello del cinema. Fanno parte dell’industria della creatività anche l’architettura e con i suoi 70 mila addetti e il giovane comparto dei videogiochi, che oggi dà lavoro a 16.500 persone.

Tutti questi dati potrebbero essere rivisti al rialzo se, facendo squadra e tutelando il settore, fossimo in grado di raggiungere lo stesso peso percentuale sul PIL - di quasi 1 punto superiore al nostro - che questa filiera raggiunge in Francia. L’industria creativa passerebbe così da 40 a 55 miliardi di euro generando più di 300.000 nuovi posti di lavoro.

Questo sostiene il primo studio sull’industria della creatività e della cultura in Italia, realizzato con il supporto della Siae e di tutte le principali associazioni di categoria, e presentato ieri a Milano.

Per far meglio sarebbe necessario investire sulla formazione delle nuove professionalità digitali, proporre vantaggi fiscali e contributivi per chi crea lavoro regolare, facilitare le avventure imprenditoriali promettenti e soprattutto fare in modo che produrre contenuti non sia meno conveniente che distribuirli.

(© 9Colonne - citare la fonte)