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direttore Paolo Pagliaro

Il bonus fiscale
finanziato dal Sud

di Paolo Pagliaro

(26 gennaio 2016) Tra nuove assunzioni e trasformazioni di rapporti a termine, sono 1 milione e 158 mila i contratti che l’anno scorso hanno potuto beneficiare del bonus occupazione, cioè dei sostanziosi sgravi contributivi concessi a chi assume un lavoratore a tempo indeterminato. Questi sgravi, previsti dalla legge di stabilità, sono stati dunque decisivi per modificare il trend dell’occupazione, che per la prima volta presenta il segno più.

Per finanziare l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, che allo Stato costa 3 miliardi e mezzo in tre anni, il governo di Matteo Renzi ha drenato risorse dai bilanci dei ministeri – per complessivi 700 milioni - ma soprattutto dai fondi che le Regioni avrebbe dovuto spendere in base al Piano di Azione e Coesione, che gestisce gli stanziamenti europei.

Oggi, grazie all’ufficio studi della società calabrese Demoskopika, sappiamo che il bonus fiscale che ha reso possibili tante assunzioni si è configurato come un massiccio trasferimento di risorse dal sud al nord del Paese. E’ infatti il Meridione a fare la parte del leone nella copertura finanziaria del bonus occupazionale: quasi 2 miliardi di euro sono stati prelevati in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Si tratta di risorse per le quali ancora mancavano impegni giuridicamente vincolanti. Un’enormità rispetto ai poco più di 37 milioni di euro “inutilizzati nei tempi previsti” da Umbria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. La Sicilia dovrà dunque fare a meno di 800 milioni, la Campania di 580, la Calabria di 373, la Puglia di 230.

Con questi soldi sono stati incentivati 538 mila nuovi contratti di lavoro nelle regioni del Nord e 255 mila in quelle del Centro. Il Sud, con la sua economia disastrata, si è invece dovuto accontentare del 31% delle assunzioni che ha così generosamente contribuito a finanziare.

(© 9Colonne - citare la fonte)