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direttore Paolo Pagliaro

La giustizia abdica
la letteratura rimedia

La giustizia abdica <br> la letteratura rimedia

di Paolo Pagliaro

(5 febbraio 2016) Quando al male fa seguito una sentenza di "non luogo a procedere", ciò significa che la giustizia è stata negata, e con essa la verità. Ne abbiamo frequenti esempi. Ma la letteratura può in qualche modo riparare questa offesa e allora il “non luogo a procedere” cambia di significato e diventa – come il titolo dell’ultimo romanzo di Claudio Magris - l’annuncio di un’indagine severa e di un verdetto spietato.

Magris racconta la storia di un immaginario e grottesco Museo della Guerra, (che a Trieste ora c’è davvero), di un maniacale e geniale collezionista (che in quella città è vissuto davvero) e di una donna, erede dell’esilio ebraico. Entrambi si misurano con l'ossessione del potere e della guerra, che è lo strumento per conquistarlo. Nelle sale del museo ci sono spade e bombarde, carri armati e giberne, mitragliatrici ed esplosivi ma anche pietre dure e aguzze, boccette di vari inchiostri, scalpelli, fogli di papiro, penne, pennini, pennelli, lapis, linotype, computer. Servono per scrivere libri che infiammano il mondo, spargono veleni, promettono paradisi e illudono che la vita vera sia un’altra, violano segreti e intimità, fanno la spia. Lettere anonime, denunce, vendette. Libri: I Protocolli dei Savi di Sion, Mein Kampf.

Qualche sala più in là, nel museo di Magris ritroviamo di nuovo la carta, questa volta sotto forma di denaro: dollari, lire, fiorini, corone, dinari, yen, rubli, le armi più potenti del mondo, in grado di spopolare le città, scacciare moltitudini dalle loro case, cambiare il paesaggio più di mille bombardieri.

La Storia, nel romanzo, è protagonista. E’ bene che il lettore sappia che per Magris la Storia è una banca del Dna, una valle di Giosafat che attende la resurrezione di tutti i miliardi di esseri viventi ovvero vivi, giacché nessun atomo di vita si è mai estinto.

(© 9Colonne - citare la fonte)