Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

A Milano 100 stilisti
dell’innovazione

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Milano 100 stilisti <br> dell’innovazione

Una mostra nata dall’esigenza di riconoscere e celebrare l’Italia della moda contemporanea e i suoi protagonisti. Marchi e creativi che negli ultimi 20 anni hanno rinnovato e recuperato il dna culturale, tecnico e tecnologico della tradizione, riscrivendolo in un linguaggio del tutto originale sono al centro della esposizione “Il nuovo vocabolario della moda italiana”, che si tiene fino al 6 marzo alla Triennale di Milano. Dal pret-à-porter allo streetwear, dalle calzature agli occhiali, dai bijoux ai cappelli: un inedito vocabolario di stile e produttività, la mostra espone un’accurata messa in scena del tratto di storia recente del made in Italy, a partire dal 1998, l’anno che segna il concreto passaggio a un mondo interconnesso dal web, alle nuove forme della comunicazione. Oltre cento realtà tra le più importanti del panorama contemporaneo partecipano alla mostra con i propri prodotti e progetti. Per valorizzare il contenuto progettuale dei capi, degli accessori e per esprimere con forza il concetto di “vocabolario”, la mostra è strutturata in un percorso composto da Lemmi che sintetizzano ognuno un concetto tipico e rinnovato del made in Italy (Materia, Costruzione, Ornamento, Dettaglio, Laboratorio, ecc.), ognuno caratterizzato da istallazioni che illustrano il prodotto e il relativo processo creativo, dal cartamodello, agli accessori, dalle prove di lavorazione alle componenti.

TREVISO: LE MAGIE DI ESCHER

Dopo il grande successo di Roma e Bologna, la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher approda a Treviso con tutto il suo potenziale di fascino e di coinvolgimento: costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie paradossali come quelle rappresentate nei suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Metamorfosi II e Casa di scale (relatività), occupano il Complesso di Santa Caterina fino al 3 aprile. E’ questo il meraviglioso mondo dell’artista che più di ogni altro trasforma l’ambiguità visiva in ambiguità di significato, che seduce e incanta con disegni e litografie che con il passare del tempo sono entrate nell’immaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati. Il percorso espositivo tiene puntualmente conto delle esperienze formative, artistiche e intellettuali del grande artista olandese, partendo dalle rare opere di Jessurum de Mesquita, arrivando ai disegni e alle incisioni del lungo periodo italiano, con particolare riferimento al soggiorno romano dove Escher abita con la moglie Jetta e i suoi primi due figli, nati in Italia. Presenti in mostra le prime opere a carattere geometrico - di cui alcune nate con intento quasi didattico di spiegare i metodi di tassellazione e la derivazione dai mosaici dell’Alhambra - arrivando poi ai capolavori oggi noti a tutti gli appassionati, ma anche opere meno note al grande pubblico come gli ex-libris, i biglietti da visita o quelli di auguri per l’anno nuovo, commissionati da ammiratori o collezionisti, che contengono però lo stesso grado di genialità che caratterizza i grandi capolavori.

FIRENZE, RIVIVE LA CORTE SAVOIA

Fino al 3 aprile, si tiene alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, a Firenze, la mostra “I doni e le collezioni del Re”, organizzata per celebrare la ricorrenza del 150.mo anniversario di Firenze Capitale d’Italia. In particolare la rassegna presenta i dipinti, i mobili, i manufatti artistici e artigianali che testimoniano del passaggio della corte Savoia a Palazzo Pitti, dal 1865. Dopo l’elezione della città a capitale d’Italia, si rese infatti necessario un riallestimento che coinvolse sia la residenza privata del nuovo sovrano nella Palazzina della Meridiana, attuale Galleria del Costume, che gli appartamenti reali al piano nobile della Galleria Palatina, che vennero utilizzati esclusivamente per cerimonie e incontri di rappresentanza di alto rango.

VICENZA: DA PALLADIO A THOMAS JEFFERSON

La mostra “Thomas Jefferson e Palladio. Come costruire un mondo nuovo”, fino al 28 marzo a Vicenza, al Palladio Museum, è la prima mai dedicata in Europa al grande palladianista americano. Thomas Jefferson (1743-1826), colui che scrisse materialmente la Dichiarazione d’Indipendenza e fu il terzo presidente degli USA, fu infatti l’americano che più di ogni altro contribuì a dare un volto alla nuova nazione attraverso l’arte, l’architettura e il disegno del territorio. Fu un visionario ma anche un pragmatico, un uomo d’azione e insieme un intellettuale che conosceva il latino e il greco e che era convinto che il Nuovo Mondo si potesse costruire solo attraverso la razionalità e la bellezza. Esempio ne è la Casa Bianca, con il portico su colonne come una villa palladiana e che Jefferson avrebbe voluto addirittura una copia ingrandita della Rotonda di Vicenza. In mostra sono esposte anche 36 fotografie di Filippo Romano, frutto di una campagna fotografica appositamente realizzata in Virginia nella primavera del 2014. Sono presenti inoltre i tre preziosi bozzetti originali di Antonio Canova per la statua di George Washington commissionata dallo stesso Thomas Jefferson. Per Jefferson Palladio era “the Bible”. Chiamò la propria villa Monticello perché nei Quattro Libri aveva letto (in italiano) che la Rotonda sorgeva su “un monticello”.

ROMA, LO SCANDALOSO AZCONA

Per la prima volta in Italia e in esclusiva assoluta per la Galleria Rossmut, arriva a Roma il controverso e discusso artista spagnolo Abel Azcona con la mostra “La Horas” e una nuova performance, fino al 26 marzo, ideata appositamente per gli spazi della galleria. Il progetto è a cura di Diego Sileo. Azcona (Pamplona, 1988) è oggi considerato uno dei nuovi talenti della scena artistica internazionale. Le sue perfomance, spesso di natura autobiografica, sviluppano un'indagine teorica e pratica del genere umano attraverso la rappresentazione di scenari duri e dissacranti, connessi a temi quali la prostituzione, l’abbandono, l’abuso sessuale, e la discriminazione. L’artista ha spesso superato i propri limiti fisici e psicologici, ha messo in pericolo la sua incolumità, infranto schemi e convenzioni, scavato nelle proprie paure, ansie, nei propri dolori, desideri, disturbi e in quelli di chi lo osservava, portando l'arte a contatto con l'esperienza fisica ed emotiva, collegandola alla vita stessa.

(© 9Colonne - citare la fonte)