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direttore Paolo Pagliaro

Lo scandalo fiscale
che non ci scandalizza

Lo scandalo fiscale <BR> che non ci scandalizza

di Paolo Pagliaro

(22 febbraio 2016) Se facciamo fatica a ottenere sconti e flessibilità dai nostri creditori forse lo si deve anche allo scandalo fiscale che in Italia si consuma nella generale indifferenza.

Le cifre di questo scandalo sono in parte note, in parte no. Pochi sanno, per esempio, che dal 2008 a oggi per iniziativa di governo e parlamento ci sono stati ben 202 provvedimenti riguardanti i regimi fiscali agevolati. Tra esclusioni, esenzioni, deduzioni, detrazioni e agevolazioni sono usciti dalle casse dello Stato più o meno 40 miliardi di euro.

Alessandro Giovannini, ordinario di diritto tributario a Siena, racconta questa vicenda in un libro dal titolo “Il re fisco è nudo” pubblicato da Franco Angeli.

La sintesi è che il nostro è un paese in cui scorrono fiumi di ricchezza esente da qualunque prelievo. La stima dell’evasione fiscale è di 250-280 miliardi l’anno di imponibile, corrispondente a 16-18 punti di Pil. Tre volte superiore alla media europea. Questo senza contare alcune forme di evasione meno misurabile come quella estero su estero o quella collegata alle frodi.

Viene considerato normale che solo l’1% dei contribuenti dichiari redditi superiori ai 100 mila euro, naturalmente lordi. Che il lavoro irregolare sia l’11 % di quello regolare, con punte di oltre il 30% in Campania e Calabria. Che per quanto riguarda l’Iva l’Italia sia al primo posto in Europa per imposta evasa, 36 miliardi l’anno. Che l’economia criminale sottragga 170 miliardi di imponibile, e la corruzione altri 65. E poiché anziché aggredire gli untori, si è dato addosso ai sani, succede che in Italia la pressione fiscale – in particolare quella sulle imprese - sia tra le più alte del mondo.

Ottenere dalla Ue flessibilità nei conti pubblici presentando queste credenziali è obbiettivamente difficile.

(© 9Colonne - citare la fonte)