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direttore Paolo Pagliaro

Salpa la nave
di Umberto Eco

Salpa la nave <br> di Umberto Eco

di Paolo Pagliaro

(26 febbraio 2016) Oggi è salpata “La nave di Teseo”, la casa editrice che Umberto Eco aveva fondato pochi mesi fa insieme a Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose e altri fuoriusciti di Bompiani.

La prima opera, Pape Satàn Aleppe, sottotitolo “Cronache di una società liquida”, è un libro di saggistica a cui Eco ha lavorato fino all’ultimo. Raccoglie molti scritti affidati dal 2000 al 2015 all’Espresso per la rubrica La Bustina di Minerva.

Sono brevi annotazioni e divagazioni su vari fatti di solito ispirati all’attualità, ma non solo, perché il professore riteneva d’attualità - come spiega lui stesso nell’introduzione - che una certa sera gli fosse preso l’uzzolo di rileggersi una pagina di Erodoto, una fiaba di Grimm o un fumetto di Braccio di Ferro. Il titolo è preso in prestito dal Canto VII dell’Inferno. Come è noto schiere di commentatori hanno cercato di trovare un senso a Pape Satàn Aleppe, e la maggior parte di essi ritiene che questo verso non abbia alcun significato preciso. In ogni caso, pronunciate da Pluto, queste parole confondono le idee, e possono prestarsi – dice Eco - a qualunque diavoleria. Da qui la decisione di usarle come titolo di una raccolta che va – come direbbero i francesi – dal gallo all’asino e riflette la natura liquida di questi quindici anni.

Usando la ricerca per parole chiave, ognuno può trovare in queste 470 pagine un’opinione intelligente e non convenzionale sui principali temi del dibattito pubblico. Telefonini, complotti, razzismo, immigrazione, mass media, educazione. Ma c’è anche un capitolo dedicato all’odio e all’amore, e lì troviamo scritto che la nostra propensione alle delizie dell’odio è cosi naturale che ai reggitori di popoli risulta facile coltivarla, mentre all’amore ci invitano solo esseri scostanti che hanno la disgustosa abitudine di baciare i lebbrosi.

Era ateo a modo suo, Umberto Eco.

(© 9Colonne - citare la fonte)