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Libia, a un passo
dall’intervento

Libia, a un passo <br> dall’intervento

di Paolo Pagliaro

(2 marzo 2016) Gli americani – con il Segretario alla Difesa Ashton Carter - hanno annunciato che in Libia ci sarà una missione militare a guida italiana, perché noi lo abbiamo chiesto e perché siamo il paese più vicino al teatro delle possibili operazioni. Ma in Italia nessuno ne sa nulla, o meglio: nessuno ne parla (almeno fino a ieri sera, quando da Gentiloni è venuta una mezza conferma). La situazione sarebbe dunque grottesca se non fosse seria.

Per capire cosa sta davvero accadendo sulla quarta sponda, il Corriere della Sera ha mandato un giornalista a Tripoli e lì Lorenzo Cremonesi ha incontrato già all’aeroporto gli uomini delle squadre speciali americane, inglesi e francesi, Sono agenti super-addestrati, militari vestiti in borghese, come quelli che si vedevano a Kabul e Bagdad appena dopo le invasioni rispettivamente del 2001 e 2003.

L’inviato del Corriere non ha incontrato italiani. Ma il sito israeliano di intelligence Debka pubblica indiscrezioni secondo cui Italia, Francia ed Egitto avrebbero raggiunto un accordo per lanciare l'offensiva contro l’Isis a fine aprile o a maggio. Si fa anche il nome dell’ufficiale a cui sarà affidato il comando della missione, naturalmente intestata a una coalizione più ampia. Si tratta del generale Paolo Serra, 59 anni, torinese, con esperienze in Kosovo, Afghanistan e Libano, dal 15 novembre consigliere militare del mediatore Onu per la Libia, il tedesco Martin Kobler.

Se davvero l’Italia pensa di mandare forze speciali in Libia, e se quello del Segretario alla Difesa americano è davvero un annuncio oltre che un auspicio, il governo dovrà farsi autorizzare dal parlamento dopo aver spiegato quali si sono gli obiettivi politici e le modalità dell’intervento. Ieri, per iniziativa delle opposizioni, questa procedura è stata formalmente avviata.

(© 9Colonne - citare la fonte)