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Milano rilancia
l’economia del baratto

Milano rilancia <br> l’economia del baratto

di Paolo Pagliaro

(3 marzo 2016) In tempi di crisi torna d’attualità l’economia del baratto. Da oggi a Milano è possibile saldare i propri debiti con il Comune prendendosi cura della città e dunque potando un giardino, tinteggiando le pareti di una scuola o pulendo un bagno pubblico. Attraverso il baratto è possibile estinguere debiti maturati fino al 2013 e per un valore minimo di 1.500 euro. Sono debiti relativi a tributi come Ici, Imu, Tarsu, Tares e Tari, violazioni al Codice della strada o canoni per l’uso dei beni comunali. Per ciascuna ora di lavoro vengono cancellati 10 euro di debito.

Al baratto amministrativo possono aderire solo i milanesi che dimostrano di essere in difficoltà economica, per aver perso il lavoro o per altre ragioni. I primi interventi che il Comune propone ai suoi debitori riguardano la pulizia di alcuni centri di aggregazione per bambini e anziani.

Il baratto amministrativo è un pratica prevista dal decreto Sblocca Italia e Milano, insieme a Bari, è la prima grande città che se ne avvale. I pionieri erano stati piccoli comuni come Ortona in provincia di Chieti, Inverio in provincia di Novara , Massarosa in provincia di Lucca. Lì chi tiene puliti i tombini ottiene uno sconto del 50% sulla tassa dei rifiuti.

L’iniziativa dell’amministrazione Pisapia è un tassello di quell’economia collaborativa che anche in Italia si sta diffondendo con varie modalità: baratto, noleggio, donazione, prestito, coabitazione, condivisione di beni, servizi, informazioni e competenze.

Non tutti, per la verità, ne sono entusiasti. Sull’Espresso, ad esempio, Roberto Petrini ha fatto notare che ai tempi di Berlusconi gli evasori se la cavavano pagando dal 4 all'8 per cento di quanto avevano sottratto all'erario. La parte della popolazione meno fortunata invece deve rompersi la schiena a raccogliere sterpaglie.

(© 9Colonne - citare la fonte)