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Immigrati benvenuti
solo se benestanti?

Immigrati benvenuti <br> solo se benestanti?

di Paolo Pagliaro

(4 marzo 2016) Non è fatta di filo spinato ma di sterline la barriera che Londra vuole costruire per contenere l’immigrazione. Tra un mese entra in vigore nel Regno Unito la legge che innalza da 21mila a 35mila sterline la soglia di reddito che l’immigrato deve percepire entro cinque anni per continuare a risiedere nel paese.

Chi non raggiunge quella cifra può rimanere solo per un ulteriore anno, prima di essere costretto a tornare nel paese d’origine. Il provvedimento ha l’obiettivo di attrarre e selezionare solo immigrati altamente qualificati. Esiste però una lista di professioni protette – come i ricercatori e gli infermieri - che non sono soggette alle nuove norme. Chi non fa un mestiere protetto e non raggiunge la soglia delle 35mila sterline, diventa un immigrato illegale.

In Italia questa soglia per fortuna non esiste e così negli ultimi dieci anni è stato possibile soddisfare con gli immigrati le esigenze di settori vitali come agricoltura, pastorizia, pesca, servizi alle famiglie, fonderie, industrie alimentari, pulizia delle città.

Da tempo, ormai, una domanda fatta soprattutto di lavori umili e mal pagati incontra un’offerta prevalentemente di stranieri, che se non ci fosse bisognerebbe inventarla: colf e badanti, baristi e camerieri, mungitori e raccoglitori. Sono stranieri che non ci tolgono il pane ma che semmai pagano un po’ del nostro, visto che da loro l’Inps incassa quasi 8 miliardi l’anno restituendogliene molti di meno. A fronte di 2 milioni di lavoratori extracomunitari che pagano tasse e contributi, sono infatti poche migliaia le pensioni erogate. E come ha spiegato il presidente dell’Inps, Tito Boeri, grazie a loro abbiamo già oggi circa 12 miliardi di montante contributivo che non darà luogo a pensioni.

(© 9Colonne - citare la fonte)