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La Letizia Moratti
che non conoscevamo

La Letizia Moratti <BR> che non conoscevamo

di Paolo Pagliaro

9 marzo 2016) Molti sostengono che avrebbe potuto essere Letizia Moratti la sfidante di Giuseppe Sala alle prossime comunali di Milano. Ma dopo aver letto il libro che Moratti ha scritto insieme a Maria Luisa Agnese, e che è una sorta di guida all’antico fulgore ma soprattutto alla nuova bellezza della capitale morale, riesce difficile immaginare l’autrice alle prese con le incombenze e le asprezze di una campagna elettorale.
D’altra parte è lei stessa a spiegare che non possiamo più ragionare in termini di contrapposizioni o di ideologie, ma piuttosto in termini di soluzioni che soddisfano bisogni. E i bisogni – scrive – non sono di destra o di sinistra, ma sono bisogni dei cittadini, delle persone. Per questo Moratti crede che siano davvero molto superati gli schemi ideologici, anche se ovviamente si può partire da punti di vista diversi.
Nel libro (“Milano tra storia, realtà e sogno”, Mondadori) sono citati spesso Stefano Zamagni e Jacques Attali, che firma anche la prefazione: un economista di matrice cattolica e uno socialista che arrivano entrambi a proporre modelli economici e sociali fra loro molto simili.
Moratti è convinta che Milano debba diventare una città laboratorio, per prepararsi ad affrontare il nuovo millennio in maniera intelligente, tracciando percorsi innovativi sulla strada dello sviluppo sostenibile. La vivacità economica di Milano è famosa, quasi leggendaria. Milano è capitale della moda e del design; è cuore finanziario d’Italia; è culla dell’editoria e dell’informazione; è centro culturale, teatrale, musicale, museale, accademico. Ora Milano deve diventare anche laboratorio di welfare aziendale e di politiche inclusive, capitale della biodiversità, del verde, della finanza sociale. Dovendo fare un esempio virtuoso, Letizia Moratti non cita Londra ma Scampia, con l’obbligazione emessa da Banca Prossima e Comune di Napoli per consentire il compostaggio dei rifiuti umidi. E’ l’unico esempio italiano di bond sociale, e se Letizia Moratti pensa che funzionerebbe anche a Milano significa che qualcosa – e qualcuno - in Italia sta cambiando.

 

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