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Sinistra, forse Renzi
avrà un problema

Sinistra, forse Renzi <br> avrà un problema

di Paolo Pagliaro

(10 marzo 2016) Altro che bipolarismo, altro che partito della nazione. Poche volte, in passato, l’offerta politica è stata così frammentata. A Montecitorio si contano 10 gruppi, 16 sigle e 173 deputati che sono passati da un gruppo all’altro. E’ come se i grandi ghiacciai delle appartenenze si stessero sciogliendo, irrobustendo il Movimento 5 Stelle, alimentando tanti piccoli rivoli, ma soprattutto il grande bacino dell’indifferenza tra i cittadini.

Il fenomeno è vistoso sia a destra sia a sinistra, e le prossime amministrative si avviano a certificarlo. Ci ha detto ieri Demopolis che il 42% degli italiani molto probabilmente non andrà a votare. Quelli che ci andranno, in compenso, non avranno che l’imbarazzo della scelta. Lo spacchettamento del centrodestra dovuto alla lotta per la successione di Berlusconi, farà si che a Roma un elettore di quell’orientamento possa scegliere tra Bertolaso, Marchini, Storace e forse qualche new entry dell’ultima ora. A sinistra, l’offerta per ora contempla Giachetti, forse Fassina, forse Marino, forse Bray. In quest’area lo spacchettamento è dovuto non al declino del leader ma alla sua ascesa, quindi alla decostruzione postmoderna e postideologica che della sinistra va facendo Matteo Renzi.

Di questa offensiva la vittima più illustre – stando ai dati sull’affluenza alle primarie - sembra la base del partito democratico, che solo in parte si riconosce nella selezionata platea della Leopolda. Sapremo nelle prossime ore se anche a Milano ci sarà - e chi sarà - il candidato della sinistra alternativo a quello del Pd. Se dovesse esserci e se dovesse essere forte – come Bassolino a Napoli – per la prima volta, dopo due anni politicamente trionfali, Matteo Renzi avrebbe un problema.

(© 9Colonne - citare la fonte)