Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Perché le mamme
perdono il lavoro

Perché le mamme <br> perdono il lavoro

di Paolo Pagliaro

(17 marzo 2016) Sulla penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro italiano ci sono molti attendibili studi. Il dato più significativo, di fonte Eurostat, è  che da noi il tasso di occupazione femminile è inferiore al 50%, contro una media europea del 63,5.
Lo svantaggio delle donne italiane, pur coinvolgendo anche quelle senza figli, è particolarmente forte per le madri: il numero di donne che escono dal mercato del lavoro in seguito alla nascita di un figlio oscilla tra il 20 e il 25%.  Il problema è che nella maggior parte dei casi l’interruzione della carriera lavorativa delle madri non è temporanea come accade in altri Paesi occidentali – Germania, Regno Unito o Stati Uniti – ma permanente.
Si potrebbe pensare che questo quadro tenda a migliorare per le giovani generazioni, ma le analisi degli ultimi dati disponibili suggeriscono piuttosto che la situazione stia ulteriormente peggiorando.
Il sociologo Michele Lugo propone tre  cause di questa crescente difficoltà, per le donne,  a conciliare famiglia e lavoro: la prima è la scarsa  partecipazione maschile nelle faccende domestiche; la seconda è l’insufficiente supporto pubblico alla famiglia; le terza è la precarizzazione dei rapporti di lavoro, che priva milioni di donne delle tradizionali misure di protezione della maternità.
Ma mentre sul piano della partecipazione maschile alla gestione della famiglia si registra qualche passo avanti, perché risulta in aumento il tempo che i padri dedicano ai figli; e anche nelle politiche governative qualcosa si è fatto sul fronte dei trasferimenti monetari alle famiglie;  la precarietà dei contratti  è invece la vera novità  - negativa – che spiega perché per molte donne diventare mamma significa perdere il lavoro, cosa ormai inconcepibile negli altri paesi industriali.  

(© 9Colonne - citare la fonte)