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direttore Paolo Pagliaro

Quel ministero
è un ente inutile

Quel ministero <br> è un ente inutile

di Paolo Pagliaro

Attraverso il ministero dello Sviluppo economico, da qualche giorno privo di un titolare per le dimissioni di Federica Guidi, passa una parte importante degli incentivi pubblici alle imprese. Si tratta dunque di una postazione strategica soprattutto in un periodo di crisi, quando gli aiuti pubblici possono rivelarsi decisivi per la tenuta del sistema produttivo e quindi dell’occupazione.
Sull’esatto ammontare dei finanziamenti alle imprese non ci sono notizie certe, perché le fonti e i capitoli di spesa sono molteplici, e nel conto vanno messi anche gli sgravi fiscali; ma i vari tecnici che si sono succeduti al capezzale della spending review hanno indicato una cifra complessiva di circa 30 miliardi l’anno, miliardo più miliardo meno.
Tra gli economisti ci sono molti dubbi sull’utilità degli incentivi a pioggia, che rischiano di drogare i bilanci e premiare le rendite di posizione.
Francesco Giavazzi, tecnico incaricato dal governo Monti, stimò nel 2012 che azzerando quaranta leggi si sarebbero potuti tagliare 10 miliardi di aiuti senza causare danni e propose di utilizzare quei soldi per ridurre il cuneo fiscale, cioè la differenza tra il costo del lavoro per l’impresa e il salario netto per il lavoratore.
La poggia di danaro pubblico non rende fertile l’economia neppure quando allo Stato si sostituiscono le Regioni. Proprio in questi giorni un gruppo di ricerca dell’Università di Padova, guidato dal professor Carlo Buratti, ha dimostrato come i 380 milioni di incentivi distribuiti in questi anni dal Veneto a 23 mila soggetti non hanno avuto alcun effetto positivo su investimenti, occupazione, fatturato e, più in generale, competitività.
La questione è cruciale e chissà che l’avvicendamento al ministero dello Sviluppo economico non sia l’occasione per tornare a parlarne.  

(© 9Colonne - citare la fonte)