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direttore Paolo Pagliaro

“Le Streghe di Venezia”, debutto al Massimo
di Palermo

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

 “Le Streghe di Venezia”, debutto al Massimo <br> di Palermo

Video ed effetti speciali per “Le Streghe di Venezia” di Philip Glass, che debutta al Teatro Massimo di Palermo venerdì 29 aprile alle 20.30, e che sarà in programma fino al 5 maggio. Un nuovo allestimento dell’opera che il grande compositore americano scrisse nel 2009 ispirandosi a un libro per bambini di Beni Montresor da cui era stata tratta nel 1995 un’opera-balletto andata in scena a La Scala. Nel 1995 si preferì riprodurre una registrazione delle parti musicali su nastro magnetico. Nel 2009, la Fondazione Musica per Roma (in co-produzione con il Ravenna Festival) commissionò a Glass il nuovo arrangiamento, arricchito dai testi di Vincenzo Cerami, scrittore e drammaturgo recentemente scomparso. In questo nuovo arrangiamento va in scena a Palermo, con l’Orchestra del Teatro Massimo guidata da Francesco Lanzillotta, direttore appassionato di musica contemporanea secondo cui “suonare i contemporanei è un dovere, oltre che un grande piacere”. Il cast vocale è composto da un narratore e cinque cantanti (Gabriella Costa interpreta la Strega e la Fata; Valeria Tornatore è la Domestica; Gianluca Bocchino è il Re di Venezia; Salvatore Grigoli è L’Orco; la narratrice è Carlotta Maestrini, il bambino-pianta Riccardo Romeo), nonché dal Coro di voci bianche del Teatro Massimo diretto da Salvatore Punturo cui si aggiungono i SeiOttavi, il gruppo contemporary a cappella al quale il regista Giorgio Barberio Corsetti – uno dei protagonisti più affermati della scena contemporanea, reduce dal successo di Cenerentola appena andato in scena al Teatro Massimo – ha affidato il ruolo di una sorta di mostro “collettivo” che disturba e spaventa il protagonista bambino.  Mimi, acrobati e danzatori danno vita ad altri personaggi. Una fiaba popolata da fate, streghe, maghi, fantasmi, resa con la tecnologia del Chroma Key, che consente di ambientare attori e oggetti su sfondi virtuali, così come già in Cenerentola. Effetti speciali che vengono realizzati e svelati sul palcoscenico. Il trucco c’è, e si vede. “E’ un modo – spiega il regista - di giocare con l'illusione e con la realtà che mi piace molto perché non ha niente a che fare con i trucchi che ci vengono ammanniti come realtà, ma invece svelano i segreti: fanno vedere come è molto facile truccare le immagini e farle diventare qualcos'altro”. Di trucco in trucco, si dipana la favola, che si apre con un gruppo di filosofi incaricati di dare un figlio al re vedovo e con la nascita di un bambino-pianta che – dopo traversie e ricerche - troverà infine il suo posto nel mondo grazie all’incontro con un suo simile, una bambina-pianta. Tutto condito da feste con bambini-zombie, bambini-ortaggi che finiscono in padella, un salone di bellezza con torture estetiche per le streghe che si preparano al grande ballo.  “Un mondo creativo che mi sono divertito molto a sviluppare è quello legato al palazzo delle streghe – aggiunge Barberio Corsetti - dove si dispiega tutta la crudeltà comica. Un po’ come nei cartoni animati quando Tom e Jerry si inseguono e il gatto rimane schiacciato da una pietra, o Wile E. Coyote precipita e gli casca la pietra in testa. Elementi con cui ci si diverte molto”. (red)

 

GUIDI E INGRASSIA IN “TAXI A DUE PIAZZE”

Un classico della commedia brillante in cui scambi di persona, suspense, ritmi mozzafiato, doppi sensi e situazioni al limite del paradosso garantiscono due ore di puro divertimento. È “Taxi a due piazze”, spettacolo nato dall’ironica penna del commediografo inglese Ray Cooney, che Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia porteranno in scena dal 3 al 15 maggio al Teatro Marconi di Roma (viale Guglielmo Marconi 698). La pièce ha debuttato a Londra 31 anni fa ed è rimasta in scena senza interruzioni fino al 1992. In Italia divenne subito popolare con Johnny Dorelli nella versione di Garinei e Giovannini, in seguito con suo figlio, Gianluca Guidi, prima diretto da Gigi Proietti e poi regista lui stesso. In questa nuova messa in scena, sulla versione italiana di Jaja Fiastri, Guidi, che cura anche le musiche, è ancora regista e guida un cast affiatato formato da Renato Cortesi, Silvia Delfino, Francesca Nerozzi, Riccardo Bocci e Piero di Blasio. La produzione di Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro si avvale delle scene di Nicola Cattaneo, le luci di Stefano Lattavo e i costumi di Lisa Gastoni. Il protagonista di Taxi a due piazze è il tassista Mario Rossi (interpretato da Gianluca Guidi), uomo dall’aspetto ordinario, vita semplice, bella casa, moglie innamorata, abitudini consolidate. Una vita talmente serena che Mario l'ha moltiplicata per due! Bigamo soddisfatto, infatti, vive con la moglie Carla (Silvia Delfino) a piazza Risorgimento e con la moglie Barbara (Francesca Nerozzi) a piazza Irnerio. Grazie ai turni del suo lavoro e ad una pianificazione perfetta di orari e spostamenti, tutto scorre felicemente, con le due donne totalmente inconsapevoli l’una dell’altra. Quando però, a causa di un banale colpo alla testa, il tassista viene ricoverato in ospedale e fornisce due indirizzi di residenza diversi, iniziano i guai. Tra giornalisti curiosi, vicini di casa invadenti e ispettori di polizia chiamati ad indagare, la situazione si complica e da qui in poi sarà tutto un susseguirsi di equivoci, coincidenze, bugie a catena, scambi di identità, brillanti trovate e scombinati errori nel tentativo forsennato e sempre più difficile di nascondere la verità. Un crescendo inarrestabile di situazioni assurde e di ritmo incalzante che porteranno a un finale brillantemente spiazzante. Al fianco di Mario Rossi, Walter Fattore (interpretato da Giampiero Ingrassia), sfaccendato vicino di casa che, saputa la verità sulla bigamia dell’amico, si ritroverà suo malgrado complice e protagonista delle situazioni più comiche e imbarazzanti. (red)

A ROMA VA IN SCENA “OTTO”

Sarà in scena al teatro dei Conciatori di Roma (via dei Conciatori, 5 ) dal 3 al 15 maggio, “Otto”  di Roberta Calandra, per la regia di Antonio Serrano. Sul palco troveremo Stefania Barca, Caterina Gramaglia, Franco Mirabella, Nicolas Zappa. “Otto” è il simbolo dell’infinito e questa storia parla delle infinite potenzialità della vita e della sua forza primigenia, l’amore. L'idea complessiva è molto liberamente ispirata all'"Orlando" di Virginia Woolf. Il primo episodio si ispira ad Olympia De Gouges, la rivoluzionaria autrice della "Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine", per questo condannata a morte. (red)

AL  SISTINA “OBLIVION: THE HUMAN JUKEBOX”

Da mercoledì 4 a domenica 15 maggio arriva al Teatro Sistina di Roma “Oblivion: The Human Jukebox”. Cinque contro tutti. Un articolato mangianastri umano che mastica tutta la musica e la digerisce in diretta in modi mai sentiti prima.  Alla perversa creatività dei cinque cialtroni più irriverenti del teatro e della Rete si aggiunge, questa volta, quella del loro pubblico che contribuirà a creare il menù della serata suggerendo gli ingredienti della pozione. Gli Oblivion hanno in repertorio tutti i grandi della musica italiana e internazionale e sono pronti ad affrontare sfide sempre più difficili a colpi di cazzotti, mash-up, parodie, duetti impossibili e canzoni strampalate. Un flusso di note e ritmi infinito che prenderà vita davanti agli occhi attoniti degli spettatori, ogni sera, per una esperienza folle e mai ripetibile. Nessuno spettacolo sarà uguale al precedente. Dai Ricchi e Poveri ai Rapper, da Ligabue ai Cori Gospel, da Morandi ai Queen, tutte le canzoni senza farne nessuna. Uno schiacciasassi che trangugia e livella Sanremo, X Factor, Albano e Il Volo. Oblivion: The Human Jukebox è la playlist che non hai mai avuto il coraggio di fare, uno Spotify vivente che provoca scene di panico, isteria collettiva, ma soprattutto interminabili richieste di bis. (red)

ALL’ELISEO LUCIA ANNUNZIATA E IL “PROCESSO AL POTERE”

Che cosa è il potere? Chi lo esercita davvero ai nostri giorni? E come? Da queste semplici domande prende il via il ciclo di incontri “Processo al potere”, curato e condotto da Lucia Annunziata e ideato da Editori Laterza in collaborazione con il Teatro Eliseo di Roma. Tutti i mercoledì di maggio (4 al 25 alle 19), due ospiti di eccezione discuteranno di una figura che al giorno d’oggi incarna il potere. Otto personaggi, scelti come narratori, analisti e giudici – essi stessi parte del cambiamento in diversi ruoli e in diverse attività pubbliche si misureranno con il potere, addentrandosi nelle pratiche visibili, e non, del suo esercizio. Si parte mercoledì 4 maggio con il primo incontro dedicato al potere religioso e alla figura di Jorge Mario Bergoglio. Ospiti della serata Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, ed Eugenio Scalfari, scrittore, giornalista e fondatore del quotidiano la Repubblica. Papa Francesco raccontato con le parole di un religioso e di un laico, in cui il centro del confronto non è la contrapposizione tra idee, quanto piuttosto la valorizzazione delle differenze in base alla prospettiva da cui si guarda. Non un vero e proprio processo quindi, ma un dialogo su una delle figure più importanti e carismatiche dei nostri giorni. (red)

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