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direttore Paolo Pagliaro

Urbino: “Mitochondria”, in dialogo con Raffaello

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Urbino: “Mitochondria”, in dialogo con Raffaello

 “Un continuo mistero che si svela e rivela”. Così il curatore, Umberto Palestini, definisce “Mitochondria”, la mostra che Ria Lussi presenta dall’11 maggio al 9 giugno alla Casa Natale di Raffaello ad Urbino. L’artista entra in magica sintonia con un’opera giovanile di Raffaello, l’affresco con una fanciulla che legge, reggendo in grembo, con noncuranza, un bimbo, presentando per la prima volta un’opera in vetro e piombo di Maria Fanciulla. Attorno a quest’opera Ria Lussi costruisce un’installazione site specific ricca di pathos e di sorprese, secondo un percorso zigzagante in cui si svela una ricerca ricca e complessa tutta attorno ad un tema universale: la nascita come momento di passaggio, come soglia in cui, attraverso il cerchio strappato, la vita prende sempre nuove forme. Come contrappunto a questo percorso, due rappresentazioni straordinarie di Leonardo da Vinci, giovane e vecchio, incarnano il testimone ispiratore dell’artista come lo fu per Raffaello. Inoltre, quale omaggio a Maria, nel mese di maggio, viene per la prima volta esposta l’ensemble dei cinque rosari, sculture antropomorfe bucate per ospitare esclusivamente rose a gambo lungo. In mostra circa 25 opere di diversi materiali: dal video al collage, dalla vetrata con piombo al vetro soffiato e al neon, che ripercorrono la variegata produzione artistica dell’artista. Contemporaneamente l’installazione prosegue al Centro Orto Botanico con alcuni Guerrieri e Imperatori di Luce, secondo la precisa volontà dell’artista volta a portare l’attenzione del pubblico sul dialogo che la sua opera instaura con la luce naturale e sulla fragilità umana rappresentata dalle delicatissime sculture in vetro esposte alle intemperie, da sempre temi ricorrenti nella sua ricerca.

ROMA: NEI SOGNI DI HUGO PRATT

Napoli Comicon e Arf! Festival si uniscono nel realizzare la tappa di Roma, al Macro Testaccio, della mostra “Hugo Pratt. Incontri e passaggi”, ideata dal Museo Hergé di Bruxelles, che presenta, fino al 24 maggio, l’opera del disegnatore attraverso un tema per lui essenziale: la lettura. La mostra ricerca le influenze di Pratt e la sua evoluzione grafica e narrativa, un viaggio formativo in cui ogni libro diventa occasione di un incontro tra immagine e parola. Un percorso tracciato da opere originali, disegni di ricerca, tavole in bianco e nero e a colori, acquerelli, copertine di riviste, dai primi anni argentini fino alle ultime tavole di Corto Maltese. La mostra segue un itinerario che percorre il corso di una vita, sulle orme di Pratt attraverso gli incontri diretti: con Oesterheld, Ivaldi, Rieu, Bonelli, Platteau, e letterari e fantastici: con Stevenson, London, Curwood, Borges, Yeats e tanti altri. L’approccio letterario all’opera grafica di Pratt, darà allo spettatore la chiave per accedere a un mondo artistico dove vita, viaggi e lavoro si mescolano creando capolavori della narrativa a fumetti. A partire dalle storie del suo personaggio cult: Corto Maltese, marinaio disincantato, avventuriero, gentiluomo di fortuna, pirata e viaggiatore. Uno spirito libero e cosmopolita nel quale Pratt si rifletteva. Come Corto Maltese, Pratt aveva un’innata passione per le culture del mondo, la storia, le filosofie, le situazioni di conflitto e le tradizioni magiche, alle quali si è avvicinato miscelando sempre realtà e fantasia, sorvolando oltre le carte geografiche per creare vere favole per adulti. 

(red)

 

ROMA: LA POESIA DELLA TERRA IN 25 FOTO

Una spettacolare aurora boreale che danza nel cielo d’Islanda, una palude spettrale in Louisiana, le dune nel deserto della Namibia, una foresta di eucalipto arcobaleno alle Hawaii. Sono alcuni dei soggetti protagonisti di “The Poetry of Earth”, la mostra fotografica di Barbara Dall’Angelo, con il patrocinio di National Geographic Italia; 25 scatti di grande formato e di forte impatto visivo esposti dal 5 maggio al 30 giugno presso il loggiato del Palazzo del Commendatore, prezioso complesso architettonico risalente al XVI secolo e parte del Polo Museale della ASL Roma 1, che organizza l’avento. Tra le foto di “The Poetry of Earth” non mancano i soggetti italiani, che sottolineano l’estrema bellezza e varietà naturalistica del nostro Paese. Vera protagonista resta però l’Islanda, a cui sono dedicati ben otto dei 25 scatti esposti. “Il progetto vuol essere un’ode alla Terra, alla magnificenza del creato”, spiega Angelo Tanese, commissario straordinario della ASL Roma 1, “ma anche l’occasione per rileggere il passato e la bellezza del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, uno spazio che vogliamo restituire alla città di Roma nel suo imponente splendore”.  

(PO / red)

 

BOLOGNA: 50 ANNI PER LAMBORGHINI MIURA  

 

Automobili Lamborghini inaugura le celebrazioni in Italia del 50.mo anniversario della Miura con una mostra d’arte “Velocità e Colore”, esposta fino al 30 giugno presso il Museo storico della Casa a Sant’Agata Bolognese. Ad interpretare la Miura e il marchio del Toro è stato chiamato un artista del territorio, Alfonso Borghi, di Campegine (Reggio Emilia), che in 10 tele di grandi dimensioni svela, tra forti giochi di colore ad effetto tridimensionale, alcuni particolari di Lamborghini di ieri e di oggi: dall’icononica Miura alla Reventón, dalla Sesto Elemento all’Aventador. La mostra fa parte di una serie di eventi e iniziative legate ai festeggiamenti dei 50 anni della Miura. Le celebrazioni culmineranno poi in un grande tour rivolto ai clienti Miura di tutto il mondo che dall’8 al 12 giugno si ritroveranno in Italia.  

(red)

 

MILANO: QUANDO BALLA DIVENNE FUTURBALLA

Uno dei più grandi artisti italiani di fama internazionale Giacomo Balla, si autorinominò FuturBalla nel 1913, quando la sua produzione prese la via radicale del Futurismo. Da qui prende il nome la mostra, FuturBalla, che la Fondazione Pasquinelli di Milano presenta, fino all’1 giugno. Quadri e manifesti originali vengono esposti insieme per restituire al pubblico il clima ardente - al quale l’artista partecipò in prima persona - di un momento cruciale del Novecento, segnato dal mito della macchina e della velocità e dall’utopia della reinvenzione del mondo: tra il progetto, firmato proprio da Balla, di un “vestito antineutrale”, l’idea di una Ricostruzione futurista dell’universo, e il provocatorio programma di una Società di protezione delle macchine. A dimostrare che come l’opera esce dalla cornice - come in Colpo di fucile domenicale - così il movimento artistico doveva ispirare la vita di tutti i giorni.

(red)

 

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