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Da Trento i dati veri
sull’immigrazione

Da Trento i dati veri <br> sull’immigrazione

di Paolo Pagliaro

(2 giugno 2016) In Spagna dal 1991 al 2010 il numero di stranieri è aumentato quasi di 20 volte, passando da 350.000 a circa 6 milioni e mezzo. Ma nonostante il tracollo dell’economia dopo la crisi, l’aumento della disoccupazione e gli attentati del 2004, in Spagna non esistono partiti xenofobi e nei sondaggi l’immigrazione non è mai citata come uno dei problemi principali, contrariamente a ciò che avviene in Italia e in molti altri paesi dell’Unione europea.

L’anomalia della Spagna, un Paese che dall’immigrazione ha saputo trarre beneficio, è uno dei temi di cui discute il Festival dell’Economia, inaugurato oggi a Trento. Quest’anno il Festival è dedicato alla nuova geografia economica del mondo, con gli sconvolgimenti demografici di cui le migrazioni sono un aspetto.

Herbert Brücker, dell’Università di Bamberga. spiegherà cosa vuol dire accogliere 4 mila rifugiati al giorno, come è successo alla Germania l’anno scorso senza che da noi nessuno ne parlasse. Christian Dustmann, autorità mondiale negli studi sulle migrazioni, darà le cifre del dare e dell’avere per quanto riguarda il welfare britannico e sui numeri, questa volta italiani, si soffermeranno anche il sociologo Stefano Allievi e il demografo Gianpiero Dalla Zuanna, autori per Laterza di un saggio intitolato “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione”. Quello che non ci hanno detto o non ci hanno ben spiegato, ad esempio, è che per mantenere costante la popolazione in età lavorativa ogni anno dovranno entrare in Italia 325 mila potenziali lavoratori, un numero vicino a quelli entrati dal 1996 a oggi. Altrimenti, nel giro di appena 20 anni i lavoratori caleranno da 36 a 29 milioni, e con essi diminuiranno anche i giovani, mentre agli anziani – sempre più numerosi – per pagarsi la pensione non basteranno i contributi versati.

(© 9Colonne - citare la fonte)