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direttore Paolo Pagliaro

Da Barcellona a Roma
quote rosa anti-sistema

di Paolo Pagliaro

(7 giugno 2016) Se Virginia Raggi diventasse sindaco di Roma andrebbe ad arricchire la galleria delle donne anti-establishment alla guida delle grandi città europee. Le due figure emblematiche di questo nuovo fronte del cambiamento sono Manuela Carmena e Ada Colau, che da un anno guidano le amministrazioni di Madrid e Barcellona. La prima è un ex giudice in pensione eletta con la piattaforma di sinistra Ahora Madrid di cui faceva parte anche Podemos. La seconda era la leader del movimento degli indignados contro gli sfratti.
Un libro scritto dallo storico Steven Forti e dal giornalista Giacomo Russo Spena intitolato “Ada Colau, la città in comune” e pubblicato da Edizioni Alegre, aiuta a tirare qualche somma a un anno dalla rivoluzione di Barcellona.
L’Alcandessa - definita dal Guardian “il sindaco più radicale del mondo”  - rivendica misure importanti come i 100 milioni stanziati per le politiche sociali, la costruzione di asili, le politiche contro la povertà, soprattutto femminile, le politiche sociali sulla casa, la costruzione di infrastrutture di trasporto pubblico, il nuovo portale partecipativo, la trasparenza amministrativa e il codice etico, le politiche per regolamentare il turismo, la trasformazione di Barcellona in città rifugio per chi scappa dalle guerre e delle miserie.
Due mesi fa Colau ha invitato la sindaca di Lampedusa, Giuseppina Nicolini, per dare inizio a “un’alleanza tra città che non si rassegnano a un’Europa disumanizzata”. Barcellona manderà a Lampedusa esperti nei servizi di accoglienza e denaro.
Ma non mancano le difficoltà, come le proteste dei dipendenti comunali per i tagli a un bilancio sempre più austero e le rivolte contro lo sgombero dei centri sociali occupati. Problemi con cui si dovrà cimentare anche chi amministrerà Roma.

(© 9Colonne - citare la fonte)