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BREXIT, GENTILONI: UNA SVEGLIA PER L’UE

BREXIT, GENTILONI: UNA SVEGLIA PER L’UE

La decisione presa dal popolo britannico di uscire dall’Unione europea “è grave e l’Italia avrebbe preferito un esito diverso, ma uscire significa uscire: il Regno Unito rimane nostro amico e alleato ma la decisione di uscire è stata presa e a questa decisione bisogna dare seguito”. A parlare è il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni commentando l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue decisa nel referendum Brexit. Sul piano politico, “non si tratta di un momento in cui possiamo stare fermi”, anzi, questa decisione “deve suonare come una sveglia per l’Europa e come un’occasione di rilancio delle politiche per la crescita, migratorie e di difesa comuni” continua Gentiloni. E l’Italia, assicura il titolare della Farnesina, “ci crede: l’Italia dello spirito di Ventotene e l’Italia che ha rimesso in moto l’attività dei sei paesi fondatori, spingerà perché non ci sia a questa grave decisione una reazione di ordinaria amministrazione”. Anzi, esattamente il contrario, perché secondo Gentiloni “la storia dimostra che nei momenti di crisi l’Europa ha trovato la forza per rilanciare il progetto di Unione europea e questo è uno di quei momenti”.

RILANCIARE UNA PROSPETTIVA EUROPEISTA - Il ministro degli Esteri chiede poi chiarezza: “Ci aspettiamo che la Gran Bretagna dia seguito a questa decisione attivando l’articolo 50 dei trattati che regola l’uscita degli Stati membri dall’Ue e rispettando i diritti acquisiti dai cittadini europei e italiani”. Un dovere di chiarezza che “prima che verso i mercati – continua Gentiloni – ce l’abbiamo verso i cittadini europei”. Anche perché, avverte il ministro, “un lungo periodo di incertezza non farebbe che alimentare ulteriormente la sensazione di instabilità nella costruzione dell’Europa”. Un momento “difficile” nonostante “la decisione, in parte, fosse prevista”, afferma il ministro degli Esteri che conferma la sfida che ora spetta al governo italiano: “Rispondere all’esito per noi negativo con il rilancio di una prospettiva europeista”. Perché l’Europa, aggiunge poi su Twitter, “non può far finta di niente, c’è molto da cambiare”. (Red – 24 giu)

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