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“Miniature”, l’atteso ritorno di Gianni Nocenzi

Musica
Concerti, dischi, biografie, tributi e novità dalla Rete. Lo "Speciale musica" si snoda lungo il variegato mondo del rock e del pop attraverso personaggi, sonorità e aneddoti "unici nel loro genere". Ogni settimana vengono pubblicate le notizie riguardanti gli artisti italiani e stranieri, dai mostri sacri alle giovani promesse nate nei talent show. Un servizio che consente di essere sempre aggiornati sulle hit del momento e sulle star immortali.

“Miniature”, l’atteso ritorno di Gianni Nocenzi

“Miniature” è il titolo dell’album che marca il sorprendente ritorno di Gianni Nocenzi, da molto tempo atteso e sperato dai suoi numerosi e fedeli estimatori. Il grande compositore e pianista torna con un nuovo lavoro, che ben rappresenta la sintesi del suo recente percorso compositivo.Per quanto possa sembrare strano, data la sua carriera e la ricerca spesso votata all’elettronica, “Miniature” è il primo lavoro in cui Nocenzi suona esclusivamente il pianoforte acustico ed in cui, con un linguaggio senza etichette e di grande fascino, esprime appieno il suo talento compositivo e interpretativo.Sei brani, intensi e coinvolgenti, incisi in presa diretta (“Cammino di pietra”, “Terra Nova”, “Ritorni”, “Farfalle”, “Engelhart”, “Ninnananna di Cosmo”) “Miniature” è stato composto sull’onda di un’esigenza emotiva: e l’autore lo ha dedicato a Francesco Di Giacomo, a Rodolfo Maltese, e al ‘ritorno’ di suo fratello Vittorio Nocenzi, tutti e tre compagni di viaggio di un tempo bellissimo, entusiasmante, nell’avventura del mitico BANCO.Dopo l’abbandono del Banco di Mutuo Soccorso nel 1980, e i due album incisi per “Virgin Records” nel 1988 (“Empusa”) e 1993 (“Soft Songs”, a cui collabora anche Ryuichi Sakamoto), Gianni Nocenzi si è dedicato allo studio e alla ricerca, con sporadiche apparizioni sulla scena musicale internazionale. Alla fine dello scorso anno Luigi Mantovani (amico di lunga data, produttore di vari dischi del Banco e direttore di Virgin Italy negli anni ‘80 e ‘90) gli propone di comporre nuovi temi per pianoforte, di interpretare e registrare “live” con uno Steinway Grand Piano, realizzando così un “disco antico moderno”. “La cosa sembrerebbe ovvia ma non lo è affatto dato che le sue uscite discografiche in solo (Empusa e Soft Songs) erano acute e complesse ricerche nell’elettronica e nella scrittura contemporanea” racconta lo stesso Mantovani “Mi sembrò naturale proporre a Gianni di registrare un nuovo disco strumentale con piano acustico. Mi piaceva l’idea di sentirlo alle prese con l’essenziale, con la purezza ineguagliabile del suono meccanico del pianoforte. Volevo dare forma e evidenza al suo tocco sempre ispirato ed emozionale”. La proposta coglie di sorpresa Nocenzi: dopo due decenni di silenzio discografico non aveva in mente alcun progetto di questo tipo.  Compone subito il nuovo lavoro e lo incide in due brucianti “session” lo scorso febbraio presso il “Forward Studio” (Roma), registrandolo con una serie di inedite tecnologie che hanno dato al suono del pianoforte una nuova dimensione e all’ascolto nuove sensazioni sonore. “Contrariamente alle mie abitudini, lo studio era pieno di amici e collaboratori creando un’atmosfera di happening affettuoso, solidale, per me di grande conforto” racconta Gianni Nocenzi. “Allora ho pensato di restituire a livello audio la situazione registrando ad alta risoluzione (24 bit, 96 kHz) e disponendo l’array microfonico (un sistema 5.1) proprio sopra la mia testa in modo che l’ascoltatore potesse condividere in seguito la mia stessa prospettiva audio mentre stavo suonando. In pratica chi ascolterà il disco (soprattutto in cuffia) è come se fosse seduto con me sulla panca del pianoforte percependo nei dettagli le risonanze, i piccoli rumori della meccanica, dei pedali, degli smorzi, tutto quanto di miracoloso dal punto di vista di ingegneria meccanica crea il magnifico suono di un Gran Coda…. inclusi i miei errori di esecuzione che ho volutamente lasciato”. Profondo conoscitore del suono digitale, Nocenzi considera il piano acustico come “il mio strumento, quello con il quale ho un filo diretto ed immediato a livello espressivo. Ho voluto viverlo in modo intimo, come intime sono le riflessioni compositive che formano “Miniature”. Brani diversi, formalmente, dalle grandi stesure - pur frequentate in passato ai tempi delle ‘suites’ del progressive - cionondimeno credo, come succede nelle miniature, con una varietà di microcosmi al loro interno visibili ‘da vicino’ e, nella metafora, al riascolto”. Gianni Nocenzi sarà a Milano mercoledi 29 giugno per presentare ed eseguire dal vivo il nuovo progetto presso il “Mondadori Megastore” (Piazza Duomo), dalle ore 18. “Miniature” prodotto da Luigi Mantovani per gmebooks é distribuito da BTF S.r.l./ Btf.it. (red)

 

LOPEZ, ARRIVA IL TERZO SINGOLO: “LA GIUSTA DISTANZA ”

 “La giusta distanza” è il terzo singolo di Lopez, da oggi in radio e nei digital store. Il nuovo brano, che segue il successo di “Aspetterò domani” e “Solo un’ora”, è tratto dall’album omonimo del cantautore romano, uscito lo scorso marzo per Viceversa Records e prodotto da Davide Combusti (The Niro) e Michele Braga. “La giusta distanza” parla di come cose e persone assumano una diversa prospettiva quando le si osserva a distanza di tempo e di quanto questa prospettiva sia importante per capire ciò che davvero conta per ognuno di noi. «Portami a ballare nel silenzio dei pensieri,  fammi camminare insieme ai nostri desideri, lasciami volare per guardarti da lontano, e poi tenderti la mano… » canta Lopez in un brano molto dolce dove armonia e melodia si fondono perfettamente con la morbidezza della sua voce. Dopo le presentazioni dell’album a Roma e Milano ed il successo di pubblico ai vari instore in giro per l’italia, Lopez si appresta ad intraprendere il suo tour estivo. Romano, classe 1978, Lopez è cresciuto in un ambiente familiare ricco di stimoli artistici e ha avuto una formazione molto eterogenea. Oggi sulla scena musicale come cantante, compositore e polistrumentista, Lopez è anche un affermato doppiatore: è sua la voce di Johnny Galecky - Leonard nella serie "The Big Bang Theory" - e di numerosi attori internazionali del piccolo e grande schermo. (red)

PAGO E I GIPSY GOLD INSIEME PER IL BRANO “EL CAMINO DEL AMOR”

Il cantautore Pago e la nuova generazione della tradizione musicale gitana rappresentata dai Gipsy Gold: una collaborazione inedita che ha dato vita a “El Camino del Amor”, disponibile in radio e in digital download. Ai Gipsy Gold, che hanno raccolto il testimone, l’approvazione e la stima delle leggende della musica gitana, tanto da coinvolgere nel brano Niño Baliardo e Pablo Reyes dei Gipsy Kings e Bambo Bailardo cantante del grande Manitas De Plata, è subito piaciuto il brano scritto e composto da Pago. La voce e le inconfondibili chitarre della tradizione gipsy, mixate al pop di Pago ed al suono dance, si incontrano in “El Camino del Amor” (prodotto dalla Red Rose Music Productions di Milano e dalla Calamai Management e arrangiato da Flavio Ibba e Paolo Fedreghini per la Red Rose Music Productions di Milano): sonorità molto originale, che spazia dalla rumba al pop, dalla tecno al flamenco.  “Era l’11 luglio 2015, mi sono esibito come special guest italiano al Casinò di Venezia in un concerto di musica gitana con protagonisti i Gipsy King Family, organizzato dalla Calamai Management. Il gruppo storico è salito sul palco accompagnato dai tre giovani componenti dei Gipsy Gold. – racconta Pacifico Settembre in arte Pago -. Da quel momento inizia un rapporto di stima e fiducia e io, che avevo scritto e composto la canzone "El Camino del Amor", decido di inviarla ai Gipsy Gold pensando che fosse il brano giusto per un progetto insieme. Il gruppo se ne è innamorato da subito, ed è iniziata una collaborazione all'inizio frenata dai vari impegni, i lavori presi in precedenza, l'incompatibilità di giorni e orari sembravano rendere tutto difficile. Ma il desiderio di riuscirci era forte, l'amore per la musica e quella voglia di unire i due generi musicali, il pop e la tradizione gitana. Sembra che il titolo della canzone lo preannunciasse… El Camino: il cammino infatti è stato lungo, ma io e i Gipsy Gold decidiamo di concretizzare il progetto ed insieme un anno dopo registriamo il brano in studio a Milano, dal produttore e arrangiatore Flavio Ibba”.  Per la registrazione del videoclip, online a breve, è stata scelta la città di Venezia, a sigillo di un incontro che ha dato vita a una grande amicizia e a una forte intesa musicale e artistica, nella location dove si sono conosciuti ed hanno suonato insieme la prima volta, Ca’ Vendramin Calergi, palazzo storico che fu dimora delle più influenti famiglie aristocratiche della Serenissima e nell’800 anche del compositore Richard Wagner. Oggi il Palazzo, oltre al Casinò di Venezia, è sede di rappresentanza per la Città. I Gipsy Gold, composta da Tony Cortes, Romaric Figuiere e Canut (Francois Amador), sono una band nata in Camargue, formatosi presso la Scuola di Niño Baliardo e Pablo Reyes dei Gipsy Kings e Bambo Baliardo, cantante del grande Manitas de Plata, uomo che ispirò la nascita dei Gipsy Kings. Questa formazione rappresenta la nuova generazione Gipsy, quella che ha imparato dalle feste di famiglia, vivendo i concerti e realizzando varie registrazioni insieme alle leggende della musica gitana, creando un connubio perfetto fra tradizione e moderno.(red)

FARGO, ARRIVA IL NUOVO DISCO: “INVISIBLE VIOLENCE”

E’ disponibile nei negozi tradizonali, in digital download e in tutte le piattaforme streaming “Invisible Violence”, il nuovo disco del rocker milanese Fargo dedicato al lato oscuro della società attuale. «Invisible Violence ovvero trovarsi fuori e dentro lo specchio al medesimo tempo, cercare di vedere oltre e trovarsi a guardare la propria faccia. Le violenze che sono fuori di noi sono spesso solo riflessi di quelle che ci portiamo dentro, il plurale è d’obbligo perché esistono molteplici tipi di violenza quelle più pericolose sono quelle invisibili… - commenta Massimo Monti, co-autore di Fargo - La nostra assuefazione alle ingiustizie, la nostra indifferenza al crescere delle disuguaglianze, il nostro acquiescere davanti alle altrui sofferenze nel nome del ‘così fan tutti’ di fatto equivalgono all’esercizio di violenza diretta e manifesta. Se vogliamo sfuggire alla trappola delle omissioni sempre in agguato dobbiamo imparare a convivere con le nostre contraddizioni, le nostre paure, i nostri difetti, le nostre angosce…accettare noi stessi per poter accettare gli altri. Cerchiamo di essere noi stessi solo così potremo essere anche gli altri. Siamo unici nella nostra specificità come tessere di un puzzle ma troviamo un senso solo nel contesto di un quadro complessivo e condiviso.» “Invisible Violence”, è il terzo lavoro di Fargo, all’anagrafe Fabrizio Friggione, il chitarrista, compositore e produttore milanese che, coadiuvato dalla penna di Massimo Monti, è il frontman di un progetto che è nato dall’incontro di due generazioni diverse – quella di Fabrizio e quella di Massimo – che aspira a dare una lucida lettura della società odierna attraverso l’unione delle due prospettive. Il nuovo lavoro ha un sound decisamente più rock rispetto ai precedenti e “ha testi un po’ più duri per non dire incazzati contro una società dove nessuno si assume le proprie le responsabilità e girano tutti la faccia dall’ altra parte per non vedere” commenta Massimo Monti, autore dei testi. Fargo nasce nel 2012 è il prodotto di due differenti personalità che si incontrano e creano qualcosa di nuovo, di due generazioni lontane che non creano lo scontro ma musica. Da una parte abbiamo Massimo Monti, un maturo uomo d'affari e springsteeniano doc, che nel cassetto ha carte e carte piene di versi e poesie e dall'altra abbiamo Fabrizio Fargo Friggione, giovane chitarrista che ha sempre cercato le parole giuste da abbinare alle sue armonie. Da quell’ incontro nasce un’alchimia compositiva che porta, alla fine del 2012, alla produzione del loro primo album “Crossings” con il nome di Psychic Twins. Nel 2014 cambiano il nome in Fargo cercando di sottolineare la passione di Massimo per gli Stati Uniti e un certo tipo di country folk e la passione di Fabrizio per gli anni ’90 (Fargo film diretto dai fratelli Coen nel 1996). Contemporaneamente realizzano il loro secondo album “A small World in Black and White” composto da 16 brani che spaziano tra il Rock e il Blues, intervallati da ballad acustiche e da groove più soul come “Small World” cantata in duetto con Jack Jaselli. (red)

TRENINCORSA, IL FOLK LOMBARDO CHE PIACE A  VAN DE SFROOS

"Orapronobis" è il titolo del primo singolo estratto da "Barba e Capelli", nuovo album dei Trenincorsa. La band di musica popolare lombarda, prodotta da Cesareo, chitarrista di Elio e le Storie Tese, torna con questo singolo scritto dal celebre musicista folk Davide Van De Sfroos. I Trenincorsa sono in viaggio da sempre e questa filosofia migrante la conoscono molto bene. Dopo più di 10 anni di carriera è giunto il tempo di una nuova partenza, senza rinnegare le tappe del viaggio. Un taglio col passato, da cui nasce il nuovo disco Barba e Capelli. Chi segue già da tempo il tragitto dei Trenincorsa conosce bene le tappe in questione, perché le ha vissute con la band. Il punto di partenza è e rimarrà sempre la musica folk, ma nel giro di breve tempo, anche altri generi e sonorità sono diventati inseparabili fonti di ispirazione.  Un caleidoscopio musicale intrecciato intorno a due capisaldi imprescindibili. Il primo concerne la musica, nella sua dimensione tradizionale e popolare in tutte le sue derivazioni. Il secondo riguarda un originale bilinguismo che vede la convivenza della lingua italiana con il dialetto lombardo, il riferimento culturale predominante dei Trenincorsa. La nuova ripartenza incarnata da Barba e Capelli tiene fede a tutte le esperienze suddette, ma vede un importante aggiornamento per quanto concerne i compagni di viaggio saliti sui vagoni dei Trenincorsa. Con quattro album alle spalle, innumerevoli concerti tra le amate terre del Lago Maggiore, nel resto d’Italia, in Svizzera, Francia e Slovenia, i numerosi artisti e maestri incontrati lungo il viaggio dai Trenincorsa; tutto ciò è parte integrante di questa nuova tappa. Cesareo, lo storico chitarrista degli Elio e le Storie Tese, è Il nuovo "capotreno" dei Trenincorsa. In qualità di produttore artistico, il fenomenale chitarrista della band milanese ha prestato anche in prima persona la sua sei corde per l'album Barba e Capelli. Questa importante svolta nella carriera del gruppo ha permesso di offrire un "passaggio" anche a Faso e Jantoman, bassista e tastierista sempre degli Elii. Non solo: lo stesso Elio ha prestato la sua voce nel brano Onderod (omaggio lumbard a Jack Kerouac e a tutte le band perennemente in tour), e Davide Van de Sfroos con uno speciale regalo per la band, ha apposto la sua personale firma al singolo Orapronobis. I nuovi compagni di viaggio hanno portato una ventata di novità per quanto concerne le sonorità dei Trenincorsa: all'immancabile sound della fisarmonica si è affiancato il suono di tastiere come mai precedentemente nella loro discografia. La perizia tecnica di Cesareo e l'esperienza della sua produzione artistica, sono poi il fiore all'occhiello di una produzione discografica come mai prima d'ora i Trenincorsa avevano sperimentato. Con la doppia prospettiva di un viaggiatore con lo sguardo proiettato in avanti, ma con la consapevolezza delle tappe lasciate alle spalle, il treno è ripartito. Salite anche voi e lasciatevi trasportare da Barba e Capelli. Il primo singolo estratto da Barba e Capelli, Orapronobis, è il perfetto biglietto da timbrare prima di incominciare il viaggio. L'amicizia e la stima reciproca con Davide Van de Sfroos, storico punto di riferimento del folk lumbard, trova in questa canzone la sua conferma. Dopo aver incrociato i percorsi su numerosi palcoscenici, condividendo la medesima visione della musica e della cultura popolare, Davide Van de Sfroos ha voluto donare Orapronobis ai Trenincorsa, una canzone che lo stesso autore definisce “una sorta di esorcismo psichedelico, una mistura di lingue che si intrecciano nel testo”; la conferma di quanti punti di incontro ci siano tra la band e il cantautore. Un omaggio, un segno di stima, ma anche la promessa di future e fruttuose collaborazioni. (red)

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