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San Pietro: segreti e meraviglie in un racconto di 2000 anni

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

San Pietro: segreti e meraviglie in un racconto di 2000 anni

Se dovessimo raccontare la Storia dell'umanità utilizzando dieci immagini, una di queste sarebbe certamente la Basilica di San Pietro: non solo è un luogo simbolo della cristianità, ma rappresenta la suprema sintesi di duemila anni di arte e scienza, creatività e potere. È un'immagine per noi talmente familiare che spesso non ci domandiamo nemmeno quali papi e artisti l'abbiano voluta, progettata e costruita, né come sia diventata quell'incredibile scrigno di capolavori che, nella sua magnificenza, ogni anno torna ad affascinare sette milioni di visitatori. Eppure seguire l'evoluzione di San Pietro nel tempo, come ci dimostra Alberto Angela in “San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni” (Rizzoli, 431 pp, 15 euro) - che abbina illustrazioni a un racconto - è un viaggio senza pari nella Storia che svela anche vicende poco note e curiosità inedite. Tutto comincia nel I secolo d.C. quando l'apostolo Pietro viene crocifisso a testa in giù sul Vaticanum: qui c'era il circo di Nerone e, accanto, si stava sviluppando una vasta necropoli che sarebbe rimasta sepolta per secoli prima di tornare alla luce nel 1939. Come fu possibile? Nel IV secolo Costantino decise di costruire una grande basilica sul luogo del martirio di Pietro e... interrò la necropoli: nasceva così la chiesa più importante della cristianità, ricca di tesori e teatro per secoli di ogni genere di eventi come l'incoronazione di Carlo Magno.

7-7-2007: LA DATA MALEDETTA DI ANTONIO MANZINI

“7-7-2007” (Sellerio, 369 pp, 14 euro) è il quinto libro di Antonio Manzini dedicato alle indagini di Rocco Schiavone, vicequestore di polizia, nativo di Trastevere ma operante in Valle d’Aosta. Sin dal primo romanzo della serie, “Pista nera”, i gialli di Schiavone hanno riscosso un grande successo, piazzandosi puntualmente ai primi posti in classifica e facendo di Manzini un’ottima alternativa alle storie poliziesche del campione di casa Sellerio, Andrea Camilleri. Intanto anche gli episodi dei libri diventano una serie tv, con il vicequestore interpretato da Marco Giallini e Isabella Ragonese nel ruolo della compianta moglie di Schiavone, Marina. Infatti, come fedeli lettori di Manzini sanno, all’epoca del trasferimento ad Aosta, Schiavone è già vedovo. Marina è stata uccisa a Roma, ma a proposito di questo omicidio, i fatti non sono mai stati davvero chiariti dai precedenti romanzi della serie. Eccoci dunque tornare indietro nel tempo, proprio al luglio 2007, quando Marina è viva e il trasferimento di Rocco ad Aosta è ancora lontano. Schiavone sta indagando su una brutta storia di narcotraffico e di morti ammazzati, ma il destino ha in serbo per lui e per Marina un appuntamento terribile, e il luogo è una maledetta gelateria del quartiere Africano, la data quella del 7/7. In “7-7-2007” Antonio Manzini mette a punto un congegno preciso e avvincente, e con bravura conduce il suo personaggio avanti e indietro nella sua esistenza, collegando i fili del mistero che si porta nel cuore. E alla fine della lettura i tanti fan dello scontroso vicequestore di Aosta non potranno che volergli più bene.

“IL TUO CERVELLO”: COME FUNZIONA E COME INGANNA

Chiuso nel silenzio e nell'oscurità della scatola cranica, il nostro cervello è lo strumento che abbiamo a disposizione per percepire e orientarci nel mondo e per costruire la realtà nei suoi colori, sapori, dimensioni; è il computer che elabora le nostre decisioni; il laboratorio che forgia la nostra immaginazione; il centro che ci mette in contatto con gli altri in una rete di relazioni sociali. “Il tuo cervello, la tua storia” (Corbaccio, 224 pp, 18,60 euro) racconta come l'esperienza della realtà dà forma al nostro cervello e come il nostro cervello modella la realtà e la vita che viviamo. Il neuroscienziato David Eagleman guida i lettori in un viaggio sorprendente alla ricerca di qualcosa che non pensavamo di trovare fra miliardi di cellule e di impulsi elettrici: il nostro io. “Un libro che tutti dovremmo leggere” per il The Times. “Una lettura affascinante e accessibile su tutto quello che c'è da sapere su come funziona il nostro cervello” scrive il Sunday Times. Secondo la rivista Nature il libro di Eagleman è “uno studio eccellente che spiega in che modo la biologia dà vita alla mente umana. Un libro strutturato attorno a questioni fondamentali e che solleva problemi significativi in ambito scientifico e sociale, ai quali Eagleman risponde in modo chiaro e stimolante”.

VENDELA VIDA RACCONTA LIBERTA’, MEMORIA E FUGA

Che cosa può fare una giovane donna profondamente ferita negli affetti più cari, se non partire per mete lontane, lontanissime dalle persone e dai luoghi all’origine dei suoi patemi? È quello che fa la protagonista di “Geometrie di un panorama sconosciuto” (Neri Pozza, 230 pp, 16 euro) di Vendela Vida. Un trolley blu, un anonimo zainetto di tela nera, un biglietto aereo per Casablanca in tasca, e via dalla Florida, via da una sorella gemella che si è rivelata un doppio cattivo di sé stessa, via da un marito che ha mostrato un volto ancora peggiore. Casablanca, però, è una città in cui le avversità – quelle circostanze che, secondo un noto pensiero, ci insegnano a “farci uscire da noi stessi” – sono all’ordine del giorno. Tutto ha inizio al bancone dell’anonimo albergo dove la giovane donna si reca per prendere possesso della camera prenotata poco prima di partire per il Marocco. Il tempo di appoggiare lo zaino sul trolley, di allungarsi verso il bancone, di riempire il modulo con i dati del passaporto, per fare un’agghiacciante scoperta: lo zainetto di tela nera non c’è più. Volatilizzato con portatile, portafoglio, carte di credito, contanti, macchina fotografica, beauty e tutto il necessario per sopravvivere in un paese straniero. Un’innocente menzogna, affiorata alle labbra giusto per far colpo sulla polizia – “Io sono una giornalista, una giornalista del New York Times” – dà il via a un crescendo tale di equivoci, bugie e fraintendimenti da generare un autentico carosello di false identità, doppi, travestimenti.

ALLA SCOPERTA DEGLI ULTIMI GRANDI LUOGHI SELVAGGI

Deciso a raccontare la magia di una natura incontaminata e la spontaneità degli animali colti nel loro habitat, “Gli ultimi grandi luoghi selvaggi” (Rizzoli, 224 pp, 75 euro, traduzione di P. Vallerga) offre una galleria di immagini scattate in oltre quarant'anni di carriera dal fotografo naturalista Thomas D. Mangelsen. Mosso dalla passione di preservare e condividere gli ultimi paradisi terrestri, Mangelsen si rivela non solo un grande fotografo naturalista, ma anche uno strenuo difensore della vita naturale del pianeta e un artista fuori dal comune. Dai maestosi elefanti e giraffe delle pianure ai piedi del Kilimangiaro agli orsi polari dell'Artico, dalle montagne e praterie alle giungle primordiali, Mangelsen avvolge il lettore nello spettacolo dei momenti più rari e segreti della vita quotidiana into the wild. "Gli ultimi grandi luoghi selvaggi", che è nel contempo un sobrio richiamo all'azione, un resoconto della lotta contro i cambiamenti climatici del pianeta, una celebrazione della natura allo stato brado e del suo valore assoluto, non costituisce solo una selezione di fotografie scattate in sei continenti nell'arco di una vita, ma anche una testimonianza degli ultimi grandi santuari naturali della terra, un omaggio in grado di ispirare le generazioni presenti e future, trasmettendo il messaggio che ciò che possediamo può e deve essere salvato. Prefazione di Jane Goodall. Testo di Todd Wilkinson.

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