Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Venezia: la storia
del primo
ghetto ebraico

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Venezia: la storia <br> del primo <br> ghetto ebraico

VENEZIA: LA STORIA DEL PRIMO GHETTO EBRAICO  

Organizzata in occasione del cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto di Venezia, la mostra “Venezia, gli ebrei e l’Europa 1516 – 2016”, fino al 13 novembre a Venezia, a Palazzo Ducale, descrive i processi che sono alla base della nascita, della realizzazione e delle trasformazioni del primo “recinto” al mondo destinato agli ebrei. Allo stesso tempo lo sguardo si allarga, abbracciando le relazioni stabilite con il resto della città e con altri quartieri ebraici (e non solo) italiani ed europei, a sottolineare la ricchezza dei rapporti tra gli ebrei e Venezia e tra gli ebrei la società civile, nei diversi periodi della loro lunga permanenza in laguna, in area veneta e in area europea e mediterranea. L’intento è infatti una maggiore consapevolezza delle diversità culturali esistenti nella Venezia cosmopolita d’inizio Cinquecento e della commistione di saperi, conoscenze, abitudini che ne costituiscono tuttora il principale patrimonio. L’arco cronologico preso in considerazione va oltre la caduta della Repubblica e l’apertura delle porte per volere di Napoleone: appare in mostra anche il ruolo degli ebrei nell’età dell’assimilazione e nel corso del Novecento. Importanti dipinti – da Bellini e Carpaccio, da Foraboschi a Hayez e Poletti, da Balla a Wildt fino a Chagall – disegni architettonici d’epoca, volumi in rarissime edizioni originali, documenti d’archivio, oggetti liturgici e arredi, ricostruzioni multimediali permettono di dar conto di una vicenda di lungo periodo, fatta anche di permeabilità, di relazioni e scambi culturali.  

 

CATANZARO: OMAGGIO A GIOSETTA FIORONI

Fino al 31 agosto il Museo Marca di Catanzaro dedica una retrospettiva a Giosetta Fioroni, una tra i maggiori protagonisti della pop art italiana ed esponente della scuola di Piazza del Popolo di Roma. La mostra “Giosetta Fioroni. Roma anni ’60”, ripercorre i primi anni della carriera dell’artista romana, attraverso 70 tele e carte d’argento realizzate tra gli anni sessanta e i primi anni settanta, momenti cruciali della sua ispirazione. Il percorso espositivo è inoltre ricco di documenti provenienti dall’Archivio Fioroni, come i bozzeti de “La Spia Otca”, performance che inaugurò nel 1968 il Festival Il Teatro delle Mostre, i disegni degli abiti di scena per l'opera Carmen, diretta da Alberto Arbasino nel 1967 per il Teatro Comunale di Bologna, i film in Super8 e 16mm del 1967, le illustrazioni per le copertine di libri. Il percorso espositivo si chiude idealmente con Grande freccia che indica la casa in campagna. È un lavoro che segna il suo abbandono alla mondanità che aveva caratterizzato, fino ad allora, la sua vita. Con Goffredo Parise decise infatti di lasciare Roma per ritrarsi a Salgareda, minuscola frazione di un piccolo paese sul Piave. Nell’opera, una piccolissima casetta sull’orizzonte viene evidenziata da una gigantesca freccia segnaletica, quasi una stella cometa sopra la sua nuova capanna.

 

 

VERONA: MARIA CALLAS, VITA DA DIVINA

“Maria Callas The Exhibition”, fino al 18 settembre, a Verona, nello spazio di AMO Arena Museo Opera, a Palazzo Forti, è la prima grande mostra dedicata alla Divina. Il racconto della straordinaria carriera artistica e della vita di Maria - anzi di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulous - la donna la cui vita, ricca di gioie e dolori, fu vissuta intensamente e finì troppo presto (1923-1977). La mostra è un viaggio nell’emozione: accompagnati dalla sua insuperata voce, da filmati d’epoca, interviste, foto e tantissimi oggetti appartenuti all’artista, si possono ammirare documenti, abiti e gioielli del tutto inediti, provenienti da archivi nazionali e internazionali e dallo stesso archivio personale dell’artista. L’anteprima veronese dell’esposizione – che partirà alla volta di un tour internazionale, da Atene a New York, da Parigi a Città del Messico - vuole essere un riconoscimento alla carriera della Divina, che 69 anni fa debuttava proprio in Italia all’Arena di Verona con La Gioconda di Amilcare Ponchielli: era il 2 agosto 1947. Nel 2017 ricorre il quarantesimo anniversario della morte di Maria Callas (16 settembre 1977) e il 70.mo anniversario del suo debutto internazionale, avvenuto in Italia all’Arena di Verona con La Gioconda di Amilcare Ponchielli (2 agosto 1947). Grande attenzione è riservata alle città in cui Maria Callas si è esibita e, in alcuni casi, ha vissuto, da Verona a Parigi.   

 

 

LONDRA: NEL SEGNO DI MISSONI 

Il Museo di Arte contemporanea di Gallarate, in collaborazione con la casa Missoni, presenta al Fashion and Textile Museum di Londra, fino al 4 settembre, la mostra “Missoni Art Colour” che esplora l’influenza dell’arte europea del 20.mo secolo nei disegni di Ottavio e Rosita Missoni, e comprende oltre 40 dipinti di artisti europei tra cui Gino Severini, Lucio Fontana, Benedetto Vedova e Sonia Delaunay. Oltre ai dipinti provenienti dal Museo di Gallarate e da collezioni private, molti dei quali mai esposti al pubblico prima, sono presentati coloratissimi arazzi, studi tessili e modelli di abiti. Come sottolineato dal direttore del Fashion and Textile Museum di Londra, Celia Jocey, alla presentazione dell’evento con la presenza dell’ambasciatore d’Italia a Londra Pasquale Terracciano, la mostra è la prima che celebra la iconica casa di moda Missoni nel Regno Unito in così larga scala, evidenziando quindi il profondo impatto che tale marchio italiano continua ad avere a livello mondiale.

 

GROSSETO: LE “BESTIACCE” DI STAINO  

“Bestie, Bestiacce & Bestioni” è il titolo della mostra personale di Sergio Staino che si svolge nel Palazzo dell’Abbondanza a Massa Marittima fino all’11 settembre e che domenica 21 agosto sarà inaugurata dallo stesso autore. Esposte alcune opere realizzate dal grande disegnatore e vignettista a partire dal 2000, anno in cui i suoi problemi di vista lo hanno costretto a modificare la tecnica espressiva, passando dai disegni tracciati a mano su carta a quelli realizzati con la tecnica digitale, una sorta di “acquarelli digitali”. “Mi sembrava un ripiego e in questo senso anche un passaggio triste - commenta oggi Staino -, in realtà ho scoperto una parte di mondo meravigliosa, le mille occasioni di raccordo, di confronto e di cambiamento che il touch screen mi offriva”. Sono quindi in mostra opere che si possono definire “pittoriche”, diverse e più complesse rispetto alle vignette che solitamente troviamo sulle pagine dei giornali. Inoltre, sono centrate sull’unico, attualissimo tema dell’ambiente e raccontano l’impegno di Staino a fianco di coloro che si battono per un ecosistema ed una agricoltura sana.  In mostra sono esposte per la prima volta anche le due grandi tele di 2 metri per 2 con i disegni delle fantastiche “Bestie” in corteo (del 2016), che Staino ha realizzato con il figlio Michele per Belvedere impianto Tmb di Peccioli, una versione più piccola rispetto alla monumentale opera collocata nella grande discarica. “Si tratta di un cambio stilistico - spiega Maurizio Boldrini, docente di giornalismo all’Università di Siena che ha scritto l’introduzione della mostra -  ma non certo quello dei contenuti etici e politici della produzione artistica di Sergio Staino. Bobo ha un cuore che batte a sinistra, che è rosso antico, ma con profonde venature di un verde genuino. Sta tra le bestie della sua campagna e tra quelle create dalla sua immensa fantasia e su di esse si riversa a sua sagace ironia, però essendo animalista convinto, non trasforma quasi mai in cattiveria”.

(© 9Colonne - citare la fonte)