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Terremoto, i danni della demagogia

Terremoto, i danni della demagogia

di Riccardo Sabbatini

 

Presidente dell’Ania, (la lobby degli assicuratori) era ancora Alfonso Desiata quando, nel 1997, fu proposto un sistema assicurativo per risarcire le conseguenze delle catastrofi naturali. In venti anni nulla è stato fatto. Nel frattempo lo Stato continua a pagare in media 3 miliardi l’anno per le spese di ricostruzione. Modesta è la prevenzione antisismica degli edifici per i pochi soldi e la dabbenaggine degli amministratori pubblici. Gli sfollati rimangono per molti anni a vivere nei container e in occasione di un nuovo sisma, com’è accaduto in questi giorni ad Amatrice, crollano anche i balconi degli alloggi allestiti dopo il terremoto precedente (Aquila, 2009). In una parola, è l’Italia. Il sistema attuale prevede che lo stato risarcisca ex post i danni ai cittadini. Dopo ciascun terremoto un decreto fissa anche la percentuale dei rimborsi. In passato si aggirava tra il 70 e all’80 per cento. Berlusconi, dopo l’Aquila, la fisso al 100 per cento. Tanto, non pagava lui. 
Il ruolo totalizzante dello stato non incoraggia i cittadini ad essere più responsabili. È inefficiente e spesso favorisce infiltrazioni criminali. Un sistema assicurativo darebbe maggiori certezze sulla stima dei danni e la velocità dei rimborsi, spingerebbe i proprietari di immobili a ristrutturali con sistemi antisismici per abbassare i premi assicurativi. Perché non si realizza? Il motivo è la demagogia. Tutte le volte che è stato prospettato, sotto forma di un sistema obbligatorio o semiobbligatorio (necessario per contenere il costo medio delle polizze) si è infranto contro la vox populi che si stava introducendo una nuova tassa. Ma perché i 3 miliardi l’anno che paga l’erario ogni anno non sono fronteggiati da imposte? Per il rischio di perdere consensi i politici preferiscono soprassedere. “Sarei un pazzo se proponessi qualcosa del genere in Parlamento”, ha detto un paio di anni fa il vice ministro all’economia Enrico Zanetti in un incontro con assicuratori. Verrebbe voglia di parafrasare Fortebraccio: “Zanetti, dalla fronte inutilmente spaziosa”.

(da inpiu.net )

 

 

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