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direttore Paolo Pagliaro

L’oltraggio a Ciampi
da Salvini agli stadi

L’oltraggio a Ciampi <br> da Salvini agli stadi

di Paolo Pagliaro

(19 settembre 2016) Il minuto di silenzio in onore di Carlo Azeglio Ciampi sui campi della serie A è stato sommerso da fischi e ululati in numerosi stadi: a Verona, Torino, Udine, Roma e persino nella città di cui Ciampi era figlio orgoglioso, Livorno.

Ciampi aveva evitato che l’Italia fallisse, ma evidentemente l’impresa non è riuscita del tutto.

Dopo l’oltraggio di Salvini, che il giorno della morte aveva definito Ciampi un traditore, forse la memoria di quello statista mite avrebbe dovuto essere sottratta al giudizio delle arene. Ha scritto Salvatore Merlo sul Foglio che la gogna in Italia è diventata una cultura. Uno stile. Un metodo. Un clima morale. E’ praticata dalla politica, è coccolata dai giornali e dalle televisioni.

In Parlamento si espongono cappi e fotografie di presunti colpevoli, alludendo al linciaggio; in prima pagina si pubblicano liste di proscrizione e nomi di presunti traditori; sui siti internet – persino su quello di un partito che si presume di governo – dei nemici ci sono volti, nomi e talvolta indirizzi. Si è imposta – osserva Salvatore Merlo - una grammatica fuori controllo che ha liberalizzato il turpiloquio, l’insulto e l’invettiva personale come fossero veraci manifestazioni di libertà e non segnali d’imbarbarimento. Ha avuto via libera il massacro della civiltà dei rapporti, del rispetto tra avversari, di quel tono signorile che non è una formalità, ma un modo di essere, di comportarsi, di vivere con gli altri. E se questo è lo stile della politica e dei giornali non stupisce che lo sia anche della gente comune.

Non commemoriamole più, negli stadi, le persone perbene.

(© 9Colonne - citare la fonte)