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direttore Paolo Pagliaro

Il Palazzo si prepara
al Giorno del Giudizio

Il Palazzo si prepara <br> al Giorno del Giudizio

di Paolo Pagliaro

(22 settembre 2016) Politica e giornalismo sono in grande fibrillazione per l’approssimarsi del referendum, presentato come il Giorno del Giudizio. In realtà modifiche parziali o sostanziali della Costituzione non sono una novità nella storia della nostra repubblica. Dal 1948 ad oggi sono state approvate dal Parlamento una quarantina di leggi e due riforme che hanno integrato o modificato profondamente il testo della Carta costituzionale. L’elenco si trova in un volumetto – “La Costituzione italiana” – scritto da Calogero Virzì e pubblicato in questi giorni dall’editore Trevisini.

Con i tre articoli che modificano la Parte I è stata abolita la pena di morte prevista dalle leggi militari, è stato esteso il diritto di voto agli italiani all’estero e sono state promosse le pari opportunità tra uomini e donne.

Con i sedici articoli con cui è stata modificata la Parte II si è intervenuti prevalentemente su norme che riguardano il funzionamento della macchina dello Stato: dalla definizione del numero dei deputati eletti all’estero alla durata della legislatura, dall’autorizzazione a procedere da parte delle Camere nei confronti dei parlamentari inquisiti, alla regolamentazione delle norme su amnistia e indulto. L’ultimo intervento è stato l’inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio, enunciato ideologico che peraltro risulta difficile rispettare.

Una riforma radicale della Costituzione fu realizzata dal centrosinistra nel 2001, con la modifica del titolo V riguardante i poteri di Regioni, Province e Comuni. Cinque anni dopo, il centrodestra propose di modificare 52 articoli introducendo norme che avrebbero dovuto sancire l’avvento del federalismo, della devolution e del premierato. Ma in questo caso la riforma, approvata dal parlamento, fu bocciata dagli elettori con il referendum del 25 giugno del 2006.

La differenza tra allora e oggi è che allora si votò sulla Costituzione e non sul presidente del Consiglio.

(© 9Colonne - citare la fonte)