Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Referendum, i comitatati all'estero a sostegno del Sì

Referendum, i comitatati all'estero a sostegno del Sì

I COMITATI “BASTAUNSÌ” NEL MONDO Comitati per il sì al prossimo referendum costituzionale sono nati nel Sud della Germania: a Monaco, Karlsruhe e Metzingen. E non solo.  “Dai circoli del Partito Democratico dell’Argentina è scaturito l’impegno determinante per la costituzione dei ‘Comitati per il SI’ in tutto il Paese”, fa infatti sapere il segretario del Pd in Argentina Francesco Rotundo. A Buenos Aires, Moron, Mar del Plata e La Plata sono già nati i primi comitati, e altri si stanno costituendo in tutta l'Argentina.  Anche a Sydney come a Tunisi sono nati comitati "Basta un sì" così come continuano a nascere in America Meridionale. Su iniziativa del Partito Democratico e in maniera particolare del parlamentare Pd eletto in Sudamerica Fabio Porta, sono nati nei mesi scorsi i comitati di Porto Alegre, Brasilia e San Paolo in Brasile. A settembre è stata invece è stata la deputata italo-brasiliana Renata Bueno ad inaugurare il Comitato “Brasile per il sì” a Rio de Janeiro.

FEDI E GIACOBBE: OFFRIREMO OCCASIONI DI APPROFONDIMENTO I parlamentari del Pd Marco Fedi (deputato) e Francesco Giacobbe (senatore) sono favorevoli alla legge di riforma costituzionale, "una legge - si legge in una nota- che è stata votata tre volte in Senato e che in tutti e sei i passaggi parlamentari ha sempre sfiorato il 60% dei consensi, e confermano il loro impegno per la campagna a favore del "Sì". Per spiegare le ragioni del "Sì", i parlamentari democratici parteciperanno nelle prossime settimane ad un ciclo di incontri che si terranno in diverse città della loro Ripartizione. Questi appuntamenti saranno l'occasione per confrontarsi con la comunità italiana su alcune delle maggiori emergenze istituzionali del nostro Paese che la riforma intende risolvere. "Votare al Referendum rappresenta un atto di partecipazione civile informata e consapevole, prima che una scelta politica. Per questo motivo - sottolineano i parlamentari - la nostra campagna per il Sì sarà focalizzata nel merito della legge, articolo per articolo, modifica per modifica. Il nostro obiettivo sarà di offrire ai nostri connazionali residenti all' estero occasioni concrete di approfondimento. Poter giudicare nel dettaglio il contenuto e il significato dei singoli articoli della Costituzione come rinnovati dalla riforma, siamo convinti, farà la vera differenza" concludono Fedi e Giacobbe.

GARAVINI (PD): LA RIFORMA E’ UNA GRANDE CONQUISTA PER GLI ITALIANI NEL MONDO Anche Laura Garavini, della Presidenza del Gruppo del Pd alla Camera dei Deputati, eletta nella Circoscrizione Europa sostiene le ragioni del “Sì” al referendum costituzionale. "La riforma costituzionale rappresenta una importante conquista per gli italiani nel mondo perché garantisce il mantenimento della circoscrizione estero - cioè la voce degli italiani nel mondo nel Parlamento italiano. Una presenza che è stata spesso messa in discussione, anche di recente, da numerose forze politiche” ha sottolineato intervenendo a Liegi e a Bruxelles. “Approvando la riforma costituzionale, con la vittoria del SI, i 12 rappresentanti degli italiani nel mondo saranno presenti a tutti gli effetti nella Camera dei Deputati, che sarà quella di maggiore peso, dal momento che dà la fiducia al Governo e approva tutte le leggi. Il numero dei parlamentari eletti all'estero nel totale diminuisce di un terzo, in linea con la riduzione dei parlamentari a livello nazionale” spiega Garavini. “Chi vorrebbe che il referendum fallisse spesso fa strumentalmente confusione tra la riforma costituzionale e la Legge elettorale ‘Italicum’. Si tratta di due cose diverse. Noi siamo chiamati a votare solo ed esclusivamente sulla riforma costituzionale. L'Italicum è proprio un'altra Legge, una Legge ordinaria, già approvata in Parlamento. Nella quale tra l'altro è previsto qualcosa di molto positivo per noi che viviamo fuori dai confini. Infatti grazie al Pd abbiamo introdotto il voto per corrispondenza anche per gli italiani temporaneamente all'estero, come gli Erasmus.   Rispetto al fatto che la legge elettorale preveda che i voti degli italiani all'estero non concorreranno alla concessione del premio di maggioranza non posso che ricordare che già oggi è così: col Porcellum (reso nel frattempo incostituzionale da una sentenza della Corte Costituzionale) i 12 seggi assegnati dalla Circoscrizione estero alla Camera dei Deputati non contribuivano a fare scattare il premio di maggioranza perché il sistema elettorale per l’estero era diverso da quello utilizzato per i residenti in Italia. Con l'italicum il sistema di voto per l’estero rimane inviariato e, come in passato, non è previsto che si mischi con un sistema diverso come quello che vale per i residenti in Italia”. “La riforma – conclude Garavini- inoltre non tocca i poteri del Presidente del Consiglio. Abolisce il bicameralismo perfetto per aumentare la governabilità del Paese, ma non attribuisce più poteri al Governo. La democrazia diventa più efficace senza fare passi indietro sul fronte dell'equilibrio dei poteri. Nel sistema attuale, il potere di vita o di morte su un Governo, invece, lo hanno avuto spesso due o tre senatori eletti in piccoli partitini che magari hanno cambiato opportunamente partito di appartenenza, magari ottenendo favori o promesse di rielezione. Questo con la nuova riforma, abbinata all'Italicum, non sarà più possibile”.

MICHELONI (PD): IO DICO NO Ma c’è anche chi si schiera per il “no”. Come Claudio Micheloni, senatore del Partito democratico eletto all’estero che si è esposto per il ‘no’ al referendum costituzionale del 4 dicembre. L'effetto concreto di questa riforma – spiega - sarà la riduzione della sovranità popolare, la compressione dell'autonomia del Parlamento e una inaudita concentrazione di potere nelle mani di pochi individui; in secondo luogo, gli obiettivi dichiarati della riforma, vale a dire semplificazione dei processi decisionali e riduzione dei costi della politica, non saranno conseguiti se non in misura molto marginale, ai limiti dell'irrilevanza, e pagando un prezzo molto elevato. Inoltre, gli italiani all'estero saranno penalizzati fino a un punto tale da configurare una cittadinanza di serie B”. La decisione è motivata soprattutto dalle conseguenze che la riforma avrebbe sulla rappresentanza degli italiani all’estero. “La questione è semplice: se vince il Sì il Senato non sarà abolito, la rappresentanza degli italiani all'estero invece sì. Il voto degli italiani all'estero varrà due volte meno se consideriamo la nuova legge elettorale: gli italiani all'estero non potranno decidere chi governa - poiché il loro voto non sarà conteggiato ai fini dell'assegnazione del premio di maggioranza e non sarà possibile prendere parte al ballottaggio - e non saranno rappresentati nella cosiddetta Camera delle Autonomie”.

UNA CAMPAGNA SOCIAL PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO Ha preso il via nei giorni scorsi  la campagna di informazione sul referendum costituzionale del 4 dicembre dedicata ai cittadini italiani residenti nella Circoscrizione Asia, Africa, Oceania, Antartide. Per promuovere la partecipazione al voto dei cittadini italiani è stato realizzato un sito web raggiungibile all’indirizzo http://www.yesdownunder.com. Sono, inoltre, attivi i profili sociali dei comitati agli indirizzi https://www.facebook.com/yesdownunder/ per l’Australia e https://www.facebook.com/Basta-Un-Si-Tunisia-169789606759588/ per la Tunisia.

(red- 20 ott)

(© 9Colonne - citare la fonte)