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direttore Paolo Pagliaro

Referendum costituzionale
o referendum sociale?

Referendum costituzionale <br> o referendum sociale?

di Paolo Pagliaro

(8 dicembre 2016) L’Istituto Cattaneo si chiede se quello di domenica sia stato un referendum costituzionale o un referendum sociale. E dice che la risposta giusta è la seconda. Analizzando la distribuzione dei si e dei no nei seggi di una grande città come Bologna, il Cattaneo rileva che nelle sezioni relativamente più povere – dove il reddito medio degli elettori è inferiore ai 18 mila euro – c’è la più alta percentuale di no. Nei quartieri della città economicamente più forti il voto è invece favorevole alla riforma.
Un altro indicatore utilizzato è quello anagrafico. La percentuale di voti per il no risulta nettamente superiore nelle sezioni più giovani, con età mediana inferiore ai 45 anni. Al contrario, nelle sezioni caratterizzate da un elettorato più anziano prevale il si.
Un terzo nesso indicato dai ricercatori bolognesi è quello tra il referendum e la paura dell’immigrazione. Aggregando la percentuale di persone straniere presenti in ciascuna sezione, risulta chiaramente che il no prevale nelle aree dove la quota di immigrati supera il 14%, mentre nelle sezioni dove la quota di persone straniere è inferiore al 7% il voto contrario alla riforma è in netta minoranza. Il referendum costituzionale – conclude l’Istituto Cattaneo - è diventato così uno strumento utilizzato dagli elettori per dare sfogo al loro malessere economico e sociale.
Che si sia trattato di un referendum sociale lo pensano anche gli analisti del Centro Italiano Studi Elettorali quando mettono in rilievo come nei 100 comuni con la percentuale più alta di disoccupati abbia vinto il no con il 66% mentre nei 100 comuni con la disoccupazione più bassa il si ha prevalso con il 59%. Sembra insomma che non sia stato solo il futuro del Cnel a indurre 33 milioni di italiani a uscire di casa per recarsi ai seggi.

(© 9Colonne - citare la fonte)