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direttore Paolo Pagliaro

Festival internazionale di fotografia di Roma

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Festival internazionale di fotografia di Roma

"Roma, il mondo" è il tema della 15.ma edizione del festival internazionale Fotografia che si tiene fino all’8 gennaio al Macro di Roma. Protagoniste le mostre “Fold and unfold” di Kate Steciw e Letha Wilson. E’ il quarto capitolo di una ricerca curatoriale avviata da Alessandro Dandini de Sylva sui nuovi linguaggi della fotografia contemporanea. Sperimentando nuove tecniche analogiche e digitali, le due artiste americane oltrepassano i confini tradizionali della fotografia, liberando l’immagine fotografica dai limiti della bidimensionalità. Letha Wilson trasforma immagini piatte in oggetti scultorei sovrapponendo in lavori complessi e ibridi stampe fotografiche, metallo e cemento. Kate Steciw interroga invece il rapporto tra realtà e rappresentazione virtuale, creando collage fotografici digitali che combinano immagini scattate da lei stessa con materiale visivo trovato o acquistato su internet. Presentata anche mostra del vincitore e dei finalisti del Premio Iila-Fotografia 2016. Esposti per la prima volta il progetto Héroes del brillo del vincitore Federico Estol (Uruguay), e i lavori degli altri finalisti: Belén Pinto Droguett (Cile), menzione d’onore con il progetto “Vestigios”; Javier Rocco (Argentina), con il progetto “Desolación”; Nicole Pinzón Hernández (Colombia); Jesús Hdez-Güero (Cuba), con il progetto “Calados capitales en lugares de paso”; Daniella Profeta (Perù), “Hitos Mortuorios”.

LONDRA: OMAGGIO AL CARAVAGGISMO

Grande successo di pubblico e critica alla National Gallery di Londra per “Beyond Caravaggio”, la prima grande mostra in Gran Bretagna che esplora l'influenza di Caravaggio nell'arte dei suoi contemporanei e seguaci. Fino al 15 gennaio l’esposizione, nata da una collaborazione tra le National Gallery di Londra, Irlanda e Scozia, esplora l'influenza del grande artista sull'arte dei suoi contemporanei e seguaci. Dopo il debutto pubblico romano di Caravaggio nel 1600, artisti provenienti da tutta Italia ed Europa -francesi, fiamminghi, olandesi, spagnoli - accorrevano a Roma per vedere il suo lavoro. Sedotti dalla forza pittorica e narrativa dei suoi dipinti, molti hanno continuato a imitarne il naturalismo e i drammatici effetti di luce. La precoce morte del Caravaggio, a 39 anni, rese i suoi dipinti molto richiesti e il suo stile ebbe molta fortuna. Poi, alla metà del 17.mo secolo, cadde in disgrazia e ci vollero quasi trecento anni per vederlo pienamente riconosciuto.

AREZZO: UN TÈ CON LA REGINA ELISABETTA

Il "Munacs", Museo Nazionale del Collezionismo Storico di Arezzo, festeggia i 90 anni di Elisabetta II dedicandole la mostra "Un tè con la regina" con oltre 200 "potteries vintage" commemorative, cioè ceramiche antiche provenienti dalla collezione privata della giornalista, scrittrice e blogger Marina Minelli. Fino al 6 gennaio sono esposte oltre 200 preziose ceramiche commemorative prodotte a Stoke on Trent, cuore del famoso distretto inglese delle ceramiche. “La tradizione dei commemoratives, creati per celebrare i grandi eventi legati alla famiglia reale, dai matrimoni alle incoronazioni, dalle nascite ai giubilei, inizia verso la metà del XVII secolo - spiega Marina Minelli - tutti i sovrani britannici hanno avuto diritto alle loro memorabilia di ceramica, ma con Elisabetta II la consuetudine è diventata un vero e proprio fenomeno di costume”. La lunga vita della regina, la nascita di figli e nipoti, i matrimoni, i compleanni, i tre giubilei e il record del regno più lungo hanno offerto lo spunto per un'infinità di oggetti creati e prodotti dalle più famose aziende del Regno Unito. Il Munacs è l’unico museo italiano dedicato al collezionismo inteso come arte di conservare la storia attraverso gli oggetti del passato.

VENEZIA: BURRI E SCIANNA, MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA

La Casa dei Tre Oci di Venezia ospita, fino all’8 gennaio, le opere di due maestri della storia della fotografia ed entrambi membri della prestigiosa agenzia fotografica Magnum. Le sale dello spazio veneziano sull’isola della Giudecca presentano le rassegne “René Burri. Utopia” e “Ferdinando Scianna. Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo”. Di René Burri (Zurigo, 1933-2014) sono riunite oltre 100 immagini dedicate all’architettura, con scatti di famosi edifici e ritratti di architetti. La fotografia di Burri nasce dal bisogno di raccontare i grandi processi di trasformazione e i cambiamenti storici, politici e culturali del Novecento con una forte attenzione verso alcuni personaggi (indimenticabili i suoi ritratti di Che Guevara e Pablo Picasso) che ne hanno fatto parte. Accanto a ritratti e costruzioni, in Utopia si ritrovano anche le immagini di eventi storici particolarmente densi di contrasti e di speranze, come la caduta del muro di Berlino o le proteste di piazza Tienanmen a Pechino nella primavera del 1989. La mostra dedicata a Ferdinando Scianna è frutto del lavoro fotografico realizzato su incarico di Fondazione di Venezia e realizzato appositamente per i Tre Oci in occasione del cinquecentenario della fondazione del Ghetto ebraico a Venezia. Scianna ha realizzato un reportage fotografico in pieno stile Street Photography, raccogliendo immagini inerenti la vita quotidiana del Ghetto, senza tralasciare ritratti, architetture, interni di case e luoghi di preghiera. Chiese, ristoranti, campi, gondole sono i soggetti che animano il panorama visivo del progetto.

FERRARA: NEL MITO DELL’ORLANDO FURIOSO

Il 22 aprile 1516, in un’officina tipografica ferrarese, terminava la stampa dell’Orlando furioso, opera simbolo del Rinascimento italiano. Nel quinto centenario la Fondazione Ferrara Arte e il ministero dei Beni culturali celebrano il poema con un’esposizione che si tiene fino all’8 gennaio a Palazzo dei Diamanti a Ferrara. I visitatori della mostra “Orlando furioso 500 anni” sono condotti in un appassionante viaggio nell’universo ariostesco, tra immagini di battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e magie. A guidarli saranno i capolavori dei più grandi artisti del periodo, da Paolo Uccello ad Andrea Mantegna, da Leonardo da Vinci a Raffaello, da Michelangelo a Tiziano a Dosso Dossi: creazioni straordinarie che faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato dell’Italia delle corti in cui il libro fu concepito. Grazie al sostegno dei maggiori musei del mondo, le opere conosciute o ammirate dal poeta, sono riunite a Ferrara per dare vita ad un appuntamento espositivo irripetibile: dall’olifante dell’XI secolo, che la leggenda vuole sia il corno di Orlando che risuonò a Roncisvalle, alla straordinaria Scena di battaglia di Leonardo da Vinci proveniente da Windsor; dalla preziosa terracotta invetriata dei Della Robbia raffigurante l’eroico condottiero Scipione dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, al romantico, trasognato Gattamelata di Giorgione dagli Uffizi, celebre comandante di ventura ritratto nella sua luccicante armatura moderna; dal raffinato dipinto di Andromeda liberata da Perseo di Piero di Cosimo degli Uffizi, fonte dell’episodio di Ruggero che salva Angelica dalle spire del drago, all’immaginifica e monumentale visione di Minerva caccia i vizi dal giardino delle virtù di Andrea Mantegna del Louvre, che Ariosto vide nel camerino d’Isabella d’Este, le cui figure fantastiche ricompaiono nel corteo di mostruose creature incontrato da Ruggero nel regno di Alcina.

(© 9Colonne - citare la fonte)