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Ma davvero i deputati
pensano al vitalizio?

Ma davvero i deputati <br> pensano al vitalizio?

di Paolo Pagliaro

(15 dicembre 2016) Un deputato eletto nel 2013, quando aveva 27 anni, e che cesserà il suo mandato nel 2018 senza essere riconfermato, percepirà nel 2051 (cioè a 65 anni) una pensione compresa tra i 900 e i 970 euro al mese. Se invece sarà rieletto, quando avrà 60 anni potrà contare su circa 1.500 euro al mese.

Di questa entità sono le pensioni dei parlamentari da quando – cinque anni fa - il governo Monti varò la riforma Fornero, costringendo anche il Parlamento e i consigli regionali ad approvare una forte riduzione degli assegni di quiescenza che spettavano ai loro membri.

Il nuovo regolamento di Camera e Senato cancellò il vitalizio, che fu ribattezzato “pensione dei deputati” e “pensione dei senatori”. Il metodo con cui viene calcolato l’assegno è quello contributivo, in cui cioè l’importo è legato ai contributi che vengono effettivamente versati. Per ottenere la pensione, deputati e senatori devono restare in carica per 5 anni effettivi e percepiscono l’assegno dopo il compimento del 65esimo anno di età. Per ogni anno in cui resta in carica oltre i primi cinque, il parlamentare può godere della pensione con un anno di anticipo, anche se in nessun caso può iniziare a percepirla prima dei 60 anni.

In caso di fine anticipata della legislatura (come è possibile che accada anche questa volta) le frazioni di anno contano come un anno intero se sono trascorsi più di sei mesi. Questo significa che per far scattare il diritto alle pensioni, l’attuale legislatura dovrà durare almeno 4 anni, sei mesi e un giorno. Dovrà quindi terminare non prima del prossimo 15 settembre. Solo dopo questa data circa due terzi degli attuali parlamentari - che sono al loro primo mandato perché grazie a Grillo e Bersani il Parlamento è stato profondamente rinnovato - matureranno i requisiti per incassare, quando avranno i capelli bianchi, i loro mille o millecinquecento euro lordi al mese. Immaginare che sia questo il motivo per cui i giovani parlamentari impediranno le elezioni anticipate, significa considerarli dei pezzenti, totalmente inadeguati a rappresentare la nazione che li ha eletti. Io invece penso che questo pregiudizio sia infondato, e che le elezioni anticipate ci saranno.

(© 9Colonne - citare la fonte)