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direttore Paolo Pagliaro

Protezionismo
al supermercato

Protezionismo <br> al supermercato

di Paolo Pagliaro

(10 febbraio 2017) La crisi degli ultimi anni ha modificato comportamenti e stili di consumo degli italiani. Timori e scetticismo sul futuro restano molto diffusi, ma la percentuale di quanti confidano in una ripresa è in leggera crescita: il 37% dei cittadini immagina che quest’anno l’economia italiana andrà meglio. In questo scenario, una ricerca dell’Istituto Demopolis per IBC, l’Associazione delle Industrie dei Beni di Consumo, ha analizzato gli elementi che influenzano maggiormente le scelte delle famiglie.

La prudenza degli ultimi anni pesa ancora: la variabile “costo e promozioni” incide sui comportamenti di oltre i due terzi dei cittadini alle prese con la spesa alimentare. Al secondo posto, c’è la notorietà della marca, che è decisiva nelle scelte di acquisto del 60% degli italiani; un peso significativo lo esercita, per il 57%, l’italianità delle produzioni. Sui comportamenti d’acquisto incide anche l’abitudine: circa un intervistato su due ammette di preferire spesso un prodotto già testato ed apprezzato. Interessante appare il trend Demopolis su come sono cambiati i criteri di scelta dall’inizio della crisi a oggi. La variabile “costo” aveva una incidenza del 59% nel 2011; era poi balzata al 72% nel 2013, nel momento di maggior preoccupazione per il Paese. Oggi decresce al 68%, ma resta forte la tendenza dei consumatori a cercare i beni al miglior prezzo possibile. La fiducia nella marca è rimasta importante anche negli anni più difficili: ed oggi, pur avvertendo una perdita di potere d’acquisto, 6 italiani su 10 continuano a prediligere le marche più note.

Un po’ di protezionismo si respira anche al supermercato. Dal 2015 ha assunto infatti un ruolo molto significativo l’italianità delle produzioni: era ritenuta importante da meno di un cittadino su due nel 2011; oggi – secondo i dati rilevati dall’Istituto diretto da Pietro Vento – ha un peso significativo nelle scelte di 57 consumatori su 100.

La crisi economica sembra premiare le cose fatte bene. Cresce l’incidenza della qualità fra le motivazioni di scelta. Qualcosa è cambiato anche nel valore percepito della marca: gli italiani – secondo le analisi qualitative condotte per IBC dall’Istituto Demopolis – rivelano fiducia crescente verso le imprese che risultano più attente all’impegno sociale e al rispetto dell’ambiente.

(© 9Colonne - citare la fonte)