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PD, EMILIANO SCINDE LA MINORANZA

E così le scissioni sono state due. La prima l’ha fatta la minoranza bersaniana, che insieme al governatore della Toscana, Enrico Rossi, non ha partecipato alla direzione nazionale del partito sancendo di fatto la rottura. La seconda, per certi versi meno attesa, è stata quella del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che dopo giorni di travaglio ha deciso di restare nel Partito democratico e di candidarsi contro Matteo Renzi al prossimo congresso. Non è arrivata, invece, la candidatura del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che sarebbe probabilmente sceso in campo qualora non fossero arrivate altre candidature in opposizione all’ex segretario. I lavori della direzione dem sono iniziati con l’intervento del presidente uscente, Matteo Orfini, che ha letto i nomi dei membri della commissione congressuale che sarà composta da Silvia Fregolent, Martina Nardi, Mauro Del Barba, Alberto Losacco, Caterina Bini, Ernesto Carbone, Tommaso Ginoble, Emilio Di Marzio, Teresa Piccione, Roberto Morassut, Micaela Campana, Claudio Mancini, Michele Bordo, Andrea De Maria, Paolo Acunzo, Lorenzo Guerini, Roberto Montanari, Antonio Rubino. “La candidatura di Michele Emiliano - ha poi spiegato Orfini - porterà a delle ovvie integrazioni per dare rappresentanza alla sua candidatura”. L’ex presidente ha poi criticato le accuse mosse dalla minoranza nelle ore successive all’assemblea di domenica scorsa: “Quando un segretario si dimette lascia le sue funzioni ed è improprio rivolgersi a lui per ciò che concerne le regole e lo svolgimento del congresso”. Orfini ha poi lanciato un ulteriore appello a chi in queste ore ha dichiarato la sua uscita dal Pd: “Quello che è emerso nel dibattito della nostra assemblea di domenica scorsa non giustifica - a mio avviso - degli addii. Ho sentito in queste ore Michele Emiliano, Roberto Speranza ed Enrico Rossi per cercare di farli partecipare a questa direzione. È uno sforzo che continuerò a fare anche nei prossimi giorni con chi oggi non è presente”.

IL “LODO” CUPERLO. A dominare la scena, la proposta di mediazione avanzata da Gianni Cuperlo, che dopo aver espresso la sua profonda preoccupazione per la scissione in atto, “un danno storico destinato ad immiserire il senso e la portata del Pd”, ha suggerito un percorso condiviso: “Rimettiamo mano alle regole, mediamo le posizioni, come facemmo quando si candidò Matteo Renzi, che fu una novità importante di cui dovevamo tener conto. Propongo quindi di fare il congresso a luglio, dopo aver svolto una conferenza programmatica e dopo le elezioni amministrative. Non penso che nessuno potrà sentirsi offeso da questa proposta”. Il “lodo Cuperlo” non ha però convinto i renziani, che con Ricci, Parrini e Fiano si sono detti contrari a sovrapporre il voto alle amministrative con il congresso del partito, pur apprezzando il tentativo dell’ex presidente del partito.

LA CANDIDATURA EMILIANO. È poi arrivato l’atteso intervento del governatore della Puglia, che ha formalizzato la sua candidatura: “Mi candiderò alla segreteria del Partito democratico perché questa è casa mia, è casa nostra. E nessuno può cacciarmi”. Emiliano ha poi lanciato nuovi attacchi a Matteo Renzi e ai suoi fedelissimi: “Sorrido quando le persone che oggi mi danno dell'esitante continuano a sostenere un segretario che ha diviso inutilmente il Paese e il Partito democratico. Enrico Rossi e Roberto Speranza sono persone per bene. Sono stati trattati con sufficienza e arroganza da chi ha governato questo partito e oggi vuole vincere un congresso senza consentire a chi si candida di poter girare neanche la metà delle federazioni che voteranno perché ha paura che il racconto dei suoi errori possa indebolirlo”. Un congresso “con rito abbreviato”, secondo Emiliano, nato da un “conflitto per il conflitto” e “dalla distruzione di ogni ipotesi di comunità per ambire al potere assoluto”. Secondo il governatore pugliese, i candidati alla segreteria non avranno il tempo di presentarsi ad oltre la metà delle federazioni, un percorso che faciliterà la vittoria di Renzi. (Fas – 21 Feb)

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