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direttore Paolo Pagliaro

“Erotica/mente”:
tra i paesaggi
immaginari dell'eros

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“Erotica/mente”: <br> tra i paesaggi <br> immaginari dell'eros

Per celebrare l’Eros e la sua influenza sugli artisti moderni, lo spazio Edonè di Vittoria (provincia di Ragusa), presenta la mostra “Erotica/mente – tra i paesaggi dell’immaginario” visitabile fino al 12 marzo. L’esposizione raccoglie circa quaranta lavori tra disegni, incisioni, dipinti e sculture, tra le opere esposte spiccano i nomi di Manet, Pissarro, Rodin, Denis, Schiele, Grosz, Bellmer oltre a Guttuso, Tamburi, Manzù, Ziveri, Greco, Vacchi, Vacchi, De Andreis, Orquin. Un nucleo di più di quaranta lavori tra dipinti, disegni, incisioni e sculture che coprono quasi tutto il periodo dell’arte moderna partendo dagli impressionisti sino agli artisti del dopoguerra. Le opere esposte si basano su visioni plurali, non soffermandosi necessariamente ed esclusivamente sul corpo femminile o maschile, nudo o vestito, o sulla sua sessualità.

CORTINA: LA MAGIA DEI 4 ELEMENTI

Fino al 12 marzo Farsettiarte ospita nella sede di Cortina una mostra dedicata ai quattro elementi: Acqua, Terra, Fuoco, Aria, considerati dagli artisti di ogni epoca fonte d’ispirazione. Nell’arte contemporanea i quattro elementi si possono incontrare tanto nelle opere figurative, quanto in quelle astratte informali, nelle performance dei Nouveaux Réalistes e nell’Arte Povera, negli artisti concettuali e in quelli iper-realisti, rivalutando la dimensione primordiale e la connotazione evocativa-simbolica. Molti artisti cercano di esprimere i concetti di energia, vitalità, rinascita, divenire ciclico, metamorfosi; si sono sforzati di capire i processi di creazione, distruzione e trasformazione che hanno segnato la storia dell’uomo e dell’universo e hanno cercato di tradurli nelle loro opere. Da allora, nel corso dei secoli, i quattro elementi sono stati oggetto di studi alchemici, di rappresentazioni allegoriche, magiche, immaginifiche o scientifiche. Hanno rappresentato valori archetipi fondamentali e la loro iconografia ha segnato in maniera indelebile l’immaginario collettivo. Non solo i filosofi, ma anche i letterati e gli artisti hanno affrontato l’argomento e hanno dato la loro interpretazione personale. In mostra opere, tra gli altri, di Enrico Baj, Alberto Burri, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Giovanni Fattori, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Marino Marini, David Medalla, Giulio Turcato.

ROMA: I PAESAGGI UNGHERESI DI BOZSÓ

L’Accademia d’Ungheria in Roma ricorda il pittore János Bozsó (1922-1998), con la mostra “János Bozsó Paesaggi – Sentimenti”, fino al 19 marzo, che presenta 50 opere che rimandano la sua lirica ricerca sul paesaggio ungherese, in particolare a quello della grande pianura ungherese, luogo di nascita dell’artista, pittore Premio Munkácsy. I suoi quadri espressivi, tracciati rigorosamente a colori pieni, sono innanzitutto di ispirazione emotiva e trasmettono i vari stati d’animo del loro autore. La vita e l’opera dell’artista sono determinate dalla presenza continua del contrasto tra luce ed ombra. Nelle opere del pittore appaiono regolarmente la gioia della luce del Sole che spiazza tutto, gli alberi che si dissolvono nella nebbia, l’estasi silenziosa dell’ondeggiare delle rive, la melanconia delle ombre blu minacciose. Durante i suoi viaggi in Europa, Bozsó si soffermò in circa dieci paesi, tra cui anche l’Italia, per effettuare delle ricerche circa l’atmosfera locale e l’ambientazione inconfondibile.

MILANO: MELZI, SACERDOTE SCULTORE

Fino al 26 marzo, il complesso museale “Chiostri di Sant’Eustorgio” di Milano, celebra la figura di don Marco Melzi (Milano, 1918-2013).La rassegna, curata da Amici della Beato Angelico, presenta 90 opere, tra sculture, bozzetti e schizzi, realizzati in oltre sessant’anni di attività dal sacerdote, scultore e docente. Il percorso espositivo ruota attorno ad alcuni temi iconografici caratteristici della sua cifra espressiva, tra cui, la figura della maternità e della Sacra Famiglia, il sacrificio di Gesù e la Via Crucis, le figure dei Santi, i progetti di altari e di arredo sacro, oltre a una sezione dedicata ai lavori a soggetto laico, in particolare, agli animali. Tra le opere più importanti, si segnala il bozzetto in polistirolo della scultura che ritrae il Beato Mazzucconi dal cranio spaccato con croce, il cui originale è posto su una guglia del Duomo di Milano, o la maschera funebre e la mano destra in bronzo del Cardinal Schuster, o ancora l’Annunciazione, un bassorilievo in rame e zinco, posto sopra l’ingresso principale della Cappella dell’Ospedale San Carlo di Milano, realizzata da Gio Ponti, legato a don Marco da un rapporto di profonda amicizia e di reciproca stima, che lo portò a collaborare con la scuola del Beato Angelico.

MILANO: LE SCARPE D’ARTISTA DI MANOLO

La mostra “Manolo Blahník. The Art of Shoes” è la prima esposizione in Italia dedicata all’iconico couturier spagnolo. A Palazzo Morando, sede deputata alla conservazione e alla valorizzazione del ricchissimo patrimonio di abiti e accessori antichi e moderni del Comune di Milano, è esposta fino al 9 aprile una nutrita selezione di scarpe (212 modelli) e disegni (80) che coprono 45 anni di attività dello stilista. Un’occasione irripetibile per ammirare le migliori creazioni calzaturiere, vere e proprie opere d’arte che proprio in Italia, nell’hinterland milanese, prendono forma in aziende che ancora portano avanti una vocazione artigianale. Ma non solo: l’esposizione intende raccontare ed evocare la profonda influenza che l’arte e la cultura italiana hanno avuto e hanno ancora oggi sullo stilista. Dalla scultura greco-romana al barocco, dal capolavoro di Luchino Visconti - Il Gattopardo - ai coralli di Sicilia, tutto questo e molto altro ancora si ritrovano nelle scarpe visionarie di Manolo Blahník. Esposto anche un piccolo nucleo di scarpe provenienti dalla collezione delle Civiche Raccolte Storiche selezionato da Chiara Buss, storica del costume e del tessuto: i modelli antichi convivono con le creazioni di Manolo, impreziosendosi a vicenda e, al contempo, rendendo chiaro il percorso creativo che ha caratterizzato l’evoluzione della calzatura nel corso di cinque secoli, dal Cinquecento sino ai primi anni Novecento.

(© 9Colonne - citare la fonte)