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direttore Paolo Pagliaro

Cinque grandi Paesi
e un’industria in comune

Cinque grandi Paesi <br> e un’industria in comune

di Paolo Pagliaro

(27 febbraio 2017) Con l’aria che tira al di là e al di qua dell’Atlantico, è una notizia l’appello per il rilancio dell’industria europea e soprattutto per una politica industriale comune firmato dai ministri di cinque grandi paesi: Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia.

La premessa è che l’Europa è il principale esportatore al mondo, proprio grazie alla sua manifattura che produce oltre tre quarti dell’export. Destinataria dell’80% degli investimenti privati in ricerca e sviluppo, l’industria occupa oggi 34 milioni di lavoratori. Ma è un primato che mostra ormai molte crepe ed è messo in pericolo da una molteplicità di fattori: la corsa dell’export cinese, cresciuto negli ultimi quindici anni a un tasso medio annuo del 19%. Il nuovo protezionismo americano. La Brexit, che per la prima volta dopo 40 anni potrebbe costringere le imprese italiane ad affrontare dazi sul mercato britannico. Proprio le asimmetrie dei dazi doganali sono un altro nemico dell’industria europea, non meno della concorrenza spesso sleale dei paesi emergenti, che non prevede la reciprocità delle regole per quanto riguarda gli investimenti diretti e il mercato degli appalti pubblici.

Un altro tema centrale – nell’appello dei cinque ministri - è la sovranità digitale, che l’Europa ha ormai perso a vantaggio della grande industria tecnologica americana e che dovremmo invece tentare di riacquistare stanziando le risorse necessarie per gestire le tecnologie chiave del futuro.

Alla commissione europea Calenda e i suoi colleghi chiedono iniziative ambiziose, coerenti e concrete. Alcune potrebbero essere annunciate già domani a Bruxelles in occasione della prima giornata europea dell’industria.

(© 9Colonne - citare la fonte)