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direttore Paolo Pagliaro

Ma cosa ci sarà
in quel trolley?

Ma cosa ci sarà <br> in quel trolley?

di Paolo Pagliaro

(10 marzo 2017) Quando rivoluzionò la vita dei viaggiatori di tutto il mondo mettendo le ruote alle valigie, l’aviatore americano Robert Plath non poteva immaginare che trent’anni dopo il trolley sarebbe diventando in Italia il simbolo di un’ambiziosa operazione politica.

E’ un trolley l’oggetto che Matteo Renzi ha scelto infatti come icona della ripartenza. La valigetta con le ruote, stilizzata, compare sul manifesto dell'assemblea che si è aperta oggi al Lingotto. Completano la simbologia i profili di alcuni viaggiatori che in corteo, sullo sfondo verde, trascinano altri trolley.

Riflettendo sulla metafora del viaggio cara ai politici, Michele Smargiassi fa notare che quattro anni fa, ai tempi della scalata, il simbolo di mobilità scelto da Renzi era leggermente più ingombrante: un camper. Mentre ventidue anni fa Romano Prodi aveva scelto il pullman, ancora più imponente. Lo slittamento metaforico dal veicolo alla valigia è sottile ma importante. Il camper è un mezzo di trasporto per viaggi di famiglia. Inclusivo ed autosufficiente. Mentre il trolley è il bagaglio leggero del viaggiatore solitario, comunque libero da vincoli. Il camper è una casa. Col trolley invece si è spesso diretti a qualche camera d’albergo.

Il trolley trasmette un’idea di precarietà e ci dice poco del suo proprietario. Adesso vanno addirittura di moda trolley con pannelli intercambiabili. Si può sostituire il pannello frontale con un altro, scegliendo tra le diverse varianti a disposizione. Sul trolley il viaggiatore può applicare la propria immagine e divertirsi a cambiarla quando lo desidera.

Ma è chiaro che per appassionarsi a una valigia, anche con le ruote e anche cangiante, occorre sapere o perlomeno immaginare cosa c’è dentro.

(© 9Colonne - citare la fonte)