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Fedi (Pd): Per italiani all’estero fare di più ed evitare slogan

Fedi (Pd): Per italiani all’estero fare di più ed evitare slogan

Dal voto per corrispondenza “che è necessario mettere al riparo dalle dispute sulla legge elettorale nazionale” alla rete consolare “che spesso vive difficoltà”, passando per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo (“sono stati fatti investimenti ma occorre affiancarli a una buona programmazione”) fino alla circoscrizione estero: (“uno schema di rappresentanza che siamo convinti debba rimanere”). Una chiacchierata con Marco Fedi, deputato Pd eletto all'estero e residente in Australia, ha il sapore di un bilancio e attraversa le sue tre legislature, “anche se la prima è stata breve” precisa l’esponente del Pd. Un occhio al passato - ricordando quanto fatto finora dal Pd per i cittadini italiani all’estero - e uno al futuro, con ad esempio la proposta di legge per l’Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo, sono tanti gli argomenti affrontati con Fedi che dice: “Di italiani all’estero ce ne si occupa poco e male”. Lui però ha un filo diretto con gli italiani nel mondo: cura un sito, i social e non si fa mancare neppure i video blog: “Per spiegare meglio e essere sintetici”. Infine sulle primarie del Pd l’invito è chiaro: “Evitiamo polemiche, non facciamoci del male”. “Soprattutto - consiglia Fedi - evitiamo gli slogan: gli slogan ci portano sulla cattiva strada”.

Con una nota congiunta i deputati del Pd eletti all’estero ieri hanno sottolineato che la cosa più responsabile da fare è mettere il voto per corrispondenza al riparo dalle polemiche.

Da tempo è aperta una discussione sul sistema di voto all’estero. Altre considerazioni si possono fare ma una cosa è certa: il voto per corrispondenza è già stato collaudato e funziona. Sostituirlo con il voto diretto nei seggi comporterebbe non poche difficoltà visto anche il numero dei paesi coinvolti.

Pare che degli italiani all’estero ci si ricordi solo quando è tempo di votare...

Di italiani nel mondo ce ne occupiamo poco e male e questo riguarda tutte le forze politiche. La cosa fondamentale da fare però è allontanare l’idea che sul voto all’estero si verificano sempre disastri. E poi l’ultimo referendum ci ha dimostrato l’esatto contrario.

Ricordiamo però tante polemiche negli ultimi tempi, tutte legate a sicurezza e trasparenza

Le regole su come eleggere deputati e senatori possono essere cambiate in ogni momento, la domanda giusta da rivolgere non è al Governo ma al Parlamento. Siamo noi che abbiamo responsabilità in materia. Le leggi elettorali le fa il Parlamento. Il richiamo è quindi a noi stressi: c’è esigenza di modificare la legge 459 del 2001 per rendere con alcuni accorgimenti tecnici ancora più personale, segreto, trasparente il voto? Se sì facciamolo. Noi abbiamo presentato una proposta di legge, fatto proposte specifiche. Se anche le altre forze politiche sono propense a lavorare su questo allora lavoriamoci insieme. Il fatto è che la proposta che il gruppo di Forza Italia alla Camera ha presentato qualche giorno fa sul voto degli italiani all’estero nell’ambito del disegno di legge, a prima firma Brunetta, va in direzione opposta. Propone di abolire il voto per corrispondenza e di sostituirlo con il voto diretto nei seggi, da istituire in ciascuna circoscrizione consolare. Questa soluzione porterebbe a un calo enorme della partecipazione a meno che non si facciano centinaia di seggi con costi elevati e forse superiori al voto per corrispondenza. Il voto per corrispondenza ha certo dei costi ma è stato rodato. Il sistema funziona: va reso solo più efficiente. Andare a votare nei seggi rappresenterebbe oggi un cambiamento radicale che metterebbe in difficoltà i consolati. Io credo, insomma, che si debba fare una discussione un po’ più approfondita e più serena. Soprattutto evitare slogan, portano sulla cattiva strada.

A proposito di Consolati di recente è tornato sulla questione del personale a contratto presso la nostra rete diplomatico-consolare in Australia e Stati Uniti.

Stiamo interrogando costantemente il ministero degli Esteri sulla necessità di rivedere le disparità di contrattualizzazione che abbiamo nel mondo. Vanno fatte delle modifiche sostanziali perché non è pensabile che abbiamo persone che lavorano per lo stato italiano all’estero, per la nostra rete diplomatico consolare, ma la cui parte salariale e i lori diritti non vengono garantiti dallo stato italiano stesso. È nostra responsabilità, da eletti all’estero, richiamare il Governo a questa necessità.

Cosa ha fatto di recente il governo per gli italiani nel mondo?

Tanto, ma tanto c’è ancora da fare. Devo ammettere che negli ultimi anni, con il Governo Renzi, c’è stata una inversione di tendenza per quanto riguarda le politiche legate agli italiani all’estero specie per quanto riguarda gli investimenti in campo linguistico e culturale. E questo da noi è stato molto apprezzato. Certo questi segnali non bastano: occorre fare di più. Passi avanti sono stati fatti ma c’è sempre il rischio che non basti: oltre ad impegnare risorse bisogna anche programmare gli interventi. Spesso è mancato un ‘percorso’. E poi noi eletti all’estero dovremmo essere coinvolti di più quando si parla di riforme.

In una recente intervista ha dichiarato che appoggerà Matteo Renzi.

Sostengo la candidatura di Renzi ma devo spiegare il perché di questa posizione. Avrei di gran lunga preferito non dover scegliere prima ma noi, con il congresso, abbiamo un meccanismo abbastanza perverso. Avrei preferito legare la mia scelta alle mozioni: io ad esempio ora mi aspetto che nelle mozioni congressuali, che ancora non conosco, ci sia una piattaforma ideale - che poi diventerà una piattaforma programmatica – in cui ci siano riferimenti agli italiani nel mondo. Oggi ancora non lo so. Ma ho scelto Renzi perché credo che lui può meglio raccogliere la sfida che ci pone il Movimento 5 stelle così come la destra ed i populismi.

In un momento di scissioni e dibattiti, voi deputati del Pd estero quanto siete uniti?

Lo siamo. A parte piccoli scontri tra personalità, cose superficiali e insignificanti rispetto al grande lavoro che facciamo insieme alla Camera. In questi giorni poi, rivolgeremo un appello in vista delle primarie affinché il Pd dimostri di essere all’altezza della sfida congressuale, non lacerandosi ulteriormente. Evitiamo polemiche, evitiamo di farci del male e costruiamo insieme un percorso congressuale con serenità. In questi anni di legislatura siamo riusciti a lavorare insieme. In passato è accaduto anche con altri deputati eletti all’estero non appartenenti al Pd, come con Di Biagio quando era alla Camera. Ora c’è la possibilità di approvare la proposta di legge sulla ‘Giornata nazionale degli italiani nel mondo’. Portarla a casa sarebbe un gran bel risultato.  (Gil – 17 mar)

(© 9Colonne - citare la fonte)