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direttore Paolo Pagliaro

Ue: crisi e tensioni
servono a crescere

di Paolo Pagliaro

(24 marzo 2017) I sei decenni di vita dell’Unione europea, l’anniversario che si celebra il 25 marzo a Roma, sono stati punteggiati da numerose crisi. E l’Unione che conosciamo è la somma delle loro soluzioni, come aveva previsto Jean Monnet, uno dei padri fondatori, primo presidente della Comunità europea del carbone e dell’acciaio.

Queste crisi vengono elencate e analizzate nel saggio “Territori e potere” scritto da Sabino Cassese. Riassumendo, possiamo dire che negli anni Sessanta le crisi nacquero dalle reazioni francesi alla politica agricola e alla domanda di adesione del Regno Unito. Negli anni Settanta ci fu il rigetto del bilancio da parte del Parlamento europeo. Negli anni Ottanta le tensioni furono prodotte dalla reazione britannica ai trasferimenti di sovranità. Negli anni Novanta ci fu la crisi del dopo Maastricht con i referendum danese e francese. Nel primo decennio Duemila tutto sembrò franare in seguito al no dei cittadini francesi e olandesi alla Costituzione europea. Nel decennio in corso l’Europa paga infine il prezzo della crisi economica, aggravata di recente da quella migratoria e seguita dalla decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione.

In passato tutte le crisi furono seguite però da un rilancio, con il risultato che l’Unione europea in 60 anni è passata da 6 a 28 membri, da 180 a 504 milioni di abitanti, da 4 a 24 lingue. Questo perché – come spiegò il cancelliere tedesco Helmut Schmidt - «le crisi in fin dei conti contribuiscono allo sviluppo. Sono un’esortazione a prendere decisioni».

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