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Testamento biologico
Coraggio, Italia

Testamento biologico <br> Coraggio, Italia

di Paolo Pagliaro

(3 aprile 2017) Domani la legge sul testamento biologico torna all’esame della Camera. E’ possibile che dopo anni di attesa, questa volta venga approvata, allineando così l’Italia agli altri paesi in cui esiste una normativa che assegna valore legale e vincolante alle volontà del paziente, espresse anche prima di ammalarsi o di ritrovarsi nella condizione di non poterle più rendere esplicite. Questi Paesi – secondo il dossier Openpolis - sono Regno Unito, Austria, Croazia, Spagna, Ungheria, Belgio, Paesi Bassi, Finlandia, Svizzera, Lussemburgo, Portogallo, e Germania. In altri 4 paesi europei - Svizzera, Belgio, Olanda e Lussemburgo - sono consentiti a determinate condizioni anche l’eutanasia attiva o il suicidio assistito. La legge, per la maggioranza che si accinge ad approvarla, rappresenta il giusto riconoscimento del principio di libertà e di autodeterminazione delle persone. La Conferenza episcopale è contraria ma anche nel mondo cattolico ci sono opinioni diverse.

Sul quotidiano Avvenire è stato pubblicato l’appello del Centro Studi Livatino, sottoscritto da 250 giuristi, che stronca la legge in discussione perché essa, in sostanza, renderebbe legittima l’eutanasia. Ma lo stesso giornale ha ospitato anche l’opinione di Francesco d’Agostino, presidente dell’Unione giuristi cattolici e presidente emerito del Comitato nazionale per la bioetica che respinge questa interpretazione e invita a superare paure e diffidenze. Secondo d’Agostino un intervento legislativo in tema di fine vita, intelligente e consapevole dello spessore dei problemi, è opportuno, anzi necessario. Questo – salvo sorprese – dovrebbe essere anche il parere del Parlamento.

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