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Giustizia lenta
Il danno e la beffa

Giustizia lenta <br> Il danno e la beffa

di Paolo Pagliaro

(5 aprile 2017) In Italia un processo civile dura in media 8 anni e 7 mesi per tutti e tre i gradi di giudizio. In Svizzera e in Giappone il processo dura in media un anno, in Spagna ne occorrono due, in Francia non si superano i tre anni. I 2866 giorni che in Italia ci vogliono per arrivare a una sentenza in Cassazione, sono il quadruplo del tempo che occorre in Europa, 788 giorni in media.

Come ha documentato su lavoce.info l’economista Giorgio Ragazzi, a Milano, dove c’è un tribunale tra i più efficienti d’Italia, per ottenere lo sfratto del locatario di un negozio che non paga l’affitto ci vogliono in genere un paio d’anni. Occorrono almeno sei mesi per ottenere udienza dal giudice, dal momento in cui ne fa richiesta l’avvocato. Anche nel caso che la sentenza sia emessa alla prima udienza, per vari adempimenti possono passare sei-otto mesi prima che l’ufficiale giudiziario faccia la prima uscita e ancora altri quattro-sei mesi, se tutto va bene, perché alla terza uscita lo sfratto vada in porto. Al danno si aggiunge in genere la beffa: oltre alle spese legali, il proprietario dovrà continuare a pagare l’Imu, le spese condominiali e per di più dovrà versare anche le imposte sul reddito d’affitto “teorico” non percepito.  La conclusione è che ogni locatario di pochi scrupoli sa che in Italia si può occupare un locale commerciale per un paio d’anni senza pagare un euro e senza conseguenze, per poi eventualmente passare ad altro locale o ad altra attività.
La lunghezza dei processi, come sappiamo, ha effetti devastanti anche sulla giustizia penale perché tra l’altro comporta un aumento abnorme delle prescrizioni. Nella Corte d’appello di Napoli, per esempio, finisce prescritto quasi il 40% dei procedimenti.

(© 9Colonne - citare la fonte)