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Emissioni Co2
Trump diserta

Emissioni Co2 <br> Trump diserta

di Paolo Pagliaro

(10 aprile 2017) Gli Stati Uniti stanno rivedendo le loro politiche sul clima, e questa è la ragione per cui oggi a Roma non c'è stata l’attesa dichiarazione congiunta a conclusione del G7 Energia. La delegazione americana non si è fatta impressionare dal gigantesco termometro, simbolo della temperatura del Pianeta in continuo aumento, che in mattinata gli attivisti di Greenpeace avevano consegnato ai ministri delle sette grandi potenze del mondo.

Non è una sorpresa. Con un ordine esecutivo firmato il 27 marzo, Donald Trump aveva infatti  tenuto fede alle promesse fatte in campagna elettorale e aveva cancellato i limiti alle emissioni di CO2 rilasciate dalle imprese produttrici di elettricità da fonti fossili. Revocando così gli impegni presi alla conferenza di  Parigi  nel 2015 e facendo venire meno il contributo del secondo paese al mondo per emissioni alla lotta contro il riscaldamento globale.

La propaganda a favore del carbone e dei minatori è stata un letmotiv della campagna elettorale di Trump, impegnato a rimuovere quei vincoli ambientali che impedirebbero lo sviluppo dell'industria energetica americana..  Come spiegano Marzio Galeotti e Alessandro Lanza su lavoce.info, negli Stati Uniti la produzione di carbone ha raggiunto il suo minimo da 35 anni e gli  occupati sono passati da 186mila a 98mila.  In 41 stati vi sono più posti di lavoro nell’energia pulita che nelle fonti fossili.  Si delinea dunque una contrapposizione tra stati della federazione più spinti sul fronte green come la California e quelli “carboniferi”.  Gli elettori e gli interessi di Trump stanno prevalentemente nei secondi. Ma al mondo questo interessa poco. Il pericolo è semmai un effetto di emulazione da parte dei paesi più scettici o riluttanti a partecipare a un accordo sul clima senza gli Stati Uniti.

(© 9Colonne - citare la fonte)