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direttore Paolo Pagliaro

Un manuale
per europeisti

di Paolo Pagliaro

(7 giugno 2017) Domani si vota nel Regno Unito e se votasse solo il web stravincerebbero i laburisti. Jeremy Corbyn tra Facebook e Twitter può contare infatti su una schiera di oltre 2.176.000 sostenitori digitali contro i 740 mila di Theresa May. Ma naturalmente le elezioni non le deciderà la Rete, come non le ha mai decise in alcun paese. E dunque è probabile che – nonostante la ripresa dei laburisti rilevata dai sondaggi – alla fine toccherà a un altro governo conservatore gestire i negoziati per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

Osservatrice interessata delle elezioni inglesi, dopo aver subìto la Brexit l’Europa ha dimostrato di saper produrre anticorpi efficaci contro chi progetta la sua dissoluzione. Smentendo i pronostici, prima gli elettori austriaci, poi quelli olandesi e infine e soprattutto quelli francesi hanno premiato leader e programmi europeisti. In autunno toccherà ai tedeschi e verosimilmente agli italiani decidere quanta e quale Europa ci debba essere nel loro futuro.

In Italia – dove 70 anni fa l’Unione è nata – il partito degli europeisti non gode di buona stampa, perché la stampa in genere predilige il sensazionalismo. Ma in compenso ha buoni argomenti, come si è visto ieri alla presentazione dell’antologia di saggi curata da Marta Dassù, Stefano Micossi e Riccardo Perissich e pubblicata dalla Luiss con il titolo “Europa, sfida per l’Italia”. Gli interventi sono firmati, tra gli altri, da Sabino Cassese, Mario Monti, Pier Carlo Padoan, Gianni Toniolo, Marcello Messori, Tito Boeri, Fabrizio Saccomanni, Lorenzo Bini Smaghi, Mario Draghi. Tutti convinti che l’Europa possa riconquistare consenso intorno a progetti condivisi e sostenuti dall’opinione pubblica. E che un ritorno al nazionalismo non ci restituisca sovranità ma isolamento e declino.

(© 9Colonne - citare la fonte)