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Si eleggono i sindaci
ma il voto è politico

Si eleggono i sindaci <br> ma il voto è politico

di Paolo Pagliaro

(8 giugno 2017) Il voto amministrativo di domenica prossima riguarda 1021 Comuni e un quinto degli italiani. E quando votano dieci milioni di persone è difficile non dare ai risultati un significato politico generale.
Lunedì sarà importante capire come sono andate le cose nei 25 comuni capoluogo – da Palermo a Genova, da Verona a Padova - e nei 39 comuni non capoluogo con almeno 30mila abitanti: insieme, questi 64 comuni offrono un aggregato che somiglia molto a quello globale del Paese. E consentono un raffronto con i risultati del passato, tenuto conto che anche i nuovi arrivati come i 5 Stelle cominciano ad avere un po’ di pregresso con cui misurarsi, non solo Parma ma anche negli altri 24 capoluoghi, dove alle politiche del 2013 il Movimento raggiunse il 27,4%. In uno studio pubblicato dalla rivista digitale Mente Politica, Luca Tentoni propone diverse possibili griglie di lettura del voto di domenica. Una riguarda la competizione 5 Stelle-Lega. Tentoni osserva che nelle roccaforti della Lega come Como, Lodi, Monza e Belluno, i 5 Stelle in passato hanno avuto i risultati peggiori, a riprova che fra i due partiti c'è una correlazione inversa: dove va meglio uno, va peggio l'altro. Un’altra possibile chiave di lettura sarà il dato complessivo di un ipotetico “Fronte antieuro” o “anti-establishment”, composto da Lega, Fratelli d’Italia e Momento 5 Stelle. E poi naturalmente ci sarà modo di valutare la tenuta del Pd dopo gli scossoni del referendum e della scissione. Fra le elezioni del 2008 e quelle del 2013 cambiò partito circa il 40% degli italiani. Domenica vedremo anche se la migrazione continua, in direzione – come si teme – soprattutto del non voto.

 

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