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direttore Paolo Pagliaro

Migranti, la Corte
fa giustizia?

di Paolo Pagliaro

(9 giugno 2017) Ci potrebbe essere una svolta importante nella politica europea di gestione dei flussi migratori. Una svolta di tipo giuridico molto positiva dal punto di vista dell’equità e degli interessi dell’Italia. Un parere espresso dall’avvocato generale presso la Corte Giustizia dell’Unione, la giurista inglese Eleanor Sharpston, mette infatti per la prima volta in discussione il cosiddetto sistema di Dublino, secondo cui il primo paese europeo dove arriva un rifugiato diventa lo Stato responsabile per la sua accoglienza e per la decisione circa la domanda di asilo. In pratica, ciò significa che sono gli Stati alla frontiera esterna di Schengen – come la Grecia e l’Italia - a dover sostenere l’intero onere della gestione di qualsiasi afflusso di rifugiati. Secondo l’avvocato generale, di fronte a circostanze “assolutamente eccezionali” – come l’arrivo di un numero enorme di uomini, donne e bambini – prevalgono le considerazioni umanitarie e si può dunque disapplicare il regolamento di Dublino evitando così che sia il Paese di primo ingresso a farsi carico dei migranti. In questi casi la competenza per esaminare le domande di asilo dovrebbe essere trasferita, secondo la Sharpston, a quegli Stati ai quali i rifugiati intendono chiedere protezione. Per ora si tratta solo di un parere, per quanto importante, ma se in futuro la Corte di Giustizia – come spesso accade- dovesse far proprio il punto di vista dell’avvocato generale, uno dei capisaldi della politica europea sull’asilo verrebbe rivoluzionato e con esso anche l’intero sistema adottato finora per governare la crisi migratoria. L’Italia sarebbe libera di far passare i migranti invece di fermarli, come richiesto finora dai nostri vicini. Solo l’anno scorso l’Italia ha riaccolto 24 mila persone respinte da Austria, Francia e Svizzera.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)