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direttore Paolo Pagliaro

Lo Stato taglia
dove non dovrebbe

di Paolo Pagliaro

(12 giugno 2017) Negli ultimi anni l’Italia è stata più virtuosa degli altri grandi paesi europei nel controllo della spesa pubblica che, al netto degli interessi, nel periodo 2009-2016, è cresciuta solo del 3,8% rispetto al 12,8 della media dell’Unione.

 
Il risultato è che oggi lo Stato italiano spende per ogni cittadino 12.587 euro, contro i 14.300 del Regno Unito, i 16.300 della Germania e i 18,200 della Francia.


Il problema è che abbiamo tagliato non gli sprechi, ma gli investimenti, gli stipendi dei dipendenti pubblici - che, in termini reali, sono tornati ai livelli di 17 anni fa -  e la spese per l’istruzione: 1100 euro per abitante in Italia, contro i 1600 della Germania, i 1800 della Francia, i 3400 della Danimarca.
Questo rivela il rapporto Assonime, l’associazione delle società per azioni, dedicato alla nuova governance della spesa pubblica e frutto di un gruppo di lavoro coordinato da Innocenzo Cipolletta. Scrive Assonime che in termini di efficienza ed efficacia della spesa, varie analisi mostrano che, a parità di risorse impiegate, in Italia vi sono ampi spazi di miglioramento. Si tratterebbe di smetterla con la politica dei tagli lineari e di  migliorare la qualità delle erogazioni e dei servizi offerti a cittadini ed imprese. Incominciando magari dalla Sanità, dove - come documenta oggi il Corriere della Sera - ogni 10 euro spesi se ne potrebbero risparmiare 2 senza intaccare la qualità delle prestazioni, 

(© 9Colonne - citare la fonte)