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Migranti, adesso
tifiamo per Merkel

Migranti, adesso <br> tifiamo per Merkel

di Paolo Pagliaro

(20 giugno 2017) Ogni giorno circa 34 mila persone, cioè 24 al minuto, lasciano tutto quel che hanno – affetti, famiglia e casa – per fuggire da situazioni di guerra, persecuzioni o miseria. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, alla fine del 2016 il numero degli sfollati e richiedenti asilo ha raggiunto il livello più alto mai registrato: 65 milioni e 600 mila.

E’ una grande emergenza umanitaria, di cui solo pochi leader mondiali a cominciare da Papa Bergoglio sembrano aver colto la drammaticità. Ma è anche un fenomeno con riflessi geopolitici e militari. Non a caso di migrazioni si occupa oggi sulla rivista Affari Internazionali Giuseppe Cucchi, che è stato Rappresentante militare permanente presso la Nato e l’Unione Europea. Il generale prevede che – a meno di cambiamenti radicali nel nostro approccio alla questione - il problema delle migrazioni sia destinato ad aggravarsi, fino a diventare ingestibile.

Un cambiamento radicale è quello che sembra promettere Angela Merkel, che al G20 in programma il 6 e 7 luglio ad Amburgo annuncerà una sorta di piano Marshall per l’Africa. La cancelliera tedesca proporrà di finanziare programmi di formazione professionale e trasferimento di tecnologie nei paesi che si impegnano a rispettare i diritti umani, combattere la corruzione e garantire lo stato di diritto, creando così un clima economico più favorevole agli investimenti privati e allo sviluppo delle imprese. I primi partner saranno Tunisia, Ghana e Costa d’Avorio, seguiranno Marocco, Ruanda, Senegal ed Etiopia.
In Germania gli aiuti all’Africa sono un tema di campagna elettorale. Sul principio sono tutti d’accordo, ma i socialdemocratici chiedono alla Merkel un sforzo finanziario maggiore, comunque proporzionato agli stanziamenti per la difesa, previsti in crescita di 5 miliardi nei prossimi tre anni.

(© 9Colonne - citare la fonte)