Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Napoli omaggia
“Totò Genio”

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Napoli omaggia <br> “Totò Genio”

In occasione del cinquantenario della scomparsa del grande Antonio de Curtis, in arte Totò, avvenuta il 15 aprile 1967, Napoli ospita “Totò Genio”, la prima grande antologica dedicata all’attore: un viaggio indietro nel tempo, attraverso l’arte universale di Totò, figura poliedrica che ha giocato la sua vita gomito a gomito con l’arte dello stupore. Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro – genito Gagliardi De Curtis Di Bisanzio, più brevemente Antonio de Curtis è stato uno dei maggiori artisti italiani, simbolo dello spettacolo comico in Italia, un artista a tutto tondo, attore di teatro e di cinema (sono 97 i film da lui interpretati) ma anche poeta e autore di canzoni. Proprio in virtù del forte legame che univa Totò a Napoli, si è scelto di ospitare questa grande mostra nella città da lui tanto amata, come prima tappa di un lungo progetto itinerante nazionale e poi internazionale. Tre i luoghi prescelti per mettere insieme i tanti tasselli di un grande mosaico che, fino al 9 luglio, rappresenta l’arte di Totò: il Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino), Palazzo Reale e il Convento di San Domenico Maggiore. All’interno di questi prestigiosi spazi si snoda il percorso delle mostre nella mostra, che ripercorrono e raccontano attraverso centinaia di documenti tra fotografie, filmati, costumi di scena, locandine di film, interviste, disegni, riviste e giornali d’epoca, spezzoni cinematografici e televisivi, manoscritti personali, lettere, cimeli e materiale inedito, la vita, l’arte e la grandezza del Principe Antonio de Curtis. (red)

MILANO: IL MITO DI VILLENEUVE

Sono passati trentacinque anni dalla scomparsa di Gilles Villeneuve, uno dei piloti più amati dal pubblico. Il tragico incidente sul circuito belga di Zolder, rimasto nell’immaginario collettivo di generazioni di appassionati, ha solo posto termine a una carriera breve ma intensa - la sua esperienza nel circus della Formula 1 è durata solo 5 anni, dal 1977 al 1982 -, ma una sequenza impressionante di corse spericolate, il coraggio così esposto, sempre, lo avevano già collocato nella leggenda della velocità. Fino al 16 luglio, allo Spazio Oberdan di Milano, la mostra Wow, Gilles!, ripercorre la storia umana e sportiva di Gilles Villeneuve, attraverso oltre 170 fotografie di Ercole Colombo, reporter di sport tra i più apprezzati, una vita passata in Formula 1 dietro l’obiettivo delle sue reflex, utilizzate per ritrarre gli eroi del volante negli intensi momenti della gara e in quelli della vita privata. La rassegna é arricchita da alcune immagini provenienti dal Museo Villeneuve di Berthierville in Canada e dal motore della Ferrari 126CK Turbo del 1981, oltre a una sezione con altri oggetti legati al mito di Villeneuve. La mostra raccoglie le immagini più significative e inedite di una carriera folgorante: dai primi, clamorosi incidenti che portarono al soprannome ‘Aviatore’ - visto che Gilles sembrava voler trascorrere più tempo in aria che sull’asfalto - alla prima vittoria, ottenuta sul circuito di casa nel 1978, al duello epico con René Arnoux nel Gran Premio di Francia a Digione, 1979. Una lunga sequenza di sorpassi, azzardi, sbandate, e contatti che fece nascere tra i tifosi ferraristi quella “Febbre Villeneuve” che mai li abbandonerà. (red)

NAPOLI: IL VIAGGIO DI PICASSO IN ITALIA

Nel 2017 si celebra a Napoli e a Pompei il centenario del viaggio di Picasso in Italia che l’autore compì insieme a Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a Parade, balletto che andò in scena a Parigi a maggio del 1917, su soggetto dello stesso Cocteau e musica di Erik Satie. Durante il soggiorno nel nostro paese l’artista fu a Napoli due volte, tra marzo e aprile del 1917, e a Pompei. Per l’occasione, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Soprintendenza di Pompei, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Teatro dell’Opera di Roma, con il contributo della Regione Campania, promuovono la mostra “Picasso e Napoli: Parade”, alla Reggia di Capodimonte e a Pompei, fino al 10 luglio. L’evento espositivo permetterà di sottolineare l’importanza dell’incontro diretto di Picasso con l’antichità a Pompei e soprattutto con la cultura tradizionale napoletana, aspetto totalmente nuovo negli studi picassiani, attraverso alcune fra le sue maggiori espressioni - il presepio, il teatro popolare e il teatro delle marionette. La mostra è l’appuntamento inaugurale dell’iniziativa Picasso-Mediterraneo del Musée national Picasso-Paris, un evento culturale internazionale che si tiene fino alla primavera 2019. Più di sessanta istituzioni di 8 Paesi hanno ideato diversi progetti di mostre sull’opera “ostinatamente mediterranea” di Pablo Picasso. (red)

TRENTO: L’ARTE DEGLI EX-VOTO

Il santuario di San Romedio, in Trentino, si arricchisce di un nuovo spazio espositivo. Si tratta della mostra permanente "San Romedio. Mille anni di storia, arte e devozione" che raccoglie i più preziosi ex-voto restaurati dedicati al Santo dell'Orso, ultimo tassello dell’impegnativa campagna di restauri, riuso e riqualificazione del santuario condotta dalla Provincia autonoma di Trento tramite la Soprintendenza per i beni culturali. Protagonisti della nuova area espositiva sono gli ex voto restaurati, segni visibili di una grazia richiesta e ottenuta e prodotti di un’arte “povera” che racconta gli aspetti storici, artistici, iconografici, religiosi e devozionali di uno dei santuari più belli della regione alpina. In esposizione permanente una quarantina di ex voto, reperti archeologici rinvenuti ai piedi della rupe, alcuni riquadri affrescati strappati nel 1932 e applicati su tela, i preziosi sportelli con specchiature in scagliola policroma provenienti da un reliquiario a cassetta del 1666, materiali archivistici e librari e varie riproduzioni finalizzate a illustrare l’iconografia del santo e del suo santuario. (red)

MILANO: KANDINSKIJ, CAVALIERE ERRANTE

Vasilij Kandinskij in mostra al Mudec – Museo delle Culture di Milano fino al 9 luglio con 49 opere che raccontano il “periodo del genio” dell’artista russo che porta alla svolta completa verso l’astrazione, ed 85 tra icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa. Le opere, alcune delle quali mai viste prima in Italia, provengono dai più importanti musei russi. La mostra rivela il periodo della formazione dell’immaginario visivo dell’artista, profondamente radicato nella tradizione russa, e il suo percorso di svolta ormai già compiuta verso l’astrazione, dall’ultimo Ottocento fino al 1921, quando si trasferì in Germania per non fare più ritorno in madrepatria. L’esposizione intitolata “Kandinskij, cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione”, cade nell’anno del centenario della Rivoluzione russa e a ridosso delle celebrazioni del c150.mo anniversario della nascita dell’artista. Dipinti, acquerelli, disegni e incisioni di Kandinskij, antiche icone, stampe, tessuti e oggetti di arte applicata consentono di comprendere l’origine e lo sviluppo del codice simbolico dell’artista, in un viaggio affascinante e totalmente “immersivo” tra le sue fonti visive russe (la mostra ospita anche quattro icone, 15 stampe popolari e una sessantina di oggetti d’arte decorativa) cui l’artista attinse costantemente. (red)

MODENA: LE BAMBINE MAGICHE NELLE FIGURINE

L'incantevole Creamy, Magica magica Emi, Sandy dai mille colori, Lulù l'angelo dei fiori, Ransie la strega, Magica Doremi, Sailor Moon e altre ancora. Non potevano mancare le bambine magiche dei cartoni animati giapponesi (e non solo) con una loro sezione specifica, nella fortunata mostra 80-90. Televisione, musica e sport in figurina a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli, visitabile al Museo della Figurina di Modena. A Palazzo Santa Margherita, fino al 16 luglio, “Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine” approfondisce infatti uno tra i più importanti temi narrativi che hanno caratterizzato il boom dell’invasione degli anime in Italia, attraverso l’esposizione di una serie di album e figurine risalenti a quegli anni. Presenti in mostra anche alcuni gadget. È a partire principalmente dall’inizio degli anni ’80 che i cartoni animati provenienti dal paese del Sol Levante, cominciano a popolarsi di mahō shōjo, ragazze magiche che, grazie all'aiuto di folletti e oggetti magici assumono sembianze diverse per affrontare piccoli e grandi problemi quotidiani. In un periodo in cui in Giappone le donne stavano iniziando ad emanciparsi e il mondo si preparava all’avvento del girl power degli anni ‘90, tra tematiche sentimentali e componenti fantasy, queste eroine coraggiose percorrono quasi sempre un percorso iniziatico che alla fine le porta a raggiungere una nuova consapevolezza di sé e delle proprie capacità. (PO / red)

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