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Emigrazione, Schiavone (Cgie): Far avanzare diritti, stimolare progresso

Emigrazione, Schiavone (Cgie): Far avanzare diritti, stimolare progresso

“Leggiamo con particolare interesse la notizia della recente audizione alla Camera dei deputati italiana di una delegazione del Consiglio dei romeni all’estero e del loro ambasciatore in Italia e, con grande piacere, recepiamo il manifesto apprezzamento del ruolo positivo riconosciuto alle rappresentanze intermedie italiane del CGIE e dei Comites”. Lo sottolinea Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all’estero. “Questa valutazione espressa durante l’incontro dal presidente del comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese, Fabio Porta assieme ad alcuni parlamentari eletti nella circoscrizione estero, alla delegazione dei romeni all’estero, conferma – continua Schiavone - l’importanza attribuita dalle nostre istituzioni all’intera rappresentanza degli italiani all’estero. In un periodo di marcata e diffusa perdita di fiducia verso l’istituto della rappresenta politica, il riconoscimento all’utilità ed alla funzione dei Comites e del CGIE, rafforza le motivazioni ad un impegno più costante per far vivere le presenza istituzionale italiana all’estero. In realtà questo riconoscimento segna uno spartiacque con alcune generiche considerazioni espresse nel recente passato ed afferma le ragioni per le quali il nostro governo è impegnato a valorizzarli perché, oltre a qualificare questi due organismi istituzionali fa emergere anche il valore e la forza dell’intero arcipelago delle organizzazioni italiane all’estero, a loro legate da rapporti diretti, attive ed impegnate a far girare la ruota dell’italianità nei cinque continenti”.

EMIGRAZIONE, PARTICHE E ASPETTI Secondo Schiavone “l’apprezzamento è incoraggiante perché giunge in un periodo di profonde trasformazioni politiche e sociali nel mondo, di esodi biblici causati da guerre e povertà, e riconosce all’emigrazione italiana di antica e recente tradizione una missione pionieristica, ovvero un modello comportamentale e di relazioni, con una vocazione imprenditoriale, di conoscenza accademica e spirito sociale sostenuti dalle istituzioni nazionali, attente a valorizzare le migliori pratiche dei nostri connazionali. Queste peculiarità sono apprezzate nelle nuove società di approdo, nelle quali l’apporto dei nostri connazionali concorre a creare ricchezza e progresso civile. Con tutte le attenzioni necessarie per affrontare questo tema, per il quale è necessario considerare obiettivamente gli aspetti positivi e negativi del fenomeno migratorio, oggi come ieri, la presenza italiana all’estero viene percepita e riconosciuta, come un modello d’integrazione valoriale. Il nostro paese – sottolinea Schiavone - dispone degli strumenti e delle norme, nonché la vocazione, per superare la debolezza del fenomeno migratorio e renderlo fattore di arricchimento di ritorno. E’ necessario, comunque, aggiornare e rendere fruibili questi assets, adeguandoli ai tempi e alle aspettative di chi parte alla ricerca di nuove prospettive di vita facilitandone l’integrazione nelle società ospitanti. Da qui l’impegno del Cgie assieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per promuovere, in Italia, iniziative propedeutiche a trasferimenti mirati dei nostri connazionali”.

IL SISTEMA RAPPRESENTATIVO Per Schiavone “l’interesse manifestato dalla delegazione dei romeni all’estero, durante l’audizione alla camera dei deputati, verso il nostro sistema rappresentativo all’estero, per loro che si sono costituiti di recente, oltre alla curiosità e alla volontà di conoscere le pratiche organizzative e i riferimenti istituzionali di cui siamo dotati, va oltre gli effetti delle migliori pratiche a cui ispirarsi, proprio perché la recente esperienza migratoria romena è riscontrabile in una giovane democrazia integrata da pochi anni nella famiglia dell’Unione europea. Ovviamente, oltre alle istanze per un maggior riconoscimento dei diritti dei loro doppi cittadini e la curiosità verso le nostre istituzioni, vogliamo credere che la loro attenzione nei nostri riguardi, in sostanza, sia rivolta verso gli strumenti di interazione con i paesi europei per normalizzare il fenomeno migratorio e garantire il riconoscimento dei diritti civili e politici ai cittadini europei dentro i 27 paesi dell’Unione”.

I LAVORI DEL CGIE “Su questo terreno – continua il segretario -  si sta muovendo il consiglio degli italiani all’estero, memore degli incontri pubblici promossi in passato con altri organismi europei. In questa fase di ridefinizione delle prerogative del CGIE e dei Comites si sta lavorando all’attualizzazione di aspetti utili per definire la futura casa comune dei migranti europei, che vivono in un paese diverso da quello d’origine. E’ questo un obiettivo al quale il CGIE dovrebbe giungere entro la fine dell’attuale legislatura del parlamento europeo.  Altro discorso è l’aggiornamento degli strumenti e delle prerogative riconosciute alla rappresentanza degli italiani all’estero per promuovere e sostenere le politiche a loro rivolte. Il lavoro intrapreso dal CGIE con il sostegno del governo, inserito nel solco di una riforma complessiva recepisce la sintesi indicata dai Comites, da diversi soggetti presenti nei territori, attraversa i corpi intermedi e dovrebbe arrivare nelle aule parlamentari per concorrere, con un provvedimento di ampio respiro, a definire l’emigrazione come una condizione caratterizzante del nostro paese e, quindi, a proiettarla nel nuovo mondo in profonda trasformazione per rafforzarne l’azione e costruire le condizioni per farla anche vivere come consuetudine e costume negli ambiti civili e culturali del nostro paese. Governare questo fenomeno, far vivere con naturalezza nel nostro paese un sentimento condiviso può servire anche a confrontarsi con gli altri, abbattere pregiudizi e a favorire processi di progresso. Si cambia non per costrizione ma per far avanzare i diritti. Forti di questa convinzione – conclude Schiavone - possiamo affermare che, il nostro contributo alla ricerca di un equilibrio per regolamentare su vasta scala l’emigrazione, interesserà anche i paesi di accoglienza dei nostri connazionali all’estero; questi sono chiamati a promuovere iniziative adeguate per accogliere i nostri connazionali, che nell’era della libera circolazione, dovranno godere dei diritti indispensabili per realizzare i loro sogni in contesti in cui il singolo destino contribuisce al progresso civile e sociale comune”. (red – 7 lug)

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