Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La casa di Marilyn
è nel cuore di Roma

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

La casa di Marilyn <br> è nel cuore di Roma

“IMPERDIBILE MARILYN”: IL MITO RIVIVE A ROMA

Con Imperdibile Marilyn, sta per riaprire le porte quella che potrebbe essere idealmente la “Casa di Marilyn” nel cuore di Roma. Il successo di pubblico e critica che ha accompagnato i primi tre mesi di esposizione ha incoraggiato gli organizzatori ad una proroga, fino al 5 novembre. Palazzo degli Esami (via Gerolamo Induno 4), la bellissima e grandiosa architettura degli anni ’20, capolavoro dell’Ingegnere Del Bufalo, è attualmente l’elegante dimora che custodisce la storia e gli oggetti appartenuti alla Monroe. Il grande palazzo bianco che da via Induno affaccia su viale e Trastevere, sorto negli stessi anni in cui è nata Norma Jane (1926) custodisce oltre 400 oggetti, tra cui il famosissimo abito bianco di W. Travilla di Quando la moglie è in vacanza. Imperdibile Marilyn, Una prima nazionale che gode del patrocinio del MIBACT e dell’Assessorato alla Crescita Culturale del Comune di Roma offre al pubblico della Città Eterna una Marilyn Monroe mai vista prima, una donna perfettamente emancipata e raccontata in ogni sfaccettatura. Occasione imperdibile di “entrare” nella vita e nel quotidiano di uno dei più grandi miti del mondo, di tutti i tempi. L’esposizione, molto apprezzata dal pubblico di qualsiasi età è stata curata dal Ceo di Da Vinci Grandi Eventi, Fabio Di Gioia; e dal collezionista tedesco Ted Stampfer è stata inaugurata dal Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello e Premio Vittorio De Sica, Giuliano Montaldo che ne ha sottolineato oltre al grande valore per la completezza degli oggetti originali anche la valenza didattica che descrive bene e ricorda il grande impulso degli anni d’oro del cinema di Hollywood, con la nascita del genere delle commedie, e parallelamente di un genere esclusivamente Italiano e molto apprezzato in America, il Neorealismo. La mostra, che raccoglie oltre 400 oggetti appartenuti alla star del cinema, è resa possibile grazie ai prestiti di diversi collezionisti internazionali da sempre intimamente stregati dalla figura dall’attrice. Un racconto veritiero che si basa su elementi tangibili della vita reale e che permette al visitatore di conoscere da vicino la storia della diva di Hollywood, più nota al mondo. Si scopre così la forza intima di una donna che ha saputo andare controcorrente; delicata e molto determinata allo stesso tempo.  “Ospitare la vita reale di Marilyn - spiega Fabio Di Gioia –  significa anche ripercorrere la storia e gli anni d’oro della cinematografia internazionale la cui anima era indiscutibilmente Hollywood. Una rilettura storica ancor più veritiera in quanto vista per il tramite di una delle figure più controverse e amate tra tutte le star. Sapere che Marilyn, la sua verità e il suo mito, sono a portata di mano in uno splendido palazzo nel cuore di Roma, costituisce un’imperdibile occasione di emozione e conoscenza”. (red)

FRANCESCO D'ASSISI RIVIVE CON UNA MOSTRA CINEMATOGRAFICA

Francesco d'Assisi rivive a Salina attraverso i film indimenticabili dedicati ad una delle figure religiose più amate di tutti i tempi, cui il cinema italiano e internazionale hanno riservato uno spazio privilegiato: da Roberto Rossellini a Franco Zeffirelli, da Liliana Cavani a Lina Wertmuller. Francesco è uno degli uomini più rivoluzionari della storia della Chiesa e della società, anticonformista già famiglia perché lascia "ozi e vizi" e si lancia nella meravigliosa avventura della sua vita, da qui il forte fascino suscitato nei registi del grande e piccolo schermo. Il percorso fotografico, corredato da video e pannelli illustrativi, è stato inaugurato domenica 27 agosto nel Salone dei congressi del Comune di Malfa per rimanere aperto fino al 24 settembre, ogni giorno dalle 19.00 alle 23.00 con ingresso libero e una guida a disposizione. La mostra "Francesco nel Cinema" è stata curata dal Cineteca nazionale e del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, e per la prima volta approda nella provincia di Messina, dopo essere stata ospitata in altre prestigiose location.  Immagini, documenti, foto di scena, fotogrammi, stralci di sceneggiature, partiture delle colonne sonore, corrispondenze private tra autori sono alcuni degli elementi dell'esposizione, perlopiù composta da materiale inedito, che parte dal primo film realizzato sul santo, “II poverello d’Assisi” di Enrico Guazzoni, del 1911 per proseguire con altre pellicole, l’epocale “Francesco, giullare di Dio” di Roberto Rossellini, del 1950, scritta dal regista stesso. Il film costituisce un’operazione sofisticata, che sin dall'uscita non mancò di scandalizzare i benpensanti. Franco Zeffirelli nel 1972 dedica a San Francesco “Fratello sole, sorella luna” la cui scena finale viene girata proprio nel duomo monrealese. Anche quest’opera viene ricordata sia con immagini che con pezzi della sceneggiatura, scritta dal regista insieme a Suso Cecchi d’Amico e Lina Wertmuller. Poi l'attenzione si focalizza sulla filmografia di Liliana Cavani, nella quale la figura di Assisi rappresenta un vero e proprio leitmotiv. La regista infatti si misura con la figura di Francesco nel 1966 in uno sceneggiato televisivo e nel 1989, con il film “Francesco”, impersonato dal celebre Mickey Rourke, e infine nel 2014, con una nuova miniserie televisiva. Buona parte della raccolta proviene dagli archivi della Cineteca Nazionale e della Biblioteca Luigi Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia; l'allestimento è stato curato da Rino Cammarata. (red)

IN CINA I “SEGNI” DI CORRADO VENEZIANO

Segni, simboli, marchi e codici a barre. Sabato 2 settembre prende il via in Cina, presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Lanzhou “Segni”: la mostra di Corrado Veneziano. Fortemente voluta e curata da Wu Weidong, direttore di questo spazio espositivo, oltre che artista, critico e curatore conosciuto per aver seguito diverse personali in prestigiose gallerie internazionali, l’esposizione, in programma fino al 10 ottobre prossimo (ingresso libero, orario: 9.00 – 18.00), è una delle poche personali allestite presso il museo: infatti, la più accreditata galleria nazionale cinese nel settore dell’arte contemporanea - nota per accogliere i lavori dei maggiori artisti cinesi e per ospitare le opere di artisti viventi, con particolare attenzione nei confronti di quelli internazionali - raramente destina le proprie sale a singoli artisti. “Oggi abbiamo l’enorme piacere di avere a Lanzhou l’artista italiano Corrado Veneziano, impegnato in una ricchissima mostra personale nella Galleria Nazionale. Grazie alle sue 40 opere, molte delle quali di grande dimensione, i professionisti, i collezionisti e gli appassionati d’arte di Lanzhou, del Gansu e della Cina avranno l’occasione di godere della complessità dell’arte contemporanea italiana. Siamo certi che la Mostra avrà un successo forse mai registrato in precedenza per la provocazione, novità, bellezza delle opere pittoriche presentate”, ha dichiarato il direttore dello spazio espositivo, Wu Weidong. In mostra quaranta tele, metà delle quali di grandi dimensioni, realizzate con colori a olio, acrilico o con tecnica mista. Soggetto del suo lavoro un universo visivo noto a tutti noi e rappresentato, di volta in volta, da simboli, segni quotidiani, marchi di catene e network commerciali, loghi legati al mondo dell’economia e dell’industria, codici a barre che campeggiano in ogni luogo aziendale e, non ultime, le grandi tele del ‘500 italiano, così tanto conosciute, guardate, ammirate da risultare anch’esse una sorta di marchio, riproducibile e ripetuto. Partendo da tutti questi, Veneziano sceglie di ribaltare e ricombinare ogni soggetto, sfidando il consueto e il ripetuto per trasformare anche le immagini più note in altro rispetto a quello che sono. Così tutto rimane, allo stesso tempo, uguale e differente; per certi versi identico e per altri totalmente irriconoscibile, attraente, disorientante, sorprendente. I codici a barre identificativi dei libri diventano cancelli, steli di fiori, rami di ulivo su cui l’artista imprime scritture occidentali e orientali, alfabeti antichi e moderni, grafie misteriose; il QR diventa un mosaico, le bottigliette della “Coca cola” donne solitarie e pensose i cui lineamenti sono nascosti dal burqa. Non sfuggono al suo pennello neanche gli spartiti musicali le cui note danzano con le linee del pentagramma, dialogano con pesci, mare, foglie e richiamano alla mente, quando nella pittura si fonde l’eleganza della musica, autori occidentali quali Rossini e Debussy. Anche i capolavori di Michelangelo, Masaccio, Leonardo da Vinci, Botticelli, autori tra i più affascinanti della storia dell’arte occidentale, subiscono una trasformazione per mano dell’artista che trasforma la “Ultima Cena” in un fast food sacro e pubblicitario, sostituisce la “mela” dell’Antico Testamento con una più tecnologica “Apple”. A dimostrazione che, dice Veneziano, «ogni cosa, anche se è già vista, va ri-ista, ri-guardata. Tutto è qui, di fronte a noi, eppure questo “essere di fronte” va approfondito con semplicità e meraviglia, con dolcezza, poesia, energia nuova: consapevoli che ogni spostamento del nostro sguardo, ogni battito delle nostre ciglia, ogni “messa a fuoco” dei nostri occhi può raccontare qualcosa di divertente e nuovo: di urgente, necessario, bellissimo».(red)

 

MARZIO TAMER A MILANO DAL 5 OTTOBRE

Sessanta capolavori di Marzio Tamer, artista di formazione milanese, saranno in esposizione dal 5 ottobre  al 7 gennaio 2018 al Museo di Storia Naturale di Milano. Protagonista della scena internazionale dell’arte figurativa, Marzio Tamer espone per la prima volta in un’istituzione pubblica lombarda, con la più vasta mostra mai allestita sulla sua opera. Un’occasione imperdibile per ammirare gli stupefacenti acquerelli, tempere e olii dell’artista che ammalia per la poesia e l’originalità con cui interpreta animali e paesaggi. Le sue raffinatissime opere, magistrali e sottilmente enigmatiche, incantano critica e pubblico sin dai suoi esordi; la forza della sua personalità lo contraddistingue nel panorama mondiale. Marzio Tamer realizza acquerelli, tempera all’uovo e olii su tela che rimandano, in una sorta di corto circuito estetico, all’origine remota dell’entità museale, alle Wunderkammer, ai naturalia et mirabilia un tempo raccolti ed esibiti tra cerchie di eletti, e di fronte ai quali l’osservatore si raccoglie in silenzio, un po’ soggiogato a volte dalla loro originalità, molto spesso da una profonda e ammaliante bellezza. Afferma Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano: “Il Museo di Storia Naturale apre le porte a un artista milanese che ha saputo farsi interprete, attraverso l’arte figurativa, della rappresentazione di paesaggi e ritratti dal mondo della natura con incredibile intensità: Marzio Tamer. Con la mostra ‘Pittore per Natura’, opere di straordinaria efficacia stilistica, nella riproduzione quasi fotografica del dettaglio – attraverso l’utilizzo di tecniche pittoriche differenti, quali acquerelli, tempere, olii –, trasportano il visitatore in un mondo in cui la natura, pur nella fedele rappresentazione, risulta come sospesa in un’algida dimensione metafisica. Raffigurazioni evocative e incantevoli di paesaggi, animali, alberi, elementi naturali diventano quindi protagoniste del percorso espositivo all’interno del Museo di Storia Naturale, dove l’aspetto scientifico delle collezioni civiche si trova a convivere con l’opera poetica e artistica di un autore che ha fatto della rappresentazione della natura, tramite una personale e sorprendente propria figurazione, la sua originale cifra stilistica”.(red)

   

 

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