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direttore Paolo Pagliaro

ARTE, LE TERRE DEI FUOCHI VISTE DA MARISA LAURITO

ARTE, LE TERRE DEI FUOCHI VISTE DA MARISA LAURITO

La Reggia di Monza, splendido palazzo neoclassico realizzato dagli Asburgo nel XVIII secolo, ospiterà in anteprima nazionale, da oggi, la mostra fotografica Transvantgarbage Le Terre dei Fuochi e di Nessuno firmata Marisa Laurito. Una mostra di forte denuncia sociale che incrimina un sistema economico dove, in nome del profitto a tutti i costi, si produce inquinamento e morte. La mostra ha come scopo la divulgazione del problema, il risveglio delle coscienze e la denuncia dell’insulto ambientale che lede il diritto dei cittadini alla salute e alla vita.

SMUOVERE LE COSCIENZE“Non so quanto io possa essere brava come artista, ma il mio intento principale, la cosa che mi spinge più di tutto a fare questa mostra è quella di smuovere delle coscienze — afferma Marisa Laurito. Ho fatto un viaggio in queste terre degli orrori prendendomi anche mali, allergie. E ci sono solo passata, pensiamo a quelli che sono costretti a viverci perché non hanno alternative”. Un lungo viaggio attraverso un’Italia devastata: “Su 20 regioni, 19 sono coinvolte e sconvolte da rifiuti altamente pericolosi di ogni tipo, nucleari, industriali, chimici. Si salva solo la Valle d’Aosta”.

 LA REGGIA DI MONZA La mostra assume particolare importanza proprio per il luogo in cui viene presentata: la Reggia di Monza, sede non solo di grande e rilevante importanza storica e culturale, ma anche polmone verde della Lombardia. “Marisa Laurito con la mostra Transvantgarbage… mette in evidenza un‘Italia calpestata, distrutta, trasformata in terra di fuochi e di nessuno” – afferma Piero Addis, Direttore Generale della Reggia di Monza. “L’istanza di questa grande artista poliedrica e sensibile, che ci ha trascinato più volte in azioni di denuncia attraverso la sua capacità persuasiva e agganciante, è certamente di lanciare un appello affinché si fermi lo scempio che si perpetra ogni giorno sotto i nostri occhi, ma soprattutto di conferire bellezza, poesia e ironia a ciò che normalmente non ne ha… La Laurito porta in scena la realtà pura, l’unica rappresentabile forse, sbattendoci in faccia una montagna di rifiuti che brucia le nostre coscienze assuefatte dal vuoto”.

IL PROGETTO In questo progetto di impegno profondo e intenso, Marisa Laurito ha coinvolto noti personaggi tra cui Piera Degli Esposti, Rosalinda Celentano, Renzo Arbore, Dacia Maraini… “credo che oggi l’essere famosi implichi responsabilità ben precise e, in questo caso, ho chiesto a tanti amici di usare la propria immagine per denunciare quanto sta accadendo sotto i nostri piedi e fare in modo che, con l’aiuto di tutti e il contributo di ciascuno di noi, si possano smuovere le coscienze di chi ci governa ed anche della gente, che deve far sentire sempre più forte la propria voce e ribellarsi a una gestione suicida del nostro ambiente”.

LA MOSTRA Il percorso dell’esposizione si snoda attraverso 20 scatti fotografici e 6 istallazioni, con cui la celebre artista, nota per la sua poliedricità, mescola silicone, colori, tessuti e materiali vari, dando vita a oggetti-opere che generano e racchiudono un mondo variopinto che è al contempo motivo di evasione, distrazione, ma anche e, soprattutto, riflessione. Non è, in effetti, casuale la scelta del silicone, materiale che riconduce al concetto di ritocco estetico nell’era della chirurgia plastica. Come ha scritto il critico Daniele Radini Tedeschi “L’estro di Marisa Laurito richiama, attraverso epoche diverse, il lavorio di Lalique o di Gallé, artisti che operavano nella decorazione prima di ogni altra mansione tecnica. La Laurito, infatti, eccelle nel decorativismo, nel particolare, giungendo ad una curiosissima sintesi tra il sentire di Koons e quello di Trouille. Se, dunque, gli Stati Uniti hanno Jeff Koons per celebrare l’American way of life, noi ritroviamo lo stile italiano perfettamente nella sua produzione. Attualissimo è l’utilizzo del silicone nelle sue opere: nell’era della chirurgia plastica questo materiale appare emblematico, stigmatizza lo sfarzo contemporaneo, più che una pittura di “tocco” simboleggia il concetto di “ritocco” o ancor meglio di “ritocchino”, oggi diffusissimo nell’epopea della Grande Bellezza. Con una vena ironica, Marisa cristallizza questo mondo variopinto e con la sua eleganza lo rende immortale ed eterno”.

 SCATTI E DOCU FLM I 20 scatti — che seguiranno un percorso parallelo al docu-film Resistenti, da cui traggono ispirazione, essendo essi parte di un unico progetto con uno scopo comune — confluiscono in un catalogo artistico, un articolato progetto editoriale nel quale le opere sono corredate dall'autorevole analisi di un critico e storico dell’arte di fama internazionale. Il catalogo presenta anche il contributo di un autorevole giornalista, che ripercorrerà le tappe dell'evoluzione della problematica ambientale specifica di ogni regione, e una raccolta di racconti tratti da storie vere, a testimoniare il dramma di vivere, tra sofferenza e resistenza, nelle tante “Terre dei Fuochi italiane”.

ANARCHIA E IMPERFEZIONE E la cornice d’eccezione per questo progetto non poteva che essere la Villa Reale di Monza, luogo di “immanente” bellezza che funge da volano e da decantatore del messaggio artistico. Che se è vero che l’arte, laddove non sia mera evasione, come in questo caso, riesce a scuotere coscienze e destare animi sopiti, è anche vero che non vi è tabernacolo migliore per un’opera d’arte di un’altra opera d’arte. E la Reggia di Monza, un tempo residenza privata, fruibile da pochi eletti appartenenti alle classi nobiliari, diviene locus aperto al pubblico, ai più, a chiunque sia desideroso di farsi salvare dalla bellezza che ammalia e toglie il fiato. Il Direttore Generale della Villa Reale, Piero Addis, a proposito della mostra dichiara: “Marisa Laurito con la mostra Transvantgarbage dimostra grande coraggio, perché portare in una mostra opere di questa specie significa un po’ andare contro l’arte così come in genere si intende, attraverso un atteggiamento che ricorda i dadaisti per i quali bisognava rifiutare tutto: la bellezza estetica, la logica, la purezza dei principi. In nome di una libertà, spontaneità, contraddizione, anarchia, imperfezione”.

TUTTA L’ITALIA COINVOLTA La mostra è un cammino doloroso lungo tutta la Penisola, che porta al capezzale di un’Italia ammalata che, però, vuole ancora lottare. Ogni regione è falcidiata da almeno una “piaga”. Un discorso  esteso e globale che porta gli scatti fotografici e i racconti attraverso tutte le regioni di Italia, perché l'inquinamento ne risparmia solo una su venti, la Valle D'Aosta. Una constatazione sorprendente, se solo si pensa al Trentino, insospettabile paradiso verde nelle cui cave sono stati smaltiti rifiuti provenienti da tutto il centro-nord. Il percorso di costruzione del catalogo si snoda, dunque, attraverso immagini, parole e storie, tutte tessere di un puzzle che andranno a ricomporre l'immagine di un’Italia reale, un Paese che, pur devastato dall'inquinamento, non si arrende allo stato delle cose, bensì cerca di cambiarle, per ridare ai cittadini la possibilità di vivere in un mondo in cui non si debba lottare per difendere quotidianamente il diritto alla salute. Si parla della Lucania  dove gli attivisti sono singole e isolate voci fuori dal coro che protestano come Cassandre inascoltate. Un luogo di una bellezza selvaggia e struggente, attraversato da corsi d'acqua avvelenati dai processi di estrazione del petrolio. Sarà presente Brescia, città sotto assedio dei costanti fumi prodotti dall'inceneritore e già ammorbata dai residui di lavorazioni dell'industria Caffaro, e Rosignano in Toscana, con un mare così azzurro e una spiaggia così bianca e fine da ricordare i Caraibi; qui, lo sguardo si fa confondere e abbagliare da quella che sembra una perfezione paradisiaca e, invece, è solo il prodotto artificiale e venefico degli scarti di lavorazione della imponente fabbrica chimica Solvay, che sorge proprio alle spalle della spiaggia e sversa in mare mercurio, cadmio, piombo, arsenico, rame, nichel e zinco.

 

La mostra, aperta al pubblico, sarà visitabile gratuitamente.  A questa prima esposizione seguiranno le esposizioni a Roma, al Palazzo Reale di Napoli e presso il Real sito di Carditello, reggia, una volta, di straordinaria bellezza ma oggi simbolo dell’abbandono, del degrado, della perdita dei valori che hanno fatto grande questo Paese. (red – 28 set)

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