Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Fare radio nell’era digitale, l’analisi di Marta Perrotta

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Fare radio nell’era digitale, l’analisi di Marta Perrotta

FARE RADIO NELL’ERA DIGITALE: FORMATI, PROGRAMMI E STRATEGIE NEL LIBRO DI MARTA PERROTTA

Musica, contenuti parlati, rapporto con la cultura visuale e le diverse piattaforme di fruizione nell’era digitale: sono queste le aree di interesse contenute in Fare Radio di Marta Perrotta pubblicato per Dino Audino Editore (158 pagine, 19 €). Il libro analizza il mondo della radio nei suoi aspetti professionali, di strategia editoriale e di contenuto, indirizzato agli studenti delle Discipline dello Spettacolo e di Scienze della comunicazione, ma anche a tutti gli appassionati della materia e ai professionisti del settore. Sempre più spesso si parla di una nuova materialità della radio: suoni che prima erano invisibili, oggi vengono visualizzati su uno schermo e ascoltati in maniera sempre più frammentaria, personalizzata, mobile. Tra podcasting e on-demand, le innovazioni del nuovo millennio hanno contribuito a far emergere una nuova generazione di ascoltatori, abituati ad essere sempre connessi e sempre più fidelizzati a servizi di streming. È sempre più forte la richiesta di contenuti parlati stimolanti, divertenti e informativi, spesso più specialistici di quelli che solitamente si trovano sulla radio mainstream, e pronti ad avere una vita extra-radiofonica. Marta Perrotta, che insegna Culture e formati della televisione e della radio all’Università di Roma Tre, guida il lettore in questo nuovo scenario, dove si rende necessaria la riorganizzazione della filiera del broadcasting e delle filosofie di programmazione all’interno delle aziende, l’aggiornamento delle figure professionali che operano nel settore. La radio deve continuare a coltivare il bisogno del pubblico di essere accompagnato nella scoperta delle canzoni e di dare valore identitario ai brani che trasmette; può fare meglio degli algoritmi su cui si basano i servizi di streaming, ma per il futuro dovrà osare di più, suggerisce l’autrice. Dovrà dotarsi di un'identità visiva forte e coerente e sfruttare la visibilità degli ascoltatori, presenti sui profili social e spesso attivi nel loro rapporto con l'emittente, creando con essi legami durevoli nelle forme tipiche delle reti sociali online. (PO / red)

AMEDEO MINGHI: DAL 26/ 10 “SIAMO QUESTA MUSICA”

Oltre cinquanta anni di carriera, Amedeo Minghi esce in esclusiva nei negozi on line (http://bit.ly/2xQyzxB) e in libreria dal 26 ottobre con “SiAmo questa musica – il pubblico racconta”, edito da Terre Sommerse. L'opera, curata dal critico letterario Niccolò Carosi con la collaborazione del regista Michele Vitiello e del produttore musicale Enrico Petrelli, è una sorta di romanzo a tre voci in cui Amedeo Minghi, il pubblico e la voce narrante, raccontano esperienze di vita, ricordi, emozioni: storie legate a questa musica che insiste e si tramanda da più generazioni, come testimoniano le centinaia di lettere di cui si compone questo libro. Tributo a un artista, Amedeo Minghi, capace con le sue canzoni, con le sue colonne sonore, con la sua melodia, di affascinare l'Italia e non solo, attraverso uno stile inconfondibile. “Ho festeggiato i miei cinquant'anni di vita artistica con un triplo cd , La bussola e il cuore, - racconta Amedeo Minghi - ho pubblicato una biografia; ho raccontato, attraverso le mie canzoni e la musica per immagini, tante storie d'amore; è arrivato il momento di leggere cosa il mio pubblico avesse raccolto e trattenesse nel cuore, di tutto questo fare; per questo ho indetto un concorso letterario, affidando ad altri il compito di scegliere i testi migliori. Il risultato? Mi sono commosso”. Il risultato è stato sorprendente. La giuria composta dallo staff dell'artista, dagli editori Fabio e Cristiano Furnari e dal sociologo e letterato Riccardo Cancellieri, ha selezionato i più rappresentativi tra oltre cinquemila scritti. “Un lavoro incessante e coinvolgente, leggere queste autentiche testimonianze, tutte diverse fra loro eppure simili, per intensità e valore - sottolinea il curatore Niccolò Carosi - perché è chiaro che la melodia di Amedeo Minghi abbia inciso profondamente nel vissuto di molte persone; spesso come fatto privato, come legame intimo che per la prima volta esce allo scoperto, con la pubblicazione di questo libro, e diviene patrimonio di tutti”. Novità assoluta quindi, ideare un libro, con l'architettura di un romanzo, con i suoi capitoli, con il suo filo narrativo e, nello stesso tempo, dare voce a centinaia di persone che sono legate emotivamente a queste canzoni, al punto tale da scriverne pagine di un romanzo. “La mia carriera lo dimostra - commenta Amedeo Minghi – è il pubblico a cui devo tutto; sono stati i primi nel lontano 1989 ad accorgersi delle mie canzoni strane; i primi che hanno riempito il teatro e mi hanno dato la forza di andare avanti”. L'immenso, 1950, La vita mia, Vattene Amore, I ricordi del cuore, Cantare è d'amore, Decenni, Un uomo venuto da lontano, Io non ti lascerò mai, sono solo alcuni dei successi del melodista a cui si aggiungono le sue indimenticabili colonne sonore delle serie televisive fantasy; una fra tutte: Fantaghirò. Lo stile Minghi è un marchio di fabbrica italiano che ha magnetizzato l'attenzione di milioni di persone; ha raggiunto le vette della classifica, ha collaborato con i più illustri interpreti e musicisti di tutti i tempi, ha riempito stadi, piazze, teatri fra i più prestigiosi; artista nazional popolare che ha saputo nel tempo, mantenere un rapporto comunque intimo e ben saldo con il suo pubblico. È già in calendario la presentazione il 28 ottobre alle 18 alla libreria Rinascita di Ascoli Piceno. Il 29 sempre ad Ascoli, al Parco Miravalle proseguiranno i festeggiamenti con un pranzo in cui l'artista racconterà i progetti futuri. “Cominciamo da Ascoli Piceno - spiega il celebre cantautore - perché è una promessa fatta al pubblico delle zone terremotate; questo è un libro di ricordi e chi ha perso tutto deve ricostruirli e andare avanti. Poi ci ritroveremo il 13 novembre al Sistina di Roma per un grande concerto, che a pensarci bene, è una vera e propria riproposizione musicale dei racconti che compongono “Siamo questa musica””. Fra le novità, infatti, a grande richiesta riparte il tour de il concerto spettacolo “La bussola e il cuore” che farà tappa a Roma - Teatro Sistina - il 13 novembre; date il 15/11 al Teatro Puccini di Firenze e il 16/11 al Duse di Bologna. I biglietti sono già in vendita qui http://bit.ly/2ytYEqM.(20 ott - red)

I PICCOLI PRINCIPI DEL RIONE SANITA’ DI CRISTINA ZAGARIA

“I Piccoli Principi del Rione Sanità” della giornalista Cristina Zagaria, è un libro che nasce dai disegni, storie e racconti dei ragazzi della Sanità che in tre mesi di laboratorio, a partire dal volume Il piccolo principe di Saint-Exupéry, hanno espresso la propria creatività e i propri sogni, così vicini al Real Bosco di Capodimonte, luogo di sogno per molti di loro. Questa la trama: Uhuru, un profugo africano di 19 anni diretto in Svizzera alla ricerca di una nuova vita, si ferma a Napoli nel Rione Sanità. Accolto dai ragazzi del quartiere che lo chiamano l’Aviato’, come l’aviatore di Saint-Exupéry, Uhuru conosce le storie del “Pianeta Sanità”, con le sue contraddizioni, le difficili vite, le illegalità e ne scopre la bellezza, nelle persone che amano il loro quartiere e lavorano per un futuro migliore. Con Padre Antonio Loffredo incontra i “Piccoli Principi” della Sanità: Diego, Rosa, Isaia, Samuele, Aurosa e Pokemoncino, che si tengono idealmente per mano per prendere una strada nuova… Racconta l’autrice che per costruire la trama con i bambini ha fatto il gioco del palloncino rosso: “C’è un palloncino rosso, il vento lo solleva e vola… dove va?”. Il palloncino rosso dei bambini della Sanità però non ha mai spiccato davvero il volo: il posto più lontano dove i bambini sono riusciti a immaginare che arrivi (a parte Dio) è il Bosco di Capodimonte. Perché loro dal rione non sono mai usciti e hanno paura, proprio come il palloncino. Al Bosco ci sono andati tutti la prima volta con gli educatori e per loro è stato un viaggio. Invece il lavoro quotidiano di Padre Antonio Loffredo è quello di insegnare a questi bambini a sognare, ad andare via, lontano, ad esplorare il mondo, per poi tornare.(red)

 GORE VIDAL, TORNA “L’ETA’ DELLORO”

L’America al culmine del suo splendore raccontata da uno degli intellettuali più interessanti del Novecento americano: Stanno giungendo al termine le riprese del film sulla vita di Gore Vidal, prodotto da Netflix e con Kevin Spacey che vestirà i panni dello scrittore. E Ricomincia la pubblicazione della saga dei Sanford, che ha accompagnato Gore Vidal per oltre trent’anni, suscitando in America feroci polemiche: “L’età dell’oro” di Gore Vidal è in libreria dal 9 novembre per la Collana Le strade.(red)

LA GRANDE GUERRA DI DANTE. LETTERATURA E IDENTITÀ NAZIONALE

 

La Grande Guerra per l’Italia fu il primo conflitto nazionale in cui combatterono con la stessa divisa sudditi del giovane Regno unitario con storie, culture e dialetti differenti, mentre altri italiani, dal Friuli o dal Trentino, combatterono con l’uniforme austriaca e vennero fatti prigionieri da eserciti alleati di quella che sarebbe poi divenuta la loro nuova patria. All’interno delle scritture di guerra e prigionia dei soldati austroungarici di lingua italiana si colloca la scoperta di un testo modellato sulla Divina Commedia, “La grande guerra di Dante. Letteratura e identità nazionale” (Editore Voland) di Ida De Michelis. Dante, che s’immagina in visita nel campo di raccolta di Kirsanov, si presenta a questi soldati come guida nel loro Purgatorio di scampati alla morte e alla durezza della reclusione. Nelle parole e nei versi del poeta è rintracciata la materia condivisa grazie alla quale riconoscersi come nuova entità identitaria. (red)

 

ALLA SCOPERTA DELLE “CREATURE DI DIO” CON GIUSEPPE SCARLATO

Il cane, l’asino, la pecora, gli uccelli, il cervo e l’orso. “Animals. Creature di Dio” (Edizioni San Paolo 2017, pp. 74, euro 10,00) di Giuseppe Scarlato è un viaggio alla scoperta dei nostri amici animali attraverso il loro comportamento, le storie e le leggende dei santi, i racconti della Bibbia. Gli animali sono da sempre vicini all’uomo nel lavoro, nell’assistenza e nel gioco. Non è possibile pensare l’intero agire umano senza una relazione con gli animali e anche i più grandi santi hanno meditato sulla natura incantevole delle creature di Dio! In questo libro ricco di foto e illustrazioni, Giuseppe Scarlato – veterinario e animal blogger – racconta sei animali a partire dalle caratteristiche fisiologiche e “comportamentali” fino al loro rapporto con l’uomo, compiendo anche un originale excursus su come sono rappresentati nella Bibbia. (red)

IL NILO NON FINISCE NEL MARE

Un uomo riceve una lettera da un personaggio misterioso in un bar di Milano nella primavera del 1967.  La proposta contenuta nella missiva è sconvolgente. Dalla sua risposta dipenderanno i destini di molte persone e gli equilibri dell’intero Medio Oriente. La sua vita e quella di altri personaggi si intrecciano tra Egitto, Israele e Italia.  Una missione impossibile lo attende: ricongiungere il passato con il presente, ma nel contempo salvare il futuro di uno Stato. Una piccola “entità” messa in discussione sin dal primo giorno della propria esistenza. Il secondo libro scritto da Renato Assin e pubblicato da Alter Ego editore si chiama “Il Nilo non finisce nel mare”. (red)

(red – 20 ott)

 

 

 

 

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